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15/02/2010

Comments

fuchsia

D'accordo su tutta la linea. Una legnata in testa a un coniglio è forse più legittima di una legnata data a un gatto? Sulla base di cosa?

vito

caro stefano...è con enorme disagio che apprezzo fino all'ultima sillaba il tuo post.
Ovviamente il disagio deriva dal fatto che NON mi è mai riuscito di essere vegetariano, per cialtronaggine credo, perchè ho un regime alimentare basato sul minimo investimento di tempo ed energia... perchè ho sempre immaginato che avrei dovuto imparare una sapienza che non ho mai avuto, perchè faccio la spesa al supermercato pensando solo ad uscirne al più presto. Che palle ... mentre scrivo questo mea culpa ho nelle orecchie Meat is murder di Morrissey...
certo non sono ipocrita, ma se questa è una consolazione!...

Thomas Bernhard

Totalmente condivisibile e molto ben scritto. Mi permetto di condividerlo sui social network che bazzico.

BernardoR

Questo immane olocausto del regno animale è una di quelle ingiustizie cosmiche a cui ci si può opporre solo con la coerenza individuale. Quella degli altri.

Jadran

Va anche sottolineato il programma in cui è successo lo "scandalo": una trasmissione di cucina in cui – quotidianamente – la telecamera inquadra animali morti che vengono fatti a pezzi. Io non sono vegetariano, eppure le volte che ho visto La Prova del Cuoco ho trovato certe inquadrature fastidiose, anche se so bene che il senso di repulsione è parte della mia ipocrisia, visto che comunque mi nutro di quelle bestie. Ma almeno evito il perbenismo.

larvotto

Un'amica ha sposato un ragazzo americano.
Una delle prime sere in Italia, la mamma della mia amica gli ha presentato in tavola carne di cavallo.
Lui quasi sboccava.

Eppure in Italia abbiamo le macellerie equine.

Si parla tanto ma nessuno vuuole fermarsi a pensare.

fabristol

In molti abbiamo pensato la stessa cosa. Ne abbiamo parlato anche nell'altro tuo post.
E' vero che è una ipocrisia grande quanto una casa (aggiungerei che quelli che ora si lamentano della barbarie contro i gatti, darebbero al suddetto gatto carne di altri animali senza battere ciglio), ma è anche vero che la mente umana non è fatta per vivere di coerenza. Ogni cultura ha i propri animali da proteggere perché proietta in loro, antropomorfizzandoli, caratteri e sentimenti umani.

Per quanto riguarda la ripugnanza che genera il cadavere dell'animale macellato, riusciresti a mangiare carne coltivata artificialmente?
Esistono già dei surrogati di carne artificiale creata in laboratorio, ma la loro commercializzazione pare lontana. Io non aspetto altro che quel giorno.

baroccogiapponese

Condivido, ma allo stesso tempo penso che i motivi antropologici abbiano un peso maggiore di quello che stai dando. Cani e gatti nella nostra cultura sono animali speciali, diversi dagli insetti o dai polli. Semplifico, ma direi che li percepiamo un po' come esseri umani. Mangiare un gatto è un po' come mangiare una persona che non è una bella cosa neanche neanche se si è onnivori.

medioman

Che solerzia, che tempestività nel punire!E'l'ennesimo caso costruito ad arte per distogliere l'attenzione da situazioni Rai ben più gravi: normalizzazione delle trasmissioni non in linea,"informazione" divenuta il megafono della Voce del Padrone, sperperi, assenza di merito...

nomedelblog

Considera quanta di questa mefitica aria ai denti mi piglio in faccia io - carnivoro convinto nonchè cacciatore - dai succitati ipocriti. Per questo avevo gettato lì un commento forse non appropriato nell'altro tuo post, il quale commento conteneva mi pare anche una domanda. Considero questo lucido e incontestabile post una risposta (volontaria o no, grazie cmq).

Quello che dice Baroccogiapponese è vero solo in parte. Il cane ha sempre avuto una sua utilità vivo (guardia, caccia, ecc), ed inoltre i canidi sono immangiabili (ho assaggiato una volpe, confermo). Il gatto nei tempi invece si è sempre mangiato, ed oggi oltre al gatto c'è chi tiene conigli e maiali da compagnia. Anche topi, quelli bianchi di solito. Poi pagano il comune perchè stermini col veleno (morte tra le più dolorose) i loro simili brutti sporchi e grigi.

stefano

Be', non è una risposta diretta, ma il tuo commento dell'altra volta mi sembrava pertinente, in effetti.

Walter B.

Alcune doverose precisazioni per colui che si firma "nomedelblog": anche il gatto, oltre al cane, è un animale "utile" al genere umano, si informi riguardo al suo apporto e alla sua utilità nei periodi di epidemia causati dalla peste, quando il gatto era l'unico antagonista naturale (lo è tutt'ora) dei topi, che erano uno dei principali vettori della peste stessa. I gatti venivano altresì posti a guardia delle stive nelle navi, affinchè cacciassero i topi, responsabili del deperimento e della contaminazione delle derrate alimentari; nondimeno, i gatti vengono tutt'oggi usati a guardia dei granai negli Stati Uniti e nelle distillerie di whiskey in Scozia. Potrei fare decine di esempi di "utilità" storica e attuale del gatto, ma non è il caso di annoiare il lettori del blog.

Poi, il parallelismo tra gatto e topo è semplicemente DEMENZIALE: il gatto è un felino, il topo è un muride-roditore, sono due specie assai distanti sia morfologicamente sia come percezione culturale e valoriale. Inoltre, il DNA del gatto è assai più simile a quello dell'uomo di quanto non lo siano quello del cane e dello stesso topo.

Scrivere poi che "il gatto nei tempi invece si è sempre mangiato" è un clamoroso falso (per gli Egizi era addirittura sacro, e in Giappone è considerato un portafortuna): il gatto, come anche il cane, è stato mangiato solo in rare, brevi e circoscritte epoche di carestia e da parte di fasce di popolazione indigente, non risulta agli annali, non solo della storia ma neppure della gastronomia, che le carni del gatto facciano parte dei generi alimentari della civiltà occidentale e di larga parte di quella orientale, tant'è vero - e questo per mettere a tacere qualsiasi speculazione al riguardo - che il codice penale contempla diversi articoli e relative pene e sanzioni concernenti l'uccisione e il maltrattamento dei cosiddetti "animali d'affezione", di cui il gatto e il cane fanno entrambi egual parte.

Sono ben 7000 anni che il gatto condivide con l'uomo questa particolare e indiscutibile "relazione affettiva" (9000 anni per quanto riguarda il cane): questo, piaccia o meno, è sufficiente per distinguerlo - anche in quanto a tutela legale - da conigli, maiali, serpenti, pecore, pulci d'acqua eccetera.

Concludo dicendo che Bigazzi è un cretino.

nomedelblog

Walter, mi fa piacere che abbia perso tempo a spiegarsi riguardo al rapporto tra uomo e gatto, ma mi dice cose che già sapevo a grandi linee. Siccome che non sono uno storico, parlo di quel che conosco ossia di quello che succedeva nelle campagne che conosco, settant'anni fa più simili al medioevo che ad oggi.
Il gatto per fargli mangiare i topi non lo si nutriva nè manteneva, era allo stato semiselvatico, se il cane se lo pappava era nella norma, perchè invece il cane lo si manteneva perchè doveva restare legato al padrone (non erano graditi i cani randagi), se la cagna era in calore si teneva legata, la gatta invece figliava libera sul fienile. Per queste ragioni, in caso di necessità, il gatto si mangiava, tanto ce n'erano altri.
Il cane aveva sempre un nome proprio, il gatto era "gat" e niente più. Nelle città non era molto diverso suppongo (ovviamente non sto parlando della nobildonna che lo teneva da compagnia)...

Ma anche se lei dovesse avere ragione e io mi stessi sbagliando (potrebbe essere, io non sono in grado di avventurarmi in ricerchè storico-antropologiche), questa discussione è comunque inutile, perchè io la penso esattamente allo stesso modo del padrone di casa, quindi la mia risposta all'ultima parte del suo commento è il post stesso.

saluti (e scuse a Stefano per aver usato il suo blog come un forum)

Paolo

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