A giudicare dalla quantità di italiani e di spagnoli che ci sono a Berlino - e non si direbbe che siano tutti turisti, ma che anzi siano venuti qui in pianta stabile -, si potrebbe pensare che questa sia la Terra Promessa. Eppure, di tutte le città tedesche, Berlino (che fino a vent'anni fa tutti schifavano, stupiti che io ci venissi così spesso per seguirne le mutazioni) è una delle più povere, con un tasso di disoccupazione doppio rispetto ad altre metropoli tedesche. Se poi questi neoberlinesi d'assalto leggessero i giornali locali e, soprattutto, gli dessero retta, scapperebbero a gambe levate pensando: "Ma dove sono finito?".
I tedeschi - e i berlinesi - si lamentano parecchio, pare. Non ho consapevolmente comprato o letto molti quotidiani da quando sono qui a Berlino. Quelli italiani (compresi i siti online) li ho trascurati di proposito: voglio lasciar decantare la disillusione e deporre sul fondo tutte le lagne sulla situazione italiana. Per quanto riguarda quelli tedeschi (o, meglio, berlinesi) mi sono limitato a sbirciare i titoli di chi legge sui mezzi pubblici e ho letto un paio di volte la BZ - non il migliore dei fogli, ma me l'avevano dato in omaggio -, una volta la Berliner Zeitung (che avevo comprato pensando di trovarci un articolo che invece non c'era) e una volta lo Spiegel, perché conteneva una lunga intervista con Herta Mueller.
Di che cosa si lamentano dunque da queste parti? Tanto per cominciare, del famigerato aeroporto Berlin-Brandenburg "Willy Brandt" costruito accanto a quello vecchio di Schoenefeld e che sarebbe dovuto diventare il nuovo grande aeroporto berlinese. Tutto era pronto, tutto doveva partire molto tempo fa e invece, per dei test sulla sicurezza antincendio non andati a buon fine, tutto è stato rimandato a data da definire. I giornali lo chiamano, con un bel gioco di parole, "Fluchhafen" ("Flughafen" è aeroporto, Fluch è "maledizione") e infilano il coltello nella piaga, non da ultimo sottolineando che i treni ci passano già, ogni giorno e senza passeggeri, perché altrimenti i tunnel fanno la muffa. Grande indignazione: il titolo di oggi, scorto in un'edicola, è su "Wowereit fa lo spiritoso sul nuovo aeroporto".
Poi, incredibile a dirsi, si lamentano della crisi. Ma come? Non era questo il paese più ricco e potente d'Europa, quello che detta le condizioni a tutti gli altri? E invece no. Ho letto un reportage sui numerosi pensionati berlinesi che, non facendocela con la loro pensione, continuano a lavorare per "arrontondare". L'interrogativo era: devono o vogliono farlo? Opinioni divergenti. Il giorno dopo è arrivato invece un altro reportage su quanto prenderanno di pensione in futuro i lavoratori di oggi con il nuovo sistema di calcolo e ne è risultata un'erosione sostanziale dell'assegno. L'articolo prospettava una catastrofe e la miseria nera per molti di loro. A questi pezzi se ne aggiunge un altro sul progressivo invecchiamento e sulla necessità di adeguare gli appartamenti in affitto alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e sempre meno autonoma (e, in un box, intervista all'esperto che chiosa sulla paura dei tedeschi di invecchiare, a cui si somma il timore di finire in un ospizio, destino per evitare il quale molti stringono i denti e fanno finta di niente).
Infine, un fatto - reale - accaduto qualche giorno fa a Schoeneberg, che ha riempito i giornali per un po' e ha suscitato disagio e stupore. Un rabbino e la sua figlioletta sono stati aggrediti e picchiati da alcuni giovinastri. Lui portava un cappello da baseball per nascondere la kippah, ma loro gli hanno chiesto se era ebreo e quando lui ha risposto affermativamente l'hanno picchiato. E' finito in ospedale. Non c'è dubbio che si tratta di un'aggressione antisemita: più chiaro di così, visto che si sono persino informati prima. I ragazzi erano di origine "araba" e, quindi, musulmani. Dagli articoli, pare che la Germania scopra solo adesso l'antisemitismo islamico (come se ai tempi andati del nazismo non l'avessero cavalcato abbondantemente con l'apposita propaganda nei paesi arabi). E' un sentimento che si sta diffondendo sempre di più in questa fascia di popolazione, tanto che tempo fa la polizia aveva incautamente suggerito agli ebrei di non "esibire" i segni della loro appartenenza religiosa: una dichiarazione infausta, soprattutto in una città dove ci sono quartieri a forte presenza musulmana i cui abitanti di non certo non si preoccupano di nasconderlo. Nonostante questo, però, sembra che certi berlinesi non abbiano imparato molto. Degli stessi giorni è la polemica per una serie di manifesti in cui, sotto forma di foto segnaletica per le persone scomparse, si invitano genitori, amici e parenti di un ipotetico individuo a chiedere aiuto se avvertono che il loro congiunto o amico sta scivolando sempre di più verso il fondamentalismo e il salafismo. Per le anime belle - come Volker Beck dei Verdi, che in quanto gay avrebbe tutto l'interesse a frenare l'estendersi del fondamentalismo - questa campagna sarebbe discriminatoria e rischierebbe di ottenere effetti opposti a quelli desiderati. Immagino che la soluzione sia lasciare che le cose facciano il loro corso, salvo poi condannare gli atti di violenza dopo e farsi fotografare in prima pagina, "per solidarietà", con la kippah in testa.
Insomma, se uno legge i giornali, ha la sensazione di essere finito all'inferno. Meno male che settimana prossima torno in Italia, dove invece tutto va bene.
Ti ringrazio per questo tuo post. Spero lo leggano in molti italiani e si dirigano altrove. Purtroppo molti vengono qua a Berlin con l´idea di starci a sbafo e vivere grazie all´Hartz IV e, grazie al cielo o al Governo, ora sono cambiate le cosiddette regole per ottenere il sussidio di disoccupazione per i cittadini con cittadinanza non Tedesca. Molti di loro (italiani e spagnoli in primis) si iscrivono ad una cassa malattia se non dopo anni di residenza, ma per fortuna le Krankenkassen si son fatte furbe e verificano la data dell´iscrizione all´Ufficio Anagrafe ed inviano ingiunzioni di pagamento di parecchie migliaia di Euro. Berlin e´ un paradiso per chi ha voglia di lavorare, e non per chi lo ritiene un rifugio nel quale vivere di espedienti di vario genere. Per farla breve, i tedeschi iniziano ad avere le tasche piene di noi italiani e degli spagnoli, proprio per i punti di cui sopra, perche´ sono stanchi di lavorare per pagare il sussidio a chi non ha mai lavorato. Mi blocco qua, altrimenti scrivo un poema.
Grazie ancora,
Donatella
Posted by: Donatella | 06/09/2012 at 13:12