1.
Alla notizia dell'annunciata liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi molti commercianti hanno reagito come Regan davanti al prete che la esorcizzava nel famoso film di William Friedkin. Milioni di cavilli e di distinguo, da parte di molti rappresentanti di categoria, per spiegare che potere - e non dovere - tenere aperti i negozi tutto il tempo che si vuole e quando si vuole sarebbe svantaggioso per i clienti. Ci mancava solo che vomitassero verde e urlassero: "Ma liberalizza tua madre pompinara!". Naturalmente io non sono così ingenuo o coglione da pensare che questa sia una panacea o che aprire i negozi ventiquattr'ore al giorno risolleverà le sorti dell'economia, ma mi limito a pensare che sia un'occasione in più perché i consumatori possano comprare quello di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno. A Milano non è d'accordo, invece, Riccardo De Corato, la cui principale obiezione è questa: "I veri fruitori di questa liberalizzazione sono gli esercenti etnici che pagano per la maggior parte il personale in nero". Già, perché è noto che, invece, gli italiani non hanno questo vizio. E poi che cosa c'entra? Se un indiano, un cinese o un bengalese è disposto a spaccarsi la schiena per lavorare e gestire il suo negozio e gli italiani no, che cosa bisogna fare: impedirglielo? Oppure fare una "liberalizzazione" su base etnica, del tipo: puoi tenere aperto il negozio ventiquattr'ore su ventiquattro, ma solo se hai sangue italiano nelle vene? Certo è che se gli italiani ormai aspirano solo a lavorare nel magico mondo della moda, in televisione o a laurearsi in scienze della comunicazione, è logico che "a fare affari sono state solo le attività commerciali etniche e straniere", come dice preoccupato De Corato. E ci mancherebbe altro che a fare affari sia chi non ha voglia di fare una mazza.
2.
Il "cugino scemo" di Tony Blair, ovvero David Cameron - noto anche come premier britannico -, ha dichiarato che porrà il suo veto se al Consiglio europeo del 30 gennaio verrà introdotta, come vorrebbero quei comunistoni di Sarkozy e della Merkel, la cosiddetta Tobin tax sulle transazioni finanziarie. Chi tocca la City muore, insomma. No alla rapace tassa, che dovrebbe raggiungere la percentuale di un imponente 0,1 per cento sulle negoziazioni di bond e azioni e lo 0,01 sulla negoziazione di derivati più complessi. Che orrore, che spavento: un terribile disincentivo a chi opera in borsa e movimenta somme di denaro astronomiche. Secondo Cicciobello Cameron "l'imposta sulle transazioni finanziarie sarebbe nefasta. Vedremmo moltissime società scappare. A noi costerebbe posti di lavoro e gettito fiscale". Già me li vedo, gli operatori della City, a prepararsi il giaciglio sotto il London Bridge, immiseriti da quello 0,01 per cento di tassa. Mi domando se a Cameron non venga voglia di sputarsi in faccia guardandosi allo specchio, dato che mente sapendo di mentire, quando agita questo scenario apocalittico al solo scopo di inculare a nastro i sudditi britannici che non hanno studiato a "Oxbridge" (e mi si passi la greve metafora). C'è qualche babbeo che crede davvero che Cameron non stia invece difendendo la sua personale classe censuaria, la spina dorsale del suo partito? E soprattutto mi domando come reagiscano gli inglesi normali a una notizia del genere: perché dovrebbe essere ammissibile alzare l'Iva, colpire i consumi, tassare i redditi da lavoro o da impresa, colpire le tasche di tutti i cittadini, e non tassare - in una misura così irrisoria - certe speculazioni finanziarie fini a se stesse, spesso indistinguibili dal gioco d'azzardo? (Qualcuno, per inciso, dice che una tassa come la Tobin è di difficile applicazione. Be', certo che lo è, finché ci sono quelli come Cameron che mettono i bastoni tra le ruote. Ma perché non chiede davvero l'uscita del Regno Unito dall'Ue?)
In Italia abbiamo veramente una strano concetto di "liberalizzazione".
Sinceramente mi sfugge come liberalizzare l´orario di apertura dei negozi possa aiutare la crescita economica: ma per caso i consumi sono in drammatico calo perche' gli italiani non trovano tempo per andare a spendere o perche' non hanno soldi da spendere?
In Germania, Paese che non mi pare messo proprio male dal punto di vista economico, l´orario dei negozi e´assolutamente regolato e per gli standard italiani (attuali) sarebbe considerato incivile: torno da Monaco dove i negozi chiudono alle 18, alle 16 il sabato e la domenica son chiusi senza appello.
A Berlino un po' meglio ma niente di piu'. (gli unici che sono aperti fino alle 21 sono i negozi dei centri commerciali e comunque chiusi la domenica tranne rare aperture domenicale per non piu di 6 ore)
Due anni fa il Tribunale costituizionale federale ha dichiarato incostituzionale una legge del Land di Berlino che permetteva l´apertura per le 4 domeniche d´Avvento (ora s i puo´aprire solo due e solo fino alle 18) sostenendo che la legge violava il diritto al riposo dei lavoratori.
Invece di liberalizzare l´orario dei negozi che non serve a nulla (tranne a favorire la grande distrubuzione: questo e´il punto! si spaccia per liberalizzazione quella che e´invece una "oligopolizzazione") non rendiamo un po´piu semplice aprire un negozio?
Posted by: Simone | 10/01/2012 at 08:39
Mi sembra di aver scritto che non credo che la liberalizzazione degli orari sia la soluzione alla crisi, o no? A me questo aspetto non importa, ma importa il fatto che uno possa trovare dei negozi aperti a qualsiasi ora. Se poi i clienti mancano, beh, è molto semplice: i negozi non tengono aperti di notte o in orari bizzarri. E' il mercato che lo dovrebbe stabilire, mica una legge. L'importante è che un negoziante abbia la possibilità di aprire il suo negozio quando e come gli pare. Se io scopro che nella mia zona posso fare affari tenendo aperto un negozio - che so - dalle 18 alle 4 di notte e chiuso il resto del giorno, non vedo perché io non possa farlo.
Sì, ho sempre pensato che dal punto di vista della regolamentazione degli orari dei negozi la Germania fosse un paese "incivile". Dobbiamo dunque imitarla? Per me, da questo punto di vista, il modello è la Gran Bretagna (ma non solo: voglio dire, persino a Tel Aviv ci sono negozi aperti ventiquattr'ore su ventiquattro!). Il "diritto al riposo" dei dipendenti deve ovviamente essere garantito per contratto, ma chi ha detto che debba essere per forza di domenica o in orari canonici? Sai quanta gente fa lavori - non in ambito commerciale e non in settori indispensabili - in orari assurdi e nessuno si preoccupa di loro!
Oligopolizzazione? Guarda, magari! Io sono assolutamente a favore dei grandi centri commerciali, delle catene, dei franchising e della grande distribuzione. SOGNO di avere un Tesco sotto casa aperto 24 ore su 24.
Posted by: Stefano | 10/01/2012 at 11:50
1. io non ho detto che tu pensi che la liberalizzazione degli orari serva all´economia sono i geni economici al governo che lo pensano
2.il riposo settimanale ha senso se il maggior numero possibile di persone lo prende lo stesso giorno...se in una famiglia i coniugi prendono il riposo in due gioni diversi come possono organizzarsi per stare un giorno in pace insieme?
3. Ma non avevamo detto (sempre i geni del governo) che all´economia ci voleva piu' mercato...ecco il libero mercato e´esattamente il contrario degli oligopoli.
(a Tel Aviv saranno pure molto "moderni" ma a Gerusalemme dopo il tramonto del venerdi se non hai cibo da parte e hai fame aspetta pure con calma che il sole tramonti alla fine dello Shabbat)
Posted by: Simone | 10/01/2012 at 22:20
PS
Non vorrei sembrare un estremista e´solo che in Italia si discute solo dell´orario dei negozi e non di temi che abbiamo un qualche reale influenza sulla vita economica.
Magari ora e´diverso (manco da 3 anni) ma per cambiare compagnia telefonica in Italia c´ho perso quasi le speranze in germania lo fai con un telefonata e stop, stessa cosa se vuoi cambiare il fornitore di luce gas ecc ecc.
Per impedire alle banche di far pagare la chiusura di conto corrente (l´ultima volta che l´ho fatto mi hanno spillato 60 euro) c´e´voluta la direttiva europea....stendo un pietoso velo su gli altri costi/servizi delle banche (ai poveracci...)
Posted by: Simone | 10/01/2012 at 22:25