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25/01/2012

Comments

restodelmondo

Guarda, se sono riuscita io a laurearmi prima dei 28 - con due tumori e una depressione clinica abbastanza seria...

Comunque: mi ero persa l'uscita del signor Pantaleo. Tristissima, grazie di averla segnalata.

AC

Mi sono laureata a 23 anni con 110 in scienze biologiche. Ma mi sento una "sfigata" lo stesso perché l'ho fatto senza interesse né passione, solo senso del dovere. E ci sono pure caduta in depressione. Ho un lavoro, uno stipendio decente (finché durerà) ma è come indossare una pelle che non è la mia.

Simone

Su Martone posso darti ragione solo a patto che prima tu legga in dettaglio la sfolgorante carriera del suddetto.
Ora messo nella dovuta luce di accorgi subito che Martone non ha nessun titolo per parlare di "merito". So benissimo che un classico esempio di argumentum ad hominem ma un politico serio (specie in via di estinzione) dovrebbe avere un minimo di coerenza.

Claudio C.

Sono anni che sostengo la necessità di abolire il valore legale della laurea. Come sempre in Italia, quando vogliamo copiare i paesi civili, facciamo sempre le cose raffazzonate: abbiamo riformato i corsi di laurea, col famigerato 3+2, ma tutto il resto no. Una banale conseguenza del fatto che, almeno nei concorsi pubblici, la Normale è equiparata all'Università di Enna è che la maggior parte degli studenti, quando deve scegliere un ateneo, per prima cosa considera il numero degli esami, per scegliere la sede dove il corso di laurea desiderato ha il minor numero di esami.
Ho interpretato anche io le parole del viceministro come riferite non agli studenti lavoratori ma ai fancazzisti. Chi si trascina per anni, tentando (il più delle volte si va a tentativi, non presentandosi solo con una preparazione seria) uno o due esami all'anno non solo è un costo per la società (oltre che per i genitori), ma arriva ad avere una preparazione scadente, talmente frammentaria e diluita nel tempo che è difficile che abbia delle basi strutturali solide. Ovviamente, questo, non conta se la laurea mantiene il valore legale e in sede concorsuale uno che si è laureato nei tempi giusti è equiparato ad uno che ci ha messo il doppio o il triplo del tempo.

Simone

Sull´abolizione del valore legale del titolo di studio una domanda: se come dici (giustamente) la laurea presa alla Normale (sono Pisa e ti posso assicurare che non e' oro tutto quello che luccica) vale meno di quella presa ad Enna questo inevitabilmente comporta che i due candidati in un concorso pubblico avranno preparazioni diverse e quindi otterrano valutazioni diverse. Quindi nei concorsi pubblici il valore legale si riduce alla possibilita' di accedere al concorso.
Ma tu mi dirai ma i concorsi non sono rigorosi/impariziali ma questo non ha nulla a che fare con il valore legale del titolo di studio.

Questo nel pubblico,nel campo delle professioni che prevedono un albo professione vale piu' o meno lo stesso concetto. La laurea e´una condizione necessaria ma non sufficiente per ottenere l´iscrizione all´albo. Anche qui il problema in che modo gli Albi professionali selezionano i loro iscritti?? per alcuni sappiamo benissimo che il merito entra solo margianalmente nell´equazione ma questo non c´entra di nuovo nulla con il valore legale del titolo di studio.


  angelo ventura

Laureato a 24 anni, ne ho conosciuti di lazzaroni trentenni e passa parcheggiati fuori corso...io sarei per espellere i fuori corso dopo tre anni, a meno che non giustifichino con i motivi che hai citato la loro permanenza in universita'

t.bernhard

Se martone fosse il figlio di un operaio della fiat gli darei ragione. dato che è solo un figlio di papà rccomandato all' italiana può tranquillamente andarsene affanculo

un laureato a 27 anni...

stefano

Ah, ok. Allora facciamo che lo dico io, figlio di operaio, laureato a 25 anni (con dentro un anno di servizio civile e un semestre a Berlino).

Aldo Brancacci

Sono contro l'abolizione del valore legale, e soprattutto contro l'abolizione del rilievo del voto, del titolo di studio. Non lo sono per ragioni ideologiche, non sono prevenuto, al contrario le mie idee politiche mi dovrebbero portare verso questa posizione, ma lo sono sulla base della mia esperienza diretta di lavoro e di vita.

Gli studenti, i sindacati, Metro etc. intervengono con argomenti ingenui e sciocchi. Ma il ragionamento di Stefano può essere ritorto contro di lui. Poiché il valore legale del titolo di studio non conta già niente, nel settore privato, perché allora abolirlo? Non ha senso. E' un argomento quantomeno insufficiente.

Gli studenti che hanno studiato e meritevoli saranno privi dell'unico, piccolo scudo di difesa che posseggono, la loro laurea e il loro sudato 110 o 110 e lode.

Noi viviamo in uno stato di illegalità diffusa: illegalità che non sta solo iin alto loco, ma possiamo osservare ogni giorno nei luoghi di lavoro, nei concorsi, ma anche nei concorsi di accesso ai Dottorati e alle Scuole di specializzazione. In un Paese corrotto come l'Italia il pericolo reale è che al concorso per il posto X vinca il ragioniere invece che l'ingegnere, lvincano le persone raccomandate e protette, chi ha l'amico in politica o in qualche casta.

Non si può avere la faccia tosta di dire e far credere agli italiani che è il pezzo di carta che impedisce una buona selezione! E che una volta abolitone il valore la selezione sarà pura cristallina e imparziale! Ed è un enorme errore appoggiare chi questo vuol far credere.

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