Nelle dinamiche di un rapporto fondato sul solo sesso non dobbiamo mai mostrare di essere la parte più debole. Da parte nostra occorre un grande sforzo di volontà perché la nostra debolezza non sia evidente. Siamo deboli in massimo grado quando desideriamo l'altro più di quanto l'altro desideri noi. O, più precisamente, se lo desideriamo di più e diamo a vedere questo sovrappiù di desiderio. L'equivoco nasce, in particolare, quando crediamo - in modo più o meno veritiero - che l'altro desideri noi con la stessa intensità. Tuttavia non ci è dato misurare con certezza il desiderio altrui: potrebbe essere una pura coincidenza se quella volta o quell'altra il sesso fatto insieme è stato così fantastico. Forse noi non c'entravamo affatto e gli unici responsabili erano i suoi percorsi mentali, per noi imperscrutabili. Dovremmo limitarci a desiderare, soddisfare, quando è possibile, il nostro desiderio con l'altro, ma non concedergli la soddisfazione di accorgersi che all'attrattiva sessuale che esercita su di noi corrisponde anche un potere reale. Bisogna quindi sorvegliarsi in continuazione, prendere quello che ci viene dato e farlo con l'aria svagata di chi non vi annette alcuna importanza, e soprattutto non con lo sguardo famelico di chi non ne ha mai abbastanza. Altrimenti, l'altro avrà il coltello dalla parte del manico e ce la farà pagare quando lui non ci desidererà più. Ce la farà pagare non concedendosi più a noi e, allo stesso tempo, assistendo allo spettacolo del nostro desiderio nudo ed esposto, declassato a un vero e proprio bisogno, che è la forma elementare e necessaria del desiderio, un desiderio avulso dalla nostra volontà. A farlo godere non saremo più noi, ma il suo potere su di noi. Quando ci si innamora è quasi inevitabile che si consegnino all'altro le nostre debolezze, perché fa parte del processo di costruzione della fiducia che si stabilisce tra due individui: tutt'al più - se siamo la parte debole - rischiamo di pagare quando la storia d'amore è finita. In ogni caso è quasi impossibile amare con una "riserva mentale". Nel sesso, invece, si dovrebbe mantenere una certa freddezza. Poiché i rapporti sessuali sono sempre anche rapporti di potere è importante comprendere la posizione che occupiamo nella costellazione di dominio e sottomissione che di volta in volta si forma e, strategicamente, mettere in campo i rimedi opportuni. Occorre un supplemento di razionalità - e quindi di calcolo e di cinismo -, perché non è proprio il caso di concedere all'altro più di quel poco potere che gli competerebbe per il solo fatto di scopare con noi. Ne va della nostra tranquillità d'animo, che è più importante di un'occasionale scopata.
sacrosanto in teoria, contraddittorio nella realtà: per fare quello che dici tu in modo più o meno naturale (sennò diventa una fatica, signora mia)l'unico modo è esse già quello che desidera meno
Posted by: pio | 23/03/2011 at 16:20
Mah, vorrei evitare polemiche eppure mi spiace notare che una persona con la tua acribia non si sia resa conto (o forse non lo hai esplicitato nel post, pur avendone contezza) che tutte le relazioni, ma proprio TUTTE, sono relazioni di potere. Le tue riflessioni contengono considerazioni interessanti riguardo ai rapporti di potere interni alle relazioni esclusivamente sessuali ma lasci intendere che ciò sia valido solo per tali relazioni. Il disequilibrio delle forze, la mancanza di specularità, il rapporto forte/debole sta alla base di qualsiasi relazione in cui due individui si incontrano e si scontrano. Qualche psicologo ha visto nella relazione madre/figlio l'unica forma di relazione indenne da queste dinamiche ma io non sono dell'avviso, non foss'altro per la mia personale esperienza.
Posted by: avi | 24/03/2011 at 09:01
E' scritto, sei ufficialmente il mio nuovo guru.
Pur concordando con ciò che dice avi, e forse avendo sperimentato sia il potere in una relazione esclusivamente sessuale (con alterne fortune) che quello comunque presente in una relazione sentimentale, alla fine nessuna scopata e nessuna relazione amorosa è oggi più importante della mia serenità d'animo.
Che ovviamente non c'è già al comparire di un vago interesse.
Però vale comunque su tutto il non farlo mai trasparire, restare sempre sul vago.
Evitare di esporsi, stare sul filo, piuttosto negare anche a se stessi l'evidente interesse ma mai, mai, lasciarlo completamente scoperto all'altro.
Posted by: sissi | 24/03/2011 at 21:29
se si è costretti a ricorrere a strategie si è già perso
Posted by: pio | 25/03/2011 at 10:41
E' strano: nonostante il chiarissimo esordio, nel leggere il post mi sono formato nella mente l'idea di un rapporto pienamente affettivo (composto dunque non solo di desiderio sessuale).
Ho anche un altro dubbio: perfino una relazione esclusivamente sessuale (concordo con Avi) è un rapporto di potere, ma in tale rapporto è importante nascondere la nostra dipendenza dall'altro solo se intendiamo giocare la partita da una posizione di potere.
Se invece siamo spinti a vivere l'eros da una posizione umile, è essenziale che l'altro sappia di averci in sua mano: per assaporare la nostra nullità di fronte a lui, la nostra umiliazione di fronte al suo arbitrario sì/no.
Per parte mia, ho scoperto che è vano lottare con questo modo di essere, di sentire, di vivere il sentimento (non solo il desiderio); il mio equilibrio è più al sicuro quando seguo sino in fondo la mia pazzia, che quando pretendo di negarla.
Posted by: Hans | 25/03/2011 at 19:47