A Londra ho visto cose che...
per esempio, ormai tutti hanno l'iPhone e ci smanettano ovunque. Forse sarà rimasto qualche pensionato di Leyton o qualche reduce di guerra di Walthamstow ad avere un cellulare normale, ma io non li ho visti. Ricordo anni fa, quando in Italia i cellulari erano diffusi ovunque, mentre all'estero - Inghilterra inclusa - sembrava che la mania non avesse ancora preso piede. Ora ci hanno ampiamente superato.
per esempio, ogni volta scopro qualcosa di nuovo, cose che non avrei mai sospettato possibili. Questa volta ho visto la pubblicità di un centro estetico che offre un inconsueto trattamento di peeling per i talloni screpolati. S'infilano in una bacinella dove ci sono dei pesci particolari - di cui, purtroppo, ho dimenticato il nome -, i quali si nutrono della pelle morta. Il trattamento, assicura l'annuncio, non è doloroso e tutt'al più procura una sensazione di solletico. Tutto questo dura quindici minuti e costa diciassette sterline. Ma come? Devo pagare io per dar da mangiare ai pesci? Però mi è rimasta la curiosità di scoprire se funziona davvero.
per esempio, camminando per Old Compton Street capita di venire fermati - è successo venerdì scorso - da gente sorridente che distribuisce volantini. Non sono, come si potrebbe pensare, inviti per i bar o le serate gay della zona, bensì inviti a fare il test dell'hiv. "Would you like to take a hiv-test today?" è inteso in senso letterale, perché in strada hanno allestito dei furgoncini dove effettivamente lo fanno e, probabilmente, danno subito il risultato. La nostra perplessità riguarda il che cosa succede se uno risulta positivo. Che cosa gli dicono? Con la stessa aria giuliva di prima, magari: "Congratulations! You're positive!"
per esempio, a Londra fa freddino in questi giorni, anche se ci è stata risparmiata la pioggia. La sera, poi, si alza un po' di vento. Io giro imbacuccato e, malgrado tutto, mi prendo un bel raffreddore. In compenso vedo ragazzi e ragazze che girano mezzo nudi, magari con la maglietta a maniche corte o con la minigonna. E sembrano sfidare il gelo senza battere ciglio e senza che gli si accaponi la pelle. Io già mi sento un vecchio rudere così, camminando in mezzo a tutta quella gioventù che sfila in Old Compton Street - vedete? parlo già come vostro nonno -, quando poi mi vedo tutto infagottato e scatarrante e loro così liberi e giocondi, mi sento Matusalemme.
per esempio, se volete bere un ottimo espresso a Londra, non andate tanto nelle catene come Starbucks, Nero o Costa - che comunque fanno un caffè assolutamente dignitoso -, ma da Vergnano in Charing Cross Road e che vanta di fornire, secondo il Times, "the best espresso in town". Per qualche ragione misteriosa, il caffè di Vergnano a Milano, in una traversa di via Mazzini, fa schifo, mentre quello di Londra - servito su un vassoietto con cioccolatino e bicchierino d'acqua - no. Probabilmente esportano in Inghilterra la qualità migliore e a noi lasciano il resto.
What about il fatto che ormai anche gli inglesi attraversano la strada quando il semaforo pedonale è rosso, se non passano macchine, senza aspettare il verde come facevano una volta?
All in all, un post da vecchia zia :P
Posted by: Endimione | 19/02/2011 at 17:37
Be', quella è una tua osservazione, non volevo sottrarti indebitamente il copyright! :)
Posted by: Stefano | 19/02/2011 at 18:28
Per i pesci che "curano" la pelle, vedi qui:
http://www.biologiamarina.eu/Garra%20rufa.html
Si chiamano Garra Rufa (Discognathus obtusus) e sono originari della Turchia e paesi limitrofi dove da sempre vengono usati per curare varie malattie della pelle. In particolare pare che siano molto efficaci per la cura della psoriasi.
Vengono anche usati a fini estetici per la cura dei piedi, è uno di quei trattamenti che vanno di moda nelle spa tipo massaggio con la cioccolata, bagno nel vino o immersione nel fieno. Vedi ad es. http://www.vivodibenessere.it/fish-pedicure-trattamento-di-massaggio-plantare-esfoliante-coi-pesci-garra-rufa/
Ciao,
Andy
Posted by: Andy | 19/02/2011 at 18:55
Grazie... certo che la foto del primo link fa abbastanza impressione, eh.
Posted by: Stefano | 19/02/2011 at 20:40
L'estate scorsa, tornando a Londra dopo molti anni, ho avuto l'impressione che i londinesi fossero drogati di tecnologia. Ho provato una grande tristezza, la sensazione di una narcosi collettiva. Credo che questa sorta di ossessione per la tecnologia abbia assorbito e annullato ogni slancio creativo.
Posted by: fuchsia | 19/02/2011 at 21:46
Grazie per gli aggiornamenti e il senso di "esotico" che a tratti si coglie...
Il caffè da Vergnano in via Speronari un tempo era migliore, ora non solo è pessimo, ma se n'è pure andato Mattia che con il suo bell'aspetto quanto meno compensava (addolciva?) il sapore bruciacchiato del caffè. :)
Posted by: d. | 20/02/2011 at 11:35
ho sempre attribuito alla mutevolezza del tempo la leggendaria resistenza dei britannici alle intemperie... è come se non si prendessero la briga di cambiarsi!
Posted by: rose | 21/02/2011 at 15:13