Anche se non ne scrivo con assiduità, non ho smesso di seguire i "progressi" dell'islamismo, da oriente a occidente. Lo faccio con un certo senso di sconforto, vedendo come il pericolo viene costantemente sottovalutato. Questo da parte di chi è in buona fede, forse ingenuamente, perché poi ci sono anche i fiancheggiatori accecati, quelli che non si accorgono che tutto sommato la stragrande maggioranza degli islamici in occidente sono "pacifici" e "rispettosi" delle leggi dei paesi che li ospitano soltanto perché sono ancora minoranze esigue. Quanto più la loro percentuale aumenta, tanto più aumenta il rischio che rappresentano per il tessuto democratico delle nostre società. L'unica strategia è quella del contenimento all'interno di queste percentuali, perché - malgrado qualche anima pia pensi il contrario - non è che, non appena messo piede in Europa, gli estremisti assorbono automaticamente la nostra cultura e il nostro modus vivendi.
Di questi giorni cito solo un paio di notizie. La prima non riguarda direttamente l'Europa o l'Occidente, ma potrebbe annunciarne il futuro. In Pakistan esiste una legge anti-blasfemia che prevede, almeno nominalmente, la condanna a morte del blasfemo. E' evidente che non è una legge che "tutela" tutte le religioni, ma solo quella musulmana. Ha fatto scalpore il caso di Asia Bibi, cristiana condannata per aver bestemmiato offendendo il "profeta Maometto". Da quanto scrive oggi il Corriere della Sera, aveva litigato con alcune donne musulmane "che non volevano bere l'acqua dal recipiente portato loro dalla 'cristiana' perché 'contaminato' dal suo essere infedele. La lite era sfociata in parole dure, nel sequestro di Asia e infine (...) nel suo stupro". Ordinaria amministrazione, insomma, quando si tratta di far rispettare il "profeta". A quanto pare, però, Asia verrà liberata: avrebbe ricevuto la grazia dal presidente. Sono contento per lei, ovviamente, ma il punto non è questo: anche se in questo specifico caso una persona viene liberata, resta intatta la legge che non soltanto postula il reato di blasfemia - un reato immaginario, perché non c'è nessuno che subisca un danno, e che quindi si configura come una limitazione della libertà di espressione -, ma prevede la morte come punizione. Ed è una legge che ha l'appoggio della stragrande maggioranza della popolazione, musulmana al 95 per cento, se dobbiamo fidarci dell'articolo di Reuters linkato sopra. Se qualcuno la scampa bella è perché viene fatta un'eccezione per lui, non per un sacrosanto principio.
La seconda, invece, mostra la brutta piega che sta prendendo la Gran Bretagna, a dimostrazione del fatto che, quando l'Islam comincia ad acquistare maggior peso, sono gli estremisti ad alzare la testa e ad avanzare le loro pretese. La Bbc ha scoperto che in quaranta istituti islamici dove studiano cinquemila bambini si tengono lezioni di sharia: s'insegna come mozzare mani e piedi ai criminali, quale pena spetta agli infedeli, come si puniscono le adultere e gli omosessuali. Il tutto condito da antisemitismo a gogo, con accuse agli ebrei - "i sionisti vogliono impadronirsi del potere in tutto il mondo" - che farebbero la gioia di un no-global nostrano medio. Questo è l'andazzo, insomma, quando si ritiene di dover assecondare le pretese di un gruppo che non dà grandi garanzie di volersi integrare nel tessuto culturale occidentale. Più inosservata è passata invece un'altra iniziativa, anche questa inglese: all'Imperial College di Londra, la Islamic Society ha organizzato una "settimana della giustizia", per informare sulle ingiustizie nel mondo che, quando si dice la coincidenza, hanno per vittime esclusivamente l'Islam: delle persecuzioni di cui sono vittime i cristiani in tutto il mondo islamico non si fa parola, così come non si menzionano le violazioni dei diritti umani che colpiscono gli individui in quella parte del mondo. Come è stato giustamente fatto osservare, non è altro che una manifestazione anti-occidentale organizzata da un gruppo filo-jihadista, finanziata per di più con i soldi della fiscalità pubblica. E naturalmente anche qui gli unici ebrei ben accetti sono quelli alla Norman Finkelstein, spensierati sostenitori di Hamas e Hizbollah.
A quanto pare, è questo il tipo di società che piace a chi, da noi, ha fatto del wishful thinking il suo pane quotidiano e pensa che basti desiderare una cosa perché si avveri. Il modello è qui, davanti ai nostri occhi, e ce lo sta mostrando la Gran Bretagna: cosa accadrà quando la popolazione islamica raggiungerà percentuali a due cifre e non sarà più una minoranza irrisoria, ma comincerà a diventare una minoranza consistente? Se chiudiamo gli occhi, stringiamo pugni e denti, restiamo immobili e silenziosi e ignoriamo il pericolo abbastanza a lungo, chissà che questo non cessi.
Intanto in Belgio:
http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-11820008
Ormai i giornali non parlano più di queste cose. in Europa ci anestetizziamo subito per le notizie.
Posted by: fabristol | 24/11/2010 at 00:15
Un bellissimo articolo sulla BBC sul problema dei fondamentalisti British-muslim:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/programmes/newsnight/9217604.stm
Posted by: fabristol | 24/11/2010 at 00:24