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27/09/2010

Comments

BernardoR

«Sono convinto che quelli che oggi chiamiamo arabi non abbiano più nulla da dare sul piano filosofico, scientifico o industriale, nulla da offrire alla costruzione della civiltà moderna. Gli arabi, oggi, non posseggono un potenziale creativo ma solo di consumo. E un popolo capace solo di consumare, io lo considero estinto. Certo, il numero degli arabi è in continuo aumento, ma se la situazione non cambia, ci limiteremo a essere un mercato con enormi potenzialità di consumo - e in verità l'Occidente lavora affinché lo stato delle cose non muti. Con questo non giudico gli arabi in quanto individui, molti sono presenti in modo attivo all'interno delle istituzioni culturali di tutto il mondo. Il mio giudizio riguarda le istituzioni arabe, politiche, economiche, culturali e religiose. Nella società araba, se si parla di modernità, ci sono due livelli: in primo luogo c'è una modernità basata sul consumo, cioè sull'importazione di tutto ciò che la modernità occidentale produce. Per questo non possiamo chiamare moderna la società araba: perché non crea la propria modernità, ma consuma la modernità degli altri. D'altro canto rimane la modernità dei singoli individui - poeti, pittori, scrittori, che partecipano assieme ad altri in occidente ai movimenti creativi del nostro tempo. Ci sono intellettuali arabi attivi in vari settori, per esempio grandi architetti come Zaha Hadid di origine irachena, ma è una modernità di individui, in assenza di quella della società. E per tornare a quanto si diceva prima, non può esserci modernità se non in una società laica, dove siano garantiti libertà e diritti umani e dove la religione sia nettamente separata da politica, economia e cultura» (Adonis, “Classico Adonis”, il manifesto 19/9/10).

paolo ferrario

grande gratitudine per questa scheda-presentazione.
il deserto che costoro preparano e trasferiscono nella vecchia ed aesausta europa mi sembra anticipato da the road di Cormac McCarthy

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