Il lavoro come strumento per realizzarsi? A volte ho il sospetto che si debbano ribaltare prospettive e priorità. Non tutti possono fare quello che vorrebbero fare e che si sentono portati a fare. E, comunque, non è sempre detto che quello che le loro inclinazioni gli suggeriscono serva davvero a qualcosa alla società. La sterminata massa dei viventi fa cose in cui non crede, ma che servono alla società. Un consistente numero di persone, poi, non trova sgradevole il proprio lavoro, che magari, agli inizi, era stato davvero il frutto di una scelta dettata dalle loro inclinazioni e dal loro talento naturale, ma che gli è venuto a noia in virtù della pura e semplice ripetizione nel tempo. Allora mi dico che, per una volta, sarebbe bello pagare poco o niente chi fa davvero quel che vuole e che gli dà piacere e ricoprire invece d'oro chi svolge un lavoro in cui nessuno potrebbe mai realizzare le proprie aspirazioni. O forse c'è qualcuno che ha mai sognato di svuotare i bidoni della spazzatura, pulire i cessi pubblici o friggere patatine in un fast-food?
*standing ovation*
Posted by: Piccolo Josip | 19/09/2010 at 11:50
carissimo...
guardavo divertito i tuoi ultimi post:
"riflessioni su un lettore stanco (e distratto ...tu?) dei quotidiani",
"L'adolescente in me",
"il tempo dell'attesa" mmmh,
"realizzarsi sul lavoro" ...(?)
I smell a rat...and you, darling?
abbraccio vito
Posted by: vito | 19/09/2010 at 12:43
Senti puzza di topo? Ma guarda che io mi lavo tutti i giorni :D
Posted by: stefano | 19/09/2010 at 12:45
lo so, lo so...chissà in questi giorni poi...
:D
:D
:D
Posted by: vito | 19/09/2010 at 13:24
Non tutti possono fare quello che vorrebbero fare e che si sentono portati a fare: diciamo che se si parla di lavoro subordinato il discorso è un po' più complicato; per poter fare "quello che non si è portati a fare" bisogna convincere il datore di lavoro che si è portati (che lo si può fare con profitto), altrimenti non lo si fa per nulla, o lo si fa per poco.
E, comunque, non è sempre detto che quello che le loro inclinazioni gli suggeriscono serva davvero a qualcosa alla società: io non so nulla di economia, ma non è una questione di mercato? Lo decide il mercato ciò che è utile, non la società: se c'è una fetta anche minuscola di mercato, anche nel settore più insignificante o fumoso, che cosa importa se tutto ciò condiziona o no la società? E comunque su quale base uno che pulisce i cessi dovrebbe essere ricoperto d'oro ed un analista finanziario (che magari con gioia fa arricchire i suoi clienti) dovrebbe essere pagato 3 euro l'ora in nero?
Posted by: BernardoR | 19/09/2010 at 14:10
Era una boutade. Ma per rispondere alla tua ultima domanda: così, giusto "per vedere l'effetto che fa".
(E comunque ci sono lavori che sono utili alla società comunque, a prescindere dal mercato: cosa succederebbe se domani non tirassero più su la spazzatura o non pulissero più i cessi pubblici?)
Posted by: stefano | 19/09/2010 at 14:18
Anch'io, come Vito, unisco con una linea i punti che rappresentano le ultime riflessioni (boutade compresa).
Posted by: Hans | 19/09/2010 at 15:42
io a svuotare i bidoni della spazzatura ci andrei anche domani e non rifarei mai il lavoro che ho fatto per 8 anni -receptionist di un hotel a 4 stelle....... oggi i lavori migliori, quelli che lasciano testa vuota e spirito in pace, li fanno robot e macchine...... si cercano dipendenti quasi solo come problem solver, ne so qualcosa io che mentre cercavo di venire a capo di una email squillava il telefono (che continuera' a squillare per minuti perche' una vocina sta dicendo di attendere in linea)e nello stesso momento si presentava al banco un ospite inferocito per l'acqua color ruggine in bagno........ tornavo a casa disprezzandomi........ e raccomando sempre la bella presenza, perche' oggi abbiamo sempe piu' a che fare con sconosciuti tutti i giorni e quindi la prima impressione è diventata fondamentale
Posted by: bruno | 19/09/2010 at 16:08
"ci sono lavori che sono utili alla società comunque, a prescindere dal mercato: cosa succederebbe se domani non tirassero più su la spazzatura o non pulissero più i cessi pubblici?"
perché questi lavori non dovrebbero avere mercato? sono utilissimi all'interno del mercato del lavoro!
sono pagati poco perché hanno poco valore aggiunto e non serve specializzazione.
Posted by: Yoshi | 19/09/2010 at 16:29
Questa storia che chi fa lavori cosiddetti "umili" dovrebbe guadagnare di più in virtù del fatto che gli manca la soddisfazione la penso da circa 20 anni, un po' per il fastidio che ho sempre provato per lo snobismo di certa borghesia mascherato da egualitarismo.
Aggiungo però che se parliamo di utilità per la società (intesa come tutti noi), esistono tanti lavori che non necessariamente sono utili. Ad esempio, molte aziende impiegano più risorse (economiche e umane) nella pubblicità dei loro prodotti che nell'innovazione o nella ricerca. Utile per l'azienda, ma non per forza per la collettività.
Posted by: A | 19/09/2010 at 16:31
Hans, vecchia volpe del mio cuore ...mentre quello lì si fa un'ultima doccia, posso mandarLe un bacio?
Che scriteriati! fare il gioco di unire i punti con la linea, mentre si affrontano i massimi sistemi!!!
Fortuna che S. è "un lettore distratto" in this strange september, magari mi passa il commento...
abbraccio vì
Posted by: vito | 19/09/2010 at 17:08
***Alcuni in gioventù hanno imparato un certo mestiere, per esercitarne un altro, diversissimo, tutta la vita.*** (Jean de la Bruyère)
Non so perché, oggi son fissato con la Bruyère!
Ad ogni modo, tu tieni presente quello che diceva Seneca: "M'impiego ma non mi spezzo!"
Dopodiché si tolse la vita mangiando un'insalata di tofu e seitan scaduti, regalatigli da un tizio africano di nome Nerone, che in tributo del suo defunto amico fondò una nuova provincia romana. Il Senecal.
Ossequi...
S.
Posted by: Sebastian | 20/09/2010 at 13:03
" cosa succederebbe se domani non tirassero più su la spazzatura o non pulissero più i cessi pubblici?"
Ah perché i cessi pubblici vengono puliti!? :D
Posted by: fabristol | 22/09/2010 at 00:21