E’ come se, nel bel mezzo del pavimento di un salotto buono, magari durante un ricevimento, ci fosse una grossa merda. La maggior parte degli ospiti sussiegosi fa finta che non ci sia e ci gira attorno, stando tuttavia ben attenta a non calpestarla, perché va bene tutto, ma trovarsela incollata sulla suola delle scarpe e trascinarsela dietro tutta la serata non è piacevole. Capita invece, di tanto in tanto, che ci sia un ospite tanto ingenuo da fare la sua entrata e, notata per prima cosa quella grossa merda spiaccicata lì in mezzo, esclami ad alta voce: “Ma che cosa ci fa quella merda lì?”. Seguono risatine imbarazzate di tutti gli altri, qualcuno arriva persino a rimproverarlo di non conoscere le buone maniere, qualcun altro puntualizza che non è grossa e non è proprio proprio merda, ma solo un bruscolino trascurabile, qualcun altro taglia corto e dice che non c’è proprio niente perché lui non vede niente. L’incanto, però, è spezzato: anche nel salotto buono, finalmente, qualcuno deve occuparsi di quella merda lì. E' questo, in sostanza, il merito di chi ha avuto il fegato o l'avventatezza di pronunciare la fatidica frase. Ho pensato a questo leggendo di tutte le polemiche ipocrite che, in Germania, hanno fatto seguito al “caso di Thilo Sarrazin” - di cui, detto per inciso, ho comprato il libro che spero di leggere non appena ne avrò il tempo e me ne verrà voglia, per farmene un’idea personale non viziata dai giornalisti che, si sa, seguono l’onda perché si fa meno fatica così che a leggere un saggio di quattrocento pagine pieno di dati e di statistiche. Ecco, Sarrazin ha puntato il dito verso una grossa merda che c’è nel mezzo del salotto buono della Repubblica Federale Tedesca e i commentatori, invece di discutere sul merito della faccenda, hanno a loro volta puntato il dito sul dito di Sarrazin o su una serie di faccende accessorie che non c’entrano nulla. Qualcun altro si è addirittura lanciato in una damnatio memoriae preventiva. Ma non è questo il punto, il punto è il meccanismo che si è innescato e che s’innesca ogni volta che qualcuno dà una scrollata alla pianticella della political correctness. Ricordo una definizione spiritosa che, anni fa, un mio professore diede del realismo socialista: “E’ raccontare le cose non come sono, ma come dovrebbero essere”. La definizione va benissimo anche per la political correctness di oggi: vedere le cose come vorremmo che fossero e non come sono, e se qualcosa urta la nostra sensibilità, fare finta che non sia così, fare finta che non ci sia. La political correctness è diventata, per la sinistra odierna, la versione aggiornata del realismo socialista. Per fortuna, almeno da queste parti, non viviamo più in dittature e non ci aspettano i gulag se non ne recitiamo, obbedienti, i mantra.
Comunque non ci si è limitati ad attaccare personalmente Sarrazin (che, tra l'altro, quando era responsabile delle finanze del senato di Berlino tagliò i fondi proprio a quelle Vorschulen che ora dice essere tanto necessarie), ma si è criticato il suo uso disinvolto di statistiche ad hoc e di studi scientifici senza considerare altri studi che li smentivano. Avesse fatto solo una lunga tirata fallaciana... ma invece pretende di fondare le sue affermazioni su basi scientifiche estremamente dubbie su geni ecc., e questo in Germania suscita ovviamente accostamenti spiacevoli. Molto meglio "Das Ende der Geduld" di Kirsten Heisig che tocca temi analoghi ma con maggiore cognizione di parte (l'autrice era giudice minorile a Berlino) ed evita di ricorrere a slogan "leghisti" come fa Sarrazin. Da come la metti tu sembra che qui in Germania nessuno si sogni di parlare dei problemi dell'integrazione, quando invece il dibattito c'è eccome e da anni, ormai. Sarrazin c'è entrato dentro a piedi giunti con la violenza e le idee di un Bossi o di un Calderoli, tutto qui.
Posted by: ale | 14/09/2010 at 09:16
Sarrazin tocca un nervo da tempo scoperto in Germania, ossia la mancata integrazione dei cittadini extracomunitari a cui, sia detto di passata, è riservata anche una forte discriminazione scolastica, come mettono ben in luce le interviste degli studenti turchi rilasciati allo Spiegel nel mese di luglio. Che poi l’analisi venga fatta con il livore di una scrittura che vede nel non autoctono il capro espiatorio di un non adeguato sviluppo o, addirittura, di una possibile invasione, beh, quello è un altro discorso. Ci risiamo, mi verrebbe da dire: una nuova Medea da individuare in Germania, accusare, additare e poi espellere, come altro da sé, se non di altri. Si può discutere sui modi utilizzati dall’ex ministro delle finanze ma il problema resta e apre gli occhi su una questione, certo, dibattuta ma ancora irrisolta e anche da noi. Medea non era una fattucchiera e manco un’infanticida – ci ricorda Christa Wolf nella sua rilettura della storia; lo straniero non è sempre e solo una presenza invasiva e pruriginosa: se ha le capacità, che venga inserito, visto che le industrie tedesche hanno bisogno come il pane di risorse qualificate e non le trovano. Diversamente queste persone continueranno ad essere doppiamente escluse: prima dal loro paese di origine, che abbandonano per la speranza di una vita migliore, e poi dal nostro.
Posted by: Claudio | 14/09/2010 at 22:40
Ho conosciuto Sarrazin l'anno scorso e devo dire che -forse perché si trattava di un incontro non pubblico in cui non doveva lavorare alla propria immagine da stronzo- ne ho avuto un'impressione abbastanza positiva. Pero' secondo me lui non fa altro che portare avanti in modo molto esplicito la solita idea di integrazione che hanno i Tedeschi: ovvero che uno straniero e' ben integrato quando i suoi sogni/ideali/stile di vita sono congruenti a quelli del Tedesco tipo, cioe' lavorare alacremente tutta la vita per comprarsi una Daimler, costruirsi la casetta con giardino etc. Io spero che il dibattito atutale apra una discussione seria sul concetto di integrazione tout court, magari guardando ad altri paesi (tipo UK o US) invece di guardarsi sempre e solo addosso.
Posted by: Aug | 15/09/2010 at 13:11
Storicamente i problemi di molti paesi sono stati attribuiti a minoranze di origine non autoctona, le cui colpe e le cui differenze culturali sono state ingigantite dalla propaganda (gli italiani negli USA, gli ebrei in Polonia, gli indiani in Uganda, ecc. ecc.).
Io mi chiedo perchè, conoscendo questo pattern storico, tutti sono convinti che il problema degli immigrati musulmani in Europa sia qualcosa di diverso. Anche perchè qualcuno mi deve ancora spiegare quali sono, di fatto, le prerogative degli stranieri di confessione islamica rispetto a quelli cattolici, atei, animisti... come se non ci fosse criminalità, povertà, degrado, mancanza di integrazione nella comunità cinese di Prato (giusto per fare un esempio).
Le reazioni di cui è stato oggetto Sarrazin sono probabilmente esagerate, scorrette e controproducenti. La metafora della merda nel salotto è però fuorviante; sembra quasi che non siano tipo 9 anni che l'immigrazione, e la supposta islamizzazione, sono ai primi posti della propaganda politica di tutti i principali paesi europei. In Germania il tabù della correttezza politica è, se mi permetti, un tantino giustificato vista la storia del paese.
Posted by: Cachorro Quente | 15/09/2010 at 13:17
Vorrei sapere quali, tra le affermazioni di Sarrazin, sarebbero degne di essere "discusse nel merito" senza i pregiudizi indotti dalla cosiddetta "political correctness".
Posted by: Matthaei | 15/09/2010 at 13:24
E' vero che bisogna bloccare l’immigrazione islamica in Germania? E' vero che abbiamo bisogno degli immigrati musulmani, dal punto di vista economico? E' vero che l’Islam favorisce la violenza, la dittatura ed il terrorismo? E' vero che i livelli di istruzione tra immigrati arabi e turchi sono più bassi e abbassano il livello generale dell'istruzione in Germania? E' vero
che visti tassi di natalità della popolazione musulmana arriverà a trentacinque milioni entro il 2100? E' vero che i disoccupati stranieri sono quasi il doppio dei residenti ed un terzo è stabilmente senza lavoro? E' vero che quasi l’ottanta per cento degli stranieri disoccupati non ha mai concluso alcun tipo di formazione e molti di essi approfittano del generoso stato sociale tedesco più di quanto contribuisca alla prosperità complessiva? E' vero che il welfare tedesco è troppo generoso e disincentiva a ricercare un lavoro?
Quando avrò letto il libro, poi, ti farò sapere il resto e ti dirò una mia opinione. Certo è che il discorso, a sinistra, è stato più o meno: "Sarrazin è talmente un idiota e dice cose così idiote che NON VALE NEMMENO LA PENA parlarne". E giù maledizioni. Così almeno ho letto in un pezzo della taz. Perché non bisogna guardare le cose come sono, ma come vorremmo che fossero. E il dogma, in Germania, è che "multikulti" è bello sempre e comunque.
Posted by: stefano | 15/09/2010 at 13:44
Ma la mia domanda è: è possibile parlare delle conseguenze negative dell'immigrazione in maniera obiettiva e senza peli sulla lingua senza per forza utilizzare l'islamofobia? Quanto ha a che fare il "problema Islam" con il "problema immigrazione"? Secondo me molto poco. E confondere i due è quanto, per esempio, secondo me squalifica totalmente l'opera della Fallaci (ovviamente sospendo il giudizio su Sarrazin che non ho letto).
Sul problema del "bisogno" degli immigrati secondo me c'è un problema di fondo nel come si pone la domanda. E' indimostrato che l'immigrazione aumenti la ricchezza; è però sicuro che alle imprese (tedesche o italiane che siano) faccia gola manodopera a basso prezzo. E' una questione di mercato; ridurre l'immigrazione (ammesso che sia possibile) è l'equivalente di implementare una politica protezionista sulle importazioni, ovvero è una scelta insidiosa.
"E' vero
che visti tassi di natalità della popolazione musulmana arriverà a trentacinque milioni entro il 2100?"
Adesso non ho tempo di andare a spigolare in giro, ma esistono molti studi statistici che ridimensionano l'allarme per la "bomba demografica" islamica; molti di questi si concentrano proprio sulla Germania.
Posted by: Cachorro Quente | 15/09/2010 at 15:45
"è possibile parlare delle conseguenze negative dell'immigrazione in maniera obiettiva e senza peli sulla lingua senza per forza utilizzare l'islamofobia?" No, non è possibile. Occorre saper accettare il rischio. Occorre accettare che non è possibile sempre esprimersi in maniera impeccabile. O meglio. E' possibile, ma solo per alcuni fuoriclasse del discorso efficace che esercizio e natura ha dotato di eloquio appassionante, ferreo autocontrollo e fantasia retorica. E comunque anche questi Maradona del bel parlare pagano un prezzo un termini di affatticamento del discorso, di arrancare dell'esprimersi in mille distinguo inefficaci. Ci riescono in pochi, in troppo pochi.
Posted by: GMR | 15/09/2010 at 17:52
Non c'è solo la "bomba demografica" islamica; c'è anche il suicidio demografico nostro. Ed è la loro combinazione la bomba vera.
Posted by: GMR | 15/09/2010 at 17:54
Il concetto di "islamofobia" è una costruzione retorica, ideologica, che respingo. E ho già spiegato altrove perché e non ho voglia di ripetermi, ché mi annoio.
Posted by: stefano | 15/09/2010 at 17:58
a) ok, vabbè, non parlerò di islamofobia. Islamocentrismo ok? Questo non risponde alla mia domanda. L'immigrazione crea problemi, su questo tutte le persone ragionevoli sono d'accordo; problemi simili a quello dell'inurbazione di massa dell'inizio dell'800 (quartieri ghetto, criminalità, ecc. ecc.). In che modo l'Islam peggiora/differisce da questi problemi? Non è una domanda retorica, ci sono molte possibili risposte legittime (l'oppressione delle donne e degli omosessuali nelle loro comunità, il rischio di violenze settarie e terrorismo) ma ognuna di queste va vagliata con attenzione e (mia valutazione personale) nessuna di esse, dopo un'attenta disamina, giustifica l'ossessione dei politici populisti anti-immigrazione per il tema dell'Islam, da cui il termine "islamofobia" (fobia=paura irrazionale e immotivata). Bella costruzione ad anello eh?
b) "Non c'è solo la "bomba demografica" islamica; c'è anche il suicidio demografico nostro. Ed è la loro combinazione la bomba vera."
Vabbè ma siccome non credo che nessuno dei lettori di questo blog smetterà di usare la pillola, il preservativo o comincerà ad avere rapporti con l'altro sesso se omo solo per evitare ai nostri discendenti i fastidi di vivere in un Europa musulmana, questo argomento mi sembra sempre un tantino debole.
In alternativa? Utilizziamo tutti i soldi dello stato in bonus bebè (così facciamo a gara con gli arabi a chi ha più figli malnutriti) oppure favoriamo l'immigrazione di popoli ugualmente prolifici ma di religioni che ci aggradino, che so, i cinesi o i sikh o i filippini. In entrambi i casi, potremmo essere delusi dal risultato.
Posted by: Cachorro Quente | 15/09/2010 at 20:04
@Cachorro. "Mia valutazione personale". L'hai detto. "Fobia=paura irrazionale e immotivata" Anche questo, lo dici tu. Io preferisco dire: lo scopriremo solo vivendo. Accetto il rischio di essere paranoico. Tu accetti quello di risultare uno sprovveduto? Attendiamo il dato empirico (anche se temo che il verdetto arriverà dopo le nostre vite). Tu invece credi di poter prevedere il futuro adesso usando un algoritmo logico solo a te noto e che non ci hai formulato. Ci elargisci l'esito della tua equazione = paura immotivata. In base a che? Boh. Comunque mi rendo conto che qui non ci sarebbe lo spazio. Conclusione? Tutti restano della propria idea e amici come prima. Però abbiamo passato un po' di tempo.
Posted by: GMR | 15/09/2010 at 23:20
Che minchia è l'islamocentrismo?
Posted by: GMR | 15/09/2010 at 23:21
"Tu accetti quello di risultare uno sprovveduto?"
Bè cosa dovrei fare per non risultare uno sprovveduto?
Votare Lega?
Scodellare 8 figli e dare loro un addestramento paramilitare?
Riempire la mia cantina di cibo in scatola e acqua in bottiglia?
Dare il mio 8 per 1000 per finanziare una nuova crociata?
Siccome non farò nessuna di queste cose (ogni tanto ho dei dubbi sulla terza, ma non ho una cantina) e non posso invertire i trend demografici o cambiare la testa dei musulmani credo che il mio piccolo contributo può essere solo nel tentare di smontare certi eccessi e una prospettiva viziata in senso islamocentrico (nel senso che se ne parla troppo in proporzione al reale peso del problema).
Posted by: Cachorro Quente | 16/09/2010 at 09:01
Stefano, alcune delle affermazioni di Sarrazin che citi non sono "dati di fatto" (che sia necessario bloccare l'immigrazione dei musulmani in Europa è una prescrizione politica, non un "dato di fatto") ma tesi politiche. Tesi che, messe insieme con i dati addotti a sostenerle, qualche sospetto lo fanno venire.
Che poi, a entrare nel merito di certe tesi, si finisce come in Italia, in cui bisogna discutere per dimostrare nuovamente quel che un tempo si dava per scontato: in particolare, che la legge dev'essere uguale per tutti, e non deve colpire specificamente una minoranza (gli stranieri, gli zingari etc.).
Posted by: Matthaei | 16/09/2010 at 11:47
Caro Cachorro, sei sprovveduto perché non sai nemmeno scrivere la semplice frase: non posso escludere del tutto il rischio che accada quello che teme Sarrazin, ma so che i miei principi mi impediranno in ogni caso di desiderare qualsiasi contromisura, poiché essa sarà inevitabilmente intollerante se non anti-democratica. Invece no: vuoi fare cappotto, vuoi "dimostrare" che sicuramente non accadrà nulla. E perdi, inevitabilmente, perché non puoi esserne sicuro. Tipico vizio moderno: immaginare che la posizione più perfettamente morale sia sempre anche quella che ci assicura la vita più confortevole per tutti. Una moralità un po' facile, a pensarci bene. I moderni hanno perso completamente il senso del tragico. Sinistra da centro commerciale.
Posted by: GMR | 16/09/2010 at 23:43
In alcuni casi una contromisura può essere sia immorale/illegale che inutile e controproducente. Non sempre è così (perchè se no l'etica e le leggi sarebbero inutili), ma abbastanza spesso lo è (altrimenti etica e leggi sarebbero dannose).
Comunque senza parlare di aria fritta di quali contromisure parliamo? Nella testa mia ce ne sono un paio di possibili.
a) limitare le espressioni della cultura islamica (luoghi di culto, associazioni politiche, festività, burqa, niqab). Per capire che questo è sia illegale che controproducente non ci vuole un genio
b) filtrare l'immigrazione favorendo gli immigrati non musulmani. Non saprei dire se è incostituzionale, sicuramente non è il massimo della vita per un paese laico. Tutto da dimostrare che preferiamo avere, che so, polacchi piuttosto che pakistani e rumeni piuttosto che turchi.
c) ridurre l'immigrazione tout court: non è nè illegale nè necessariamente dannoso, ma è possibile? Secondo me mica tanto.
Posted by: Cachorro Quente | 17/09/2010 at 12:34
"limitare le espressioni della cultura islamica (luoghi di culto, associazioni politiche, festività, burqa, niqab). Per capire che questo è sia illegale che controproducente non ci vuole un genio" Leggiti la storia del processo di laicizzazione in Inghilterra e in Francia, e vedrai che con il cattolicesimo hanno fatto esattamente così. Credi davvero che abbiano fatto tutto Locke, Hume, Diderot e Voltaire con i loro 4 libretti? Consentimi di ricordarti giusto due fatti, sprovvedutissimo Cachorro: 1) proibizione dell'accesso a cariche pubbliche ai cattolici in Inghilterra fino al 1829; 2) proibizione del culto pubblico del cattolicesimo; 3) massacri di preti in Francia; 4) gigantesche confische di beni ecclesiastici. Scommetto che il punto 4 ti piace, Cachorro, posso vedere da qui il tuo sorrisetto mentre immagini le terre della Chiesa confiscate en masse (certo, se ti raccontassi poi come tutto questo in seguito portò alla mossa successiva, le recinzioni dei boschi e dei prati di proprietà pubblica, il quale a sua volta produsse bibliche migrazioni di contadini inglesi privati della terra comunitaria nelle metropoli dove li attendevano le fabbriche, il sorriso ti morirebbe tra le labbra). Ora dimmi: tu appoggeresti oggi la confisca immediata dei beni oggi intestati a Imam, Moschee, ecc? Se credi che siano 4 soldi, informati. C'è tutto un sospettosissimo traffico di finanziamento iilegale a gruppi molto particolari (si può dire? terroristi). Immorale tutto questo? Certo. Illegale? Ancor di più. Controproducente? E chi lo sa.
Posted by: GMR | 17/09/2010 at 20:50
Cachorro, rassegnati: avete avuto la laicità bella e pronta, non ve la siete guadagnata. E si vede. Ciò che si ottiene senza rischio (e per rischio si intende sempre e solo il rischio della vita, che il resto son cazzate) non vale niente.
Posted by: GMR | 17/09/2010 at 20:53
Senza polemica, GMR: mi conosci? Che ne sai dei miei sorrisetti? Che ne sai delle mie idee politiche? Se tu sei un giacobino, sono problemi tuoi; io non faccio il tifo per Barcellona 1936 o per Robespierre e neanche per Ataturk che decapita le donne con il velo o per i roghi di chiese e moschee in genere. Il Papa fucilato dagli anarchici va bene in un film di Bunuel, non nella realtà.
Dici che la laicità l'abbiamo ottenuta così? Possibile. Ma adesso che ce l'abbiamo dobbiamo sputtanarla tornando indietro di due secoli?
Posted by: Cachorro Quente | 18/09/2010 at 13:31
Be', allora saranno gli altri che ci faranno tornare indietro di due secoli, cioè all'epoca che stanno vivendo loro. Perché non viviamo tutti nello stesso tempo, nel caso non ce ne fossimo accorti - e vince chi ha l'ideologia più forte.
Posted by: stefano | 18/09/2010 at 13:53
La laicità è stata ottenuta anche in quel modo, sottolineo l'anche. Quanto poi al fatto che oggi non ci siano le condizioni sociali e psicologiche (mie per prime) per fare lo stesso con l'Islam, questo è un fatto di cui ritengo razionale esserne consapevole: sono sicuro che io per primo non sarei in grado di appoggiare misure simili. Però voglio anche poter pensare che proprio per questo possa andare tutto a scatafascio. La storia non procede per inerzia verso il paradiso liberale.
Posted by: GMR | 18/09/2010 at 16:48
Oppure a farci tornare indietro, magari anche di più di due secoli, saranno coloro che bollano le persone in nome della religione che professano o dell'etnia cui appartengono.
Non sono un estimatore dell'islamismo, né come religione né come ideologia politica. Anch'io sono preoccupato della possibilità che una copiosa immigrazione da paesi musulmani finisca per rimettere in discussione certi principi che spesso non sono neanche ben acquisiti. Credo, però, che sia necessario non cedere alla paura, non lasciare che il pregiudizio c'impedisca di distinguere.
Qualche anno fa il tuo bersaglio preferito era il cattolicesimo, ora è l'islamismo. In questo io vedo il ripetersi di uno schema, la tendenza, in entrambi i casi, a fare di tutta l'erba un fascio.
Anche l'uguaglianza, il diritto a essere giudicati per quel che si è, e non per la propria appartenenza a una categoria, è un valore. Quando si cominciano a mettere in discussione certi principi in nome della critica a una presunta "ipocrisia" ci si ritrova con i ministri che affermano che bisogna essere cattivi con gli stranieri (Maroni, testuale), con i parlamentari che portano i maiali a pascolare su terreni su cui potrebbero essere costruite delle moschee, con le leggi che spingono alla delazione nei confronti dei clandestini, e cose simili.
In Italia a questo punto ci siamo arrivati, in Francia ci stanno arrivando. Altrove spero di no, ma ormai non ci spero più tanto.
Posted by: Matthaei | 18/09/2010 at 20:54