Le infamie di ieri

Manifesto per l'eguaglianza dei diritti

Supporting Israel


Become a Fan

« Luoghi di culto e organizzazione politico-sociale: un articolo di Ugo Volli | Main | Chi ama, chi no »

24/08/2010

Comments

rose

se un libro viene acquisito per certe sue caratteristiche, anch'io non capisco perché poi cercare di sminuirle in ogni modo nell'edizione italiana... temo sempre che i lettori cui potrebbe interessare poi non lo trovino in libreria! ma noi puristi non abbiamo futuro... (peraltro è facile fare i puristi non avendo la mannaia del commerciale sul collo :o)

aitan

Un antico vizio questo di stravolgere i titoli per presunte esigenze marchettare.

finO

In generale io credo che le strizzate d'occhio via titolo si possano anche dare, è come dire, una libertà che l'editore può godersi sull'originale, perché tanto, anche una traduzione letterale, cadendo in tutt'altra situazione culturale e linguistica, è comunque, passami l'abusato gioco di parole, un tradimento. L'autore è molto attento al titolo del suo libro nella sua lingua, e infatti si narra di grandi litigate con gli editori sui titoli (spesso con l'autore dalla parte del torto), meno per le traduzioni. Onestamente "Florence e Giles" non sarebbe stato il più bel titolo pensabile, anche perché da noi i personaggi del racconto di James parodiato non sono così noti e non verrebbero in mente in prima battuta forse neanche ai lettori colti.

Il guaio è quando la strizzatina è fuorviante, come forse qui, dove uno pensa subito alla Rilegatrice dei libri proibiti, o ai Custodi del libro o peggio alla Biblioteca dei morti, recenti successi giocati però su tutt'altri elementi narrativi, mi sembra. Cioè, ammiccamento sì, ma non per ingannare il lettore.

The comments to this entry are closed.