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23/06/2010

Comments

avi

Sono felice di vedere che hai ripreso questo tema. L'altr'ieri quando lessi la notizia restai stupefatto e mi chiesi come mai le autorità della Repubblica soggiacessere ad assurdi quanto antiquati strumenti come i nullaosta del paese di origine di uno dei nubendi. Ti dirò di più, non era neanche necessaria l'abrogazione della necessità di nullaosta: sarebbe bastato chiedere un certificato di stato civile dal paese di origini che dichiari che il nubendo non è coniugato. Comunque finchè non si introduce un discorso chiaro e una prassi diffusa di laicità nel nostro paese queste cose continueranno a esistere, basti pensare ai riconiscimenti degli annullamenti di matrimonio di competenza dei tribunali ecclesiastici. Qualcuno potrebbe cominciare a chiedere che vengano riconosciute le sentenze di divorzio concesse da tribunali sharia, per un principio di equità di trattamento tra religioni ! come purtroppo qualche incauto giudice inglese ha già preconizzato che avverrà nella (un tempo?) civilissima Inghilterra.

d.

Tunisia e Marocco sono soltanto apparentemente paesi "più aperti". Con questa storia del nullaosta mettono i bastoni fra le ruote anche ai loro cittadini maschi all'estero che desiderano sposare un'altro uomo, casi registrati in Danimarca e Paesi Bassi. Le bigotte autorità locali non rilasciano il nullaosta, o non inviano i documenti richiesti, quando si rendono conto che un loro Ahmed desidera sposare uno Jaan o un Thorvald...

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