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22/03/2010

Comments

ssynth

totalmente vero, anche se valido per molte altre professioni forse un po' meno pneumatiche, ti faccio l'esempio della fotografia, io essendo particolarmente schivo ho sempre evitato di "vendermi" come fotografo pur venendo apprezzato e richiesto da addetti al lavoro che di fotografia se ne intendono e ci vivono, fino al momento in cui un losco figuro, un "curatore" londinese non mi ha chiesto di rappresentarmi e così facendo si è proposto di ( a un non modico prezzo devo dire, ma accettabile per me) promuovermi e diciamo "spingermi".Il risultato è che continuo a mantenermi schivo nè muovo un dito per lavorare in quel campo, lo fa lui per me togliendomi dall'irritante ( per me insopportabile)attegiamento del fotografo che sgomita, ce ne sono tanti, dato che la fotografia diciamocelo non è che sia veramente un arte e chiunque dotato di mediocre talento una digitale e photoshop puo` inventarsi fotografo di moda etc. di questi ne ho conosciuti molti che corrispondono alla descrizione che ne fa white.

Paolo, por supuesto

non ci sono più i bruti di una volta.
ma bisogna riconoscere che il pugno in faccia in quanto ricchione è meglio riceverlo virtuale che fisico.

stefano

@ paolo: o sono rinco io, che non capisco il commento, o forse tu volevi commentare il post più sotto?

Paolo, por supuesto

ho tagliato troppo, vediamo se riesco a spiegarmi.
l'immateriale è sempre stato parte della vita umana. certo oggi, grazie al consumismo, diventa un dato dell'esistenza forse troppo comune e perde un po' del suo fascino fino a diventare inconsistenza e pedanteria.
parliamo di era postindustriale e società dell'informazione, infatti.
nascono professioni nuove e si sviluppano o valorizzano tratti caratteriali giudicati prima non necessari. del resto l'uomo è animale culturale, e l'ipertrofia di comunicazione, in assenza di significato, sarà forse causa della sua autodistruzione.

ma - proprio per questo incontrovertibile scorrere delle cose - trovo fuoriluogo il rimpianto per epoche antiche, per il buon selvaggio, per i mestieri "veri" e rudi (operai, pompieri, minatori, idraulici) oggi scomparsi o resi meno pericolosi dal progresso e dall'automazione, almeno in Occidente.

questo cambiamento fa sì che l'esperienza fisica sia diventata un culto, e queste professioni idealizzate. persino il bruto di un tempo diventa appetibile oggi.
al punto che i giovani, per mostrare di avere esperienze che non possono più avere nella realtà, comperano jeans vintage e anticati a 10 volte il prezzo di quelli normali.

ma in questo mondo così sofisticato, noi ex culatoni veniamo picchiati di meno, troviamo lavori più adatti a noi senza essere discriminati, abbiamo i siti internet per incontrarci.

ls

Soprattutto per perle come queste non rinuncerei mai a leggere il tuo blog, grazie :-)
A me pare che anche un lavoro che io speravo s'addicesse agli schivi e ai miti, ovvero la traduzione, è un lavoro delirantissimo. Forse una volta era così, prima dell'impennata del desiderio universale di diventare traduttori. Ora mi pare che spesso spicchi la gente insistente e aggressiva, che vanta conoscenze di qua e di là, che si intrufola in ogni dove, che a sentir loro sono amici di tutti e ammanicati con chiunque, che solo loro san fare ipersupertalentscouting, che fanno marketing, selfmarketing e vendita del fumo, che te li trovi a torino, a urbino, a bellinzona, a lipsia, a pisa, a roma, a francoforte, a londra ecc ecc.
Almeno in quel che faccio ora di delirante c'è solo il tentativo di infilare un briciolo di riflessione nelle menti a forma di schermo televisivo.

stefano

mmh, Paolo, capito... ma non è che ci stiamo dando un premio di consolazione? No, così, giusto per dire...

ls: questi che sono ubiqui e perennemente in attività mi domando dove trovano l'energia per fare tutto quel che fanno - se lo fanno poi. Il tuo elenco mi fa venire in mente quell'antico sketch di Faletti, della sarta-wannabe stilista che aveva il negozio a: Abbiategrasso, Bellinzona, New York :)

Paolo, por supuesto

Macché premio di consolazione. Io ho scelto di fare il pubblicitario, ossia un mestiere tra i più "imprendibili" e mistificatori all'età di 15/16 anni, per una forma tutta mia della sindrome di Robin Hood: mi rendevo conto che lì che si poteva confermare il peggior luogo comune, e andava impedito. C'è chi ha capito che si poteva formare il consenso come Berlusconi, e prima di lui Hitler, o Hollywood.
Esistono idioti in tutte le professioni, Stefano.

stefano

Io intendevo premio di consolazione OGGI :), mica nel 1900, quando hai deciso tu :D

vito

incredibile del 1900!
(d'altra parte fa il pubblicitario!)
quello lì... ecco perchè quasi mi sposava!!! gli serviva una badante!
ma che mi frega, dopo la spocchia su Busi...non ho dubbi - spero solo che Hans prima o poi si sbilanci.

waiting for godot

pio

@ Paolo: lavori più adatti a noi?
e quali sarebbero, di grazia?

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