La ragione per cui il terrorismo funziona - e continuerà a farlo a meno che non vi siano cambiamenti significativi nel modo di reagire - è precisamente perché gli esecutori credono che ammazzando dei civili innocenti riusciranno ad attirare l’attenzione del mondo su quelle che ritengono le loro rivendicazioni, pretendendo che il mondo li “comprenda” ed “elimini le cause alla radice”. Sottomettersi a questa pretesa equivale a inviare il seguente messaggio controproducente a chi avanza tali rivendicazioni: se ricorrete al terrorismo, ci sforzeremo di comprendere le vostre rivendicazioni e risponderemo più di quanto avremmo fatto se aveste impiegato metodi meno violenti.
[...]
Con il terrorismo dobbiamo usare proprio il metodo opposto. Dobbiamo impegnarci a non cercare mai di comprendere o eliminare le cause dichiarate alla radice, ma respingerlo invece al di là dei limiti del dialogo e dei negoziati. Il nostro messaggio deve essere questo: anche se avete delle rimostranze legittime, se ricorrete al terrorismo come mezzo per eliminarle noi ci limiteremo a non ascoltarvi, non cercheremo di comprendervi e sicuramente non cambieremo nessuna delle nostre politiche nei vostri confronti. Invece vi daremo la caccia e distruggeremo la vostra capacità di usare il terrore. Qualsiasi altro metodo incoraggerà l’uso del terrorismo come mezzo per raggiungere degli scopi - siano questi scopi legittimi, illegittimi o una via di mezzo tra i due.
Non c’è nemmeno un’unica radice sostanziale di tutto il terrorismo - o anche solo della maggior parte di esso. Se ci fosse - se, per esempio, la povertà fosse la causa alla radice di tutto il terrorismo -, allora aggiustando questo problema potremmo affrontare la causa alla radice di gruppi terroristici specifici senza incoraggiarne altri. Ma la realtà è che le “cause alla radice” del terrorismo sono varie quanto la natura umana. Ogni singola “causa alla radice” legata al terrorismo esiste da secoli e la grande maggioranza dei gruppi con cause equivalenti o più urgenti - e con una povertà maggiore e condizioni ancor più sfavorevoli - non ha mai fatto ricorso al terrorismo. Non c’è mai stata una correlazione diretta, per non parlare di causa, tra i gradi di ingiustizia patiti da un certo gruppo e la volontà di quel gruppo nel ricorrere al terrorismo. La ricerca di “cause alla radice” sa più di giustificazione politica posteriore ai fatti che non di indagine scientifica induttiva.
[...]
Può essere anche vero che la disperazione renda più disponibili alcuni individui a diventare attentatori suicidi, ma è il successo di questa tattica che incentiva coloro che reclutano e mandano gli attentatori suicidi nelle loro missioni letali. E’ essenziale distinguere tra le motivazioni degli attentatori e quelle dei leader che decidono di impiegare la tecnica del terrorismo per raggiungere obiettivi politici e diplomatici. Da questa realtà consegue che un atto di terrorismo non deve mai diventare l’occasione per affrontare la causa sostanziale alla radice del terrorismo. Il messaggio inequivocabile ai terroristi dev’essere che l’unica risposta agli atti di terrorismo sarà di accertarsi che non abbiano mai successo, di infliggere punizioni severe ai terroristi e impedirne atti terroristici futuri rendendoli incapaci di farlo e intraprendendo efficaci misure preventive e proattive. [...] Questo è l’unico modo per mandare il messaggio che nessuna causa e nessun obiettivo giustificano il ricorso ai mezzi inaccettabili del terrorismo. Se ci allontaniamo da questo principio diventiamo complici nell’incoraggiare ulteriormente il terrorismo.
Questo metodo duro nei confronti del terrorismo non significa che le cause alla radice non debbano mai essere affrontate. Se la causa è giusta, deve essere presa in considerazione - nel suo ordine di giustizia in rapporto ad altre cause, tolta la pena che dev’esservi imposta per aver fatto ricorso al terrorismo. [...] Ci sono molte cause giuste nel mondo. Quelle che invocano il terrorismo o vi fanno ricorso devono essere messe in fondo, e non in cima, alla lista delle cause giuste che meritano la considerazione della comunità internazionale. Questo è particolarmente vero se i terroristi rappresentano la causa, più che restarne ai margini.
[...]
Alan Dershowitz, Why Terrorism Works. Understanding the Threat, Responding to the Challenge (Perché il terrorismo funziona. Comprendere la minaccia, reagire alla sfida), pagg. 24-29. Da leggere magari tenendo presente questa notizia.
E' un punto di vista pregno di uno sconfinato egoismo. Oppure ci vogliamo dire che tutto il mondo si preoccupa della causa dei curdi e del Kurdistan?
No, perchè non ce ne frega niente, perchè i curdi non fatto saltare aerei, autobus e scuole.
Posted by: Paolo | 20/01/2010 at 13:35
Ah, dunque tutti dovrebbero ricorrere al terrorismo per farsi sentire?
Ottimo: chi ha delle lagnanze si faccia saltare per aria in qualche asilo, in qualche scuola o sui mezzi pubblici...
Mio caro, noi dobbiamo difenderci dal terrorismo in primo luogo. L'altruismo a favore dei terroristi lo lascerei alle "anime belle" e a certi pacifisti.
Ma poi, scusa, hai letto bene? E' proprio questo il punto: bisogna smettere di dare corda a chi ricorre al terrore e promuovere piuttosto le cause (se giuste) di chi vi ha rinunciato. Fino a oggi - come mi stai dimostrando tu - ha pagato usare il terrorismo, anche dal punto di vista mediatico... E' il caso di invertire la rotta e disincentivare e punire chi ne fa uso.
Posted by: stefano | 20/01/2010 at 13:42
sullo stesso tono di "capacità di avvertire il problema" oggi leggo:
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_articolo=6874&ID_blog=25&ID_sezione=29
e grazie per la traduzione
appartengo ad una generazione (1948, un po' imbecille) che non ha studiato le lingue
Posted by: paolo ferrario | 20/01/2010 at 18:08
Io faccio parte di coloro che si oppongono a una risposta SOLO militare al terrorismo.
Quelli di Dershowitz sono sofismi propagandistici
Posted by: Matthaei | 20/01/2010 at 18:38
Letto tutto il libro? No, perché Dershowitz non propone una soluzione SOLO militare. Non si tratta proprio di sofismi propagandistici.
Posted by: stefano | 20/01/2010 at 19:15
caro stefano,
nessuno dovrebbe ricorrere al terrorismo e combatterlo mi pare un fatto altrettanto ovvio.
il resto mi sembra di una arroganza e di una sicumera intollerabile. "Le cause giuste che vi fanno ricorso devono essere messe in fondo e non in cima alla lista" ma quale lista e quale priorità è stata data a cause (giuste) sostenute da atti terroristici? caso mai di volta in volta si è potuto cedere a ricatti contingenti.
Sulle cause giuste e sulle mancate risposte resta e pesa come un macigno l'avidità e il silenzio della comunità internazionale, l'incapacità ad affrontarle -nella migliore delle ipotesi- l'opportunismo e l'indifferenza di chi comunque sta bene/meglio e magari si ricorda infastidita dell'altra parte del mondo meno fortunata solo quando le situazioni esplodono ...a prescindere da atti di terrorismo.
Pensa ad Haiti pre-terremoto, gli ultimi del mondo non mi risulta fossero terroristi:in quale privilegiata lista erano perchè nessuno si sia occupato,prima,di loro?
Posted by: vito | 20/01/2010 at 20:07
No, ho letto solo la parte che hai postato tu.
E quello che hai postato è propaganda, oltre che una distorsione delle posizioni di chi la pensa diversamente da lui (del resto fa l'avvocato e il professore di diritto ed è sempre stato bravo ad autopromuoversi, il che l'ha reso bersaglio di parecchi critiche, c'è poco da sorprendersi).
Posted by: Matthaei | 21/01/2010 at 01:48
D'accordo con Vito e Matthaei.
Posted by: fuchsia | 21/01/2010 at 16:18
Bene, adesso una cosa ci è chiara: poiché il non dare risposte militari radicali al terrorismo ha fatto aumentare a dismisura il terrorismo, evidentemente i nostri amici qui sopra vogliono che il terrorismo si espanda e si rafforzi sempre più. Resta ancora da capire se lo facciano per ragioni ideologiche o perché la lobby del petrolio li paga per fargli propaganda, ma anche se non riusciremo a capirlo ce ne faremo una ragione.
Posted by: barbara | 22/01/2010 at 00:48
Va bene, ho scritto un altro post. Un commento sarebbe stato troppo lungo.
Posted by: stefano | 22/01/2010 at 11:08