Le infamie di ieri

Manifesto per l'eguaglianza dei diritti

Supporting Israel


Become a Fan

« "The country teacher" | Main | La malattia della famiglia M, tra farsa e tragedia »

22/01/2010

Comments

Matthaei

Che Dershowitz sia un esperto di autopromozione non dice nulla sul merito delle sue argomentazioni, ma è indice, da parte mia, di una particolare irritazione nei suoi confronti. Insomma, è un aggravante. E non è neanche del tutto vero che "non dica nulla", perché getta una luce sull'attendibilità di certe tesi.

Sarebbe troppo lungo rispondere in maniera articolata a quel che scrivete Dershowitz, tu (e Barbara nell'altra discussione!). Quanto a me, noto che l'affermazione "non dare priorità alle cause che i terroristi dicono di sostenere" è, semplicemente, del tutto priva di senso, sia in astratto (il fatto che una causa sia "difesa male" non dovrebbe affatto impedire che essa sia "prioritaria": la questione va esaminata nel merito), sia in concreto, anche con riferimento al caso specifico del terrorismo palestinese (sul quale, peraltro, Dershowitz combatte battaglie fuori tempo massimo, perché il contesto nel quale si sviluppò, ed ebbe risonanza, il terrorismo palestinese, è del tutto diverso da quello odierno). Prendiamo il caso dell'IRA: se Blair avesse seguito il parere di Dershowitz, non avrebbe mai dovuto considerare l'IRA un interlocutore e non avrebbe mai dovuto firmare l'accordo del Venerdì Santo. In retrospettiva, fece bene o male a firmarlo? Fece benissimo, checché se ne possa dire andando dietro a Dershowitz.

L'impressione che traggo, da quel che scrive Dershowitz (almeno quel che riporti tu) e da quel che scrivi tu, è che da una parte si dice che "diversi sono i tipi di terrorismo e diversi sono i modi per disincentivarlo"; dall'altra ci si pone su un piano squisitamente moralistico-ideologico e si finisce per considerare il terrorismo come un fenomeno unitario, prendendo come paradigma, tra l'altro, il terrorismo palestinese (e perché poi?). La stessa logica della "Guerra al Terrore". Vogliamo negare che, con questi pretesti, sia stata compiuta un'operazione progandistica per promuovere altri interessi, che con il terrorismo avevano poco a che vedere?

Gab

Per me è di una linearità disarmante. Non capisco certi commenti al post precedente sull'argomento. Ma è ovviamente un mio limite.

Premetto che non ho letto il libro, tuttavia, l'estratto che hai tradotto tu, Stefano, mi sembra chiarisca bene i concetti. E si direbbe proprio che qualche commento precedente non faccia altro che avvalorarne le tesi.

Sono un po' turbato dal discorso "dell'autopromuoversi": se io volessi scrivere qualcosa, lo farei per diffondere il mio punto di vista, cercando di motivare al meglio quanto sostengo, non certo per darmi del cretino. Poi se mi faccio pure pubblicità è "male"? Forse per chi preferisce portare cilici lo è davvero.

La vedo grigia.

fuchsia

@Barbara di cui leggo solo ora il commento: perdona, non ti sembra di essere andata leggermente fuori misura? Chi non è esattamente d'accordo con te su un determinato aspetto di un particolare argomento non è necessariamente tuo nemico giurato. Le considerazioni fatte da Stefano, condivisibili o meno, sono opportunamente argomentate e sono comunque motivo di riflessione e analisi. La tua conclusione delirante finisce in un vicolo cieco. Personalmente ho orrore di qualsiasi forma di fanatismo e fondamentalismo politico-religioso. Non ho alcuna vocazione al martirio, tantomeno in nome di un credo religioso come quello islamico che non potrebbe essere più lontano dalla mia sensibilità. L'unico esercito cui mio malgrado appartengo è quello dei cassintegrati e l'unico denaro con cui mi mantengo è quello che proviene dalle casse dell'Inps.

@Matthaei: il riferimento all'IRA mi pare particolarmente significativo e opportuno.

stefano

Guarda, è difficile discutere di un libro con qualcuno che non lo ha letto. Ancora: Dershowitz non parla solo del terrorismo palestinese. Più avanti parla anche di Al-Qaeda, che era - ai tempi in cui è uscito il libro, il 2002 - e resta la minaccia più vicina a noi. Perché proprio questi come paradigmi? Be', forse perché il 90 per cento del terrorismo è di matrice islamica? Non so, la butto lì così... non vorrei offendere la sensibilità di nessuna "political correctness", eh.

"Vogliamo negare che, con questi pretesti, sia stata compiuta un'operazione progandistica per promuovere altri interessi, che con il terrorismo avevano poco a che vedere?". Mi si trovi una qualsiasi politica, in un qualsiasi settore, che sia "pura" e completamente scevra da qualsiasi "altro interesse". Però, guarda caso, questo s'invoca solo riguardo alla lotta al terrore...

Matthaei

Veramente è Dershowitz (ma il fatto che il libro sia stato pubblicato nel 2002 è un'attenuante importante) che, dal passo che hai citato tu, pone il discorso sul terrorismo su un piano "prepolitico" e pretende di prescindere da considerazioni politiche.
La propaganda (mistificatoria, in quanto ideologica) è la sua.

Angelo Ventura

Personalmente credo che nulla, nessuna "causa", nessuna ideologia, giustifichi l'uccisione di innocenti. Il terrorismo è una minaccia per la società civile, a prescindere da considerazioni politiche. Occorre arginare il ricorso al terrorismo, ma l'opzione militare deve essere la misura estrema, essendovi altri mezzi.

The comments to this entry are closed.