Due episodi, avvenuti a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, ai due capi opposti del mondo illuminano in maniera impressionante che cosa sia l’ecumenismo nella sua accezione islamica. Con buona pace di chi pensa che basti essere aperti all’altro per ottenere, in cambio, lo stesso trattamento. In realtà per l’islam le altre religioni monoteistiche sono accettabili solo in uno stato di totale subordinazione.
Che cosa è accaduto, dunque? In Egitto sette cristiani copti sono stati massacrati e altri nove feriti da tre musulmani che gli hanno sparato da una macchina mentre uscivano dalla messa di Natale. Il ministero dell’interno dichiara che si sarebbe trattato di una vendetta per un presunto stupro. E’ normale che per farsi giustizia da sé si ammazzi della gente all’uscita di un luogo di culto? I copti “lamentano di subire discriminazioni sia da parte dei musulmani estremisti che nella vita civile: le tensioni sono particolarmente forti proprio nell'Egitto del sud”.
In Malaysia, invece, dove i musulmani sono maggioranza assoluta, ma gli appartenenti alle altre religioni sono una nutrita minoranza - il quaranta per cento - quattro chiese di diverse confessioni sono state date alle fiamme. Il motivo di tutto ciò? Una sentenza di un tribunale che consente a tutti di usare la parola “Allah”, mentre gli islamisti la rivendicano solo per sé: gli infedeli dovrebbero usarne un’altra, “Tuhan” (ovvero: Signore). Non so che cosa sia più ridicolo (e tragico allo stesso tempo): un tribunale che si pronuncia su quale nome si debba usare per indicare dio e su chi lo possa pronunciare oppure quei musulmani che - letteralmente, stavolta, e fuor di metafora - fanno fuoco e fiamme per tappare la bocca ai dhimmi del loro paese.
Queste due notizie recenti mi hanno fatto tornare in mente quella della crocifissione dei sette cristiani in Sudan - a cui avevo già accennato in passato - da parte dei soliti noti.
oriana fallaci aveva avvertito in tempo reale, direi.
giovanni sartori avverte, in chiave di funzionamento delle democrazie, in questi giorni e qualche anno fa con Pluralismo. multiculturalismo e estranei
gli intellettuali multiculturali nostrani si sono distinti nel lapidarli entrambi.
è impressionante coma la nostra cultura dei diritti individuali (ancora tutti in costruzione) è perdente davanti alla inesorabile penetrazione dell'islamismo nella vecchia europa
Posted by: Paolo Ferrario | 10/01/2010 at 00:29
Lungi da me volerti tacciare di razzismo. Vorrei solo dire che quanto scrivi (pur non essendo sbagliato) non può precludere in modo pregiudiziale ad una politica di accoglimento dell'altro. Insomma, tu (ti do del tu, anche se non ci conosciamo e non siamo coetanei, se me lo permetti :)) descrivi una forma di fondamentalismo che, come tale, è tautologicamente violento. Lo stesso è valso (e vale tuttora) per certo fondamentalismo cattolico (la mia omosessualità latente mi porta naturaliter a parlar male dei cattolici). Insomma, quello che dici vale per qualsiasi fede cieca, che è quella che accomuna tutte le religioni monoteiste (e non solo): se la loro è l'unica verità veramente vera, il loro il solo unico sommo bene, come si può pensare che accettino la diversità? (Ovviamente non sto giustificando nessuno degli episodi che hai ricordato). Spero di essere stato più chiaro di quel che penso. Un saluto, D. :)
Posted by: D. | 10/01/2010 at 19:59
Ecco: la loro NON è l'unica verità vera.
Posted by: Angelo Ventura | 11/01/2010 at 06:33
I tigrotti della Malesia se ne fregano del multi-culti. E paradossalmente fanno bene, segmentare lo spazio pubblico di una democrazia liberale in clan poco comunitanti, non so a cosa serva se non a rafforzare le Identità Tradizionali. A mio modesto parere dall’agitato non mescolato ci salveranno solo l’ibrido, il meticcio e lo shakerato.
Posted by: Onan | 11/01/2010 at 18:58
Lapsus: ho scritto comuni-tanti, volevo dire comunicanti.
Posted by: Onan | 11/01/2010 at 19:06