Le infamie di ieri

Manifesto per l'eguaglianza dei diritti

Supporting Israel


Become a Fan

« A chi è tentato di non amarsi | Main | Luogocomunismo autolesionistico »

21/10/2009

Comments

penaepanico

...subito a comprarlo....

Paolo, por supuesto

grazie per la segnalazione.
buffo. su wikipedia inglese dicono che è francese, su quella inglese che è francese (per via del bilinguismo familiare). in Spagna accennano alla transessualità in apertura.
e in tutte le pagine è un profluvio di aneddoti interessantissimi: la Signora è davvero un'icona della nostra epoca nel senso più intenso della parola.

Max

Bravo Stefano, hai colto nel segno con la tua bella recensione. Con 'With Love' eri stato un po' cattivello, ma avevi in parte ragione. Anche per me è come se, a distanza di così tanti anni, Amanda percorra la strada che aveva interrotto con 'Never Trust a Pretty Face' e 'Incognito'. Concordo anche sui due titoli che hai sottolineato, 'Comment te dire adieu' e soprattutto 'For what I am', per me due nuovi classici di A.Lear. Spero che il disco abbia successo, lo merita.

Paolo, por supuesto

Oh, un bel simposio di adoratori della Lear. Io credo invece il disco non sia granché, che Peki. Ci voleva un bel coraggio, e a lei non è mai mancato, per fare cover version di "Perfect Day", o "Always On My Mind" e ridurle a parodia.

Del resto Amanda Lear scherza col fuoco, da sempre, e ha fatto "Il Brutto Anatroccolo" oltre a "Cocktail d'Amore". E mai s'è ripetuto il tocco magico di Monn e Sweet Revenge (merito di Bowie periodo berlinese che con lei non s'era sentito all'altezza?).

"Comment te dire adieu" l'hanno fatta così tanti altri, e tutti meglio.
Concordo invece per "For What I Am" (versione single) che eguaglia l'unica altra gemma degli ultimi anni "Martini Disease".

Ma perdoniamo tutto: è un po' come Marlene Dietrich, poteva permettersi "Just a Gigolo": aveva -come Amanda- già dato-

The comments to this entry are closed.