Da un annetto a questa parte io e lui ci siamo sobbarcati il gravoso compito di guardarci tutta la versione americana di Queer as Folk, il noto serial televisivo che segue le vicende di un gruppo di gay e lesbiche - con relativi amici e parenti - di Pittsburgh, dipinta quasi come se fosse la mecca frocia degli Stati Uniti. In realtà Queer as Folk è la trasposizione americana dell'omonimo serial inglese, che pure avevamo guardato con un certo piacere. La differenza essenziale, però, è che gli americani amano strafare e con la loro mania di gigantismo hanno trasformato i pochi episodi dell'originale britannico in una specie di mammut da cinque stagioni e ottantatré episodi. All'inizio anche la versione Usa segue la falsariga della trama inglese, ma poi a poco a poco se ne discosta. Queer as Folk britannico presenta ancora qualche traccia di realismo, a partire dall'ambientazione: Manchester, Canal Street, dove effettivamente c'è un bel viavai e un sacco di locali gay. Ma - ci siamo chiesti - perché Pittsburgh? Soprattutto quando abbiamo saputo che quella Pittsburgh non è nemmeno del tutto Pittsburgh, visto che parte delle riprese sono state fatte a Toronto? Misteri della fiction americana.
Il mio giudizio su questo serial è diviso tra pancia e cervello. La prima se lo gode come la casalinga media anni ottanta si godeva Anche i ricchi piangono o Dallas, il secondo nutre numerose perplessità e non riesce a nascondersi i difetti di tutta l'impresa. Va detto che tecnicamente - e anche narrativamente - Queer as Folk Usa è realizzato estremamente bene e con grande cura. C'è poco da fare: gli americani sanno tessere delle storie, sanno renderle attraenti e sanno calamitare lo spettatore davanti allo schermo televisivo, anche se spesso questo risultato è più merito di una tecnica collaudata che non di vera inventiva. Se abbandono quindi ogni remora o ogni tentativo di giudizio, il divertimento è assicurato. A poco a poco uno si affeziona ai personaggi, che diventano familiari... proprio come, ai tempi dei tempi, J.R. e Sue Ellen per la proverbiale massaia di Voghera teledipendente.
Il cervello, però, non sospende le sue riserve. Tanto per cominciare, se è vero che la rappresentazione della sessualità è piuttosto franca e realistica, altrettanto non si può dire dei personaggi, i quali tendono a essere dipinti con un eccesso di benevolenza. Con una sorta di ribaltamento dei canoni della vecchia cinematografia hollywoodiana, in cui i gay erano cattivi e quindi anche brutti, qui i personaggi gay sono tutti belli, curati e muscolosi. Nelle scene in cui l'ipersessuato protagonista Brian Kinney scopa in qualche sauna o in qualche dark-room o è indaffarato in un'orgiona, tutti gli uomini coinvolti sono, indistintamente, dei bonazzi da urlo. Non ce n'è uno non dico brutto o vecchio o pelato o con la panza strabordante - come in effetti capita, con discreta frequenza, nella vita reale -, ma neanche appena appena normale, con qualche difetto che lo renda umano al pari di tutti noi. Viceversa, quasi tutti gli eterosessuali che appaiono sullo schermo sono di aspetto squallidamente mediocre, bruttarelli e sfigati, vestiti male e, loro sì, con la panza e pochi capelli. Se i gay ballano al "Babylon" o partecipano a feste fantastiche, i corrispettivi etero si riempiono di birra in qualche pub infame, dallo stile a mezza via tra il rustico e il grezzo. E, soprattutto, hanno sempre l'aria di essere un po' tonti e tardi di comprendonio.
Si ammettono eccezioni, tuttavia, a questo canone, purché servano all'altro grande scopo della serie - uno scopo che condivide con gran parte dei telefilm americani. Mi riferisco all'intento moralistico-didascalico che i produttori americani sembrano avere nel sangue. In questo contesto irreale e surreale - dove tutti sono belli, bòni e trombano tanto - bisogna pur insegnare qualcosa agli spettatori. Allora ecco che l'unico gay vecchio (ma ricco) è quello di cui a un certo punto s'innamora Emmett. E' vero: è già sposato e quindi è assolutamente "in the closet", tanto che prima di conoscere Emmett l'unica consolazione erano le pippe davanti ai siti porno, ma dopo riconosce pubblicamente la sua omosessualità e quindi si riscatta. L'insegnamento è che, in sostanza, non bisogna discriminare i vecchi froci che hanno ancora tanto da dare. Una volta impartito l'insegnamento, l'elemento stonante può essere tranquillamente fatto fuori e infatti il soggetto in questione crepa nella toilette di un aereo mentre sta scopando con Emmett. Poi, naturalmente, ci sono anche un paio di sieropositivi: Vic, il fratello di Debbie Novotny, e Ben, il fidanzato del figlio Michael. Anche in questo caso il telefilm c'insegna che nemmeno nei loro confronti bisogna discriminare. In compenso loro sono abbastanza asessuati: il fidanzato di Michael è, oltre che muscoloso (hat tip: anche se sei sieropositivo puoi comunque diventare una montagna di muscoli) e intellettuale, monogamo. Il fratello di Debbie, invece, si astiene da ogni attività sessuale finché non trova l'uomo che fa per lui. Quando Vic viene erroneamente arrestato dopo che un pretty cop gli ha rivolto la parola a un pisciatoio pubblico (mentre Vic stava realmente solo pisciando e nient'altro), lui ribadisce tra il benpensante e lo scandalizzato che mai e poi mai lui farebbe una cosa così poco politically correct come rimorchiare qualcuno in un cesso.
Gli esempi abbonderebbero: c'è la giovane marchetta sbalestrata che fa il duro e il cinico ma che poi, a poco a poco, viene conquistata dall'affetto paterno di Ben e Michael che riescono ad averlo in affido. E, ovviamente, ritrova la retta via riprendendo ad andare al college. C'è la crystal queen che nella prima serie seduce Ted e finisce in ospedale per overdose, ma torna poi in una serie successiva quando è Ted a essere vittima delle droghe sintetiche ed è diventato un saggio counselor in una clinica di disintossicazione. Lo stesso Brian Kinney - cinico, disincline a dichiarare il suo amore per il giovanissimo Justin - è in realtà, sotto sotto, un pezzo di pane, praticamente la versione frocia e aggiornata di Fonzie senza giubbotto di pelle, uno che, malgrado le sue dichiarazioni in senso opposto, è disposto a finire in rovina pagando di tasca sua una campagna informativa contro il candidato sindaco omofobo (per il quale però aveva fatto prima la campagna pubblicitaria). E mi fermo qui. Insomma sono la bontà e la pedagogia pret-à-porter degli sceneggiatori televisivi americani che trionfano tra un paio di chiappe e l'altro. Già, perché a ogni inizio di episodio abbiamo sempre scommesso su quanto avremmo dovuto aspettare prima di vedere il primo culo nudo.
Su quanto possa contribuire Queer as Folk per il progresso della "causa gay" non sono in grado di esprimermi. Per certi aspetti il telefilm è davvero molto tagliato sull'esperienza statunitense e sugli schemi cognitivi e interpretativi che della "gaytudine" hanno in quel paese. Per ora posso solo dire che, sospendendo il giudizio definitivo a quando avremo terminato la visione dell'ultima stagione (ora siamo nel bel mezzo della quarta), me lo godrò di pancia. Proprio come una portinaia o una casalinga.
Solo due domande:
1) **Anche in questo caso il telefilm c'insegna che nemmeno nei loro confronti bisogna discriminare. In compenso loro sono abbastanza asessuati: il fidanzato di Michael è, oltre che muscoloso (...) e intellettuale, monogamo. Il fratello di Debbie, invece, si astiene da ogni attività sessuale finché non trova l'uomo che fa per lui** Ehmmm.... monogamo = asessuato??? non voler far "sesso ricreativo" (sesso per il sesso) = assessuato??? Per carità :-) quisquilie di connotazione lessicale... ma... mi rimane la curiosità, ehehehe: stai usando la definizione di "asessuato" in senso lato? come un'iperbole ironica e provocatoria? o questa è la tua accezione/corrispondenza semantica del termine?
2) Non ho trovato "disincline" in nessun dizionario (Garzanti, Treccani, De Mauro). E' un tuo personale neologismo? Lo chiedo con entusiasmo, perchè a me è piaciuto sùbito! Un po' come "inaspettative", geniale vocabolo e titolo in un componimento di Kikì Dimulà (poetessa neogreca).
Merci!
Posted by: Sebastian | 12/08/2009 at 19:25
1) la prima che hai detto: tutta la recensione vuol essere un po' scanzonata, ovviamente.
2) be', se non c'è lo invento io adesso. che male c'è :) ?
Posted by: stefano | 12/08/2009 at 19:34
Oooh... tuttavia nello Zingarelli ho trovato "disinclinare" e "disinclinazione".... Come mai, però, non danno anche "disincline"??? Uffi... illuminami Stefano!
Ciao
Posted by: Sebastian | 12/08/2009 at 19:35
@ Sebastian: quanto alle parole con prefissi che negano come dis- o a-, i dizionari non possono riportare tutto l'esistente, o si farebbe la Treccani; si limitano a riportare i più diffusi. E comunque l'uso della lingua è creativo e varianti nuove si creano continuamente: il prefisso dis- e lì a disposizione di chiunque se ne voglia servire.
Sulla seconda questione: che in un dizionario ci sia "disinclinare" e non "disincline" non deve sorprendere: dato un verbo, si possono formare tantissimi derivati: per lo stesso motivo di sopra, si riportano solo i più diffusi; si dà per scontato che da "disinclinare" si formino gli stessi derivati di "inclinare".
Posted by: endimione | 12/08/2009 at 19:51
Che male c'è? Nessunissimo! :)
Anzi, mi piacerebbe ordinare il dizionario Beretta2010... Quanto mi viene a costare? :D
Posted by: Sebastian | 12/08/2009 at 19:57
Ci sono volute tre serie e mezza, ma alla fine sono riuscito a fartelo godere da brava casalinga con le pattine. Obiettivo raggiunto! :)
Posted by: Jadran | 12/08/2009 at 20:58
Che l'uso della lingua sia (e soprattutto "debba" essere) creativo, dal mio punto di vista è (quasi) lapalissiano! Non avendolo ancora trovato (o chissà, magari la memoria non lo ha registrato), ero curioso di sapere se fosse un neologismo del nostro Cadavrexquis o, invece, non si trattasse di un termine "ricercato", magari un preziosismo di non facile reperibilità.. ehehehe... ;) E visto che Stefano con le parole, con il linguaggio ci lavora ogni giorno, volevo approfittarmi di lui.. no no non in senso sessuale! :D sono un galantuomo io! Ma approfittare della sua esperienza...
Però ti dò ragione Endimione, la mia domanda 'linguistica' poteva benissimo apparire come un eccesso di zelo, ergo: la tua risposta è più che pertinente :)
P.S.
Alcuni giorni fa ho letto qualcosa anche sul tuo blog, Endimione. Soprattutto quel brano tanto incensato da Stefano, quello su "scarpe e destino" (ora non mi sovviene il titolo esatto)... Bello.. ma qui siamo a casa di sior beretta e non è il caso di mettersi a parlare di altri blog :D
Posted by: Sebastian | 12/08/2009 at 21:06
Sì, ho un TypeKey account però che noia. Quindi non lo uso: va bene lo stesso.
Io QAF l'ho visto un po' più di un annetto fa, prima di traghettarmi da Roma a Milano.
E mi ci sono appassionato.
In realtà, pur con la risaputa tendenza americana a render tutti-belli-bravi-fighi, gli unici personaggi _davvero_ fighi sono Justin e Brian, volendo. Justin nelle serie successive alla prima, fra l'altro.
Michael è tipicamente... beh, normale. Né brutto, né bello. Neutro.
Ted è anche peggio. Direi che è il classico sfigato, un po' appesantito - per gli standard americani - poco desiderato. Tant'è che vive le sue rare scopate come eventi che lo spingono ad azioni che lui stesso ritiene questionabili (vedi il consumo di Crystal nella prima stagione, che nella serie UK aveva portato alla "sua" morte.
Emmet è... Emmet. L'amico checca che abbiamo un po' tutti.
Poi vabbè, in realtà non ho ben capito neanche io l'accenno all'asessualità. Già ci sta Brian che chiava per tutti, in quella serie.
Gli unici che scopano poco sono Michael e Ted, direi. Ma non perché sono asessuati: perché sono "romantici".
Mi pare ci sia un bias in tutto il tuo discorso. E cioè che il frocio vero deve essere scopaiolo. E non sono molto d'accordo con la cosa.
Posted by: Gatto Nero | 12/08/2009 at 21:32
la coppia lesbo e' mortale per noia, sono svenuto quando ho visto l'agente kegney ( la madre) di NY NY conciata a quel modo, il figlio poi lo trovo insopportabile, tutto perfettino e aggressivo passivo nella relazione col bonazzo scopa tutti, la classica amica "cagna" che appena puo'...scusa ma i nomi non me li ricordo e chiudo con una invocazione:
six feet under forevah!
Posted by: ssynth | 13/08/2009 at 10:25