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06/07/2009

Comments

fuchsia

Lo vedi come sei ingenuo? Pubblicare così la tua idea: sta' a vedere che qualcuno te la soffia e resti doppiamente gabbato ...:-)

Totentanz

Guarda che è un'idea geniale, avresti dovuto metterla in pratica senza anticiparla sul blog, ché va a finire che qualcuno te la ruba ;-)
Date le stronzate che ho visto all'Hamburger Bahnhof a Berlino e al Madre di Napoli, questa fa il botto!

GMR

Visto che non riesci ad essere velenosamente cinico fino in fondo ma solo in superfice, prova a diventare mellifluamente idealista. Non criticare più il mondo e gli altri, sii perenemmente comprensivo, dismetti ogni ironia e sarcasmo, ama tutti, perfino gli italiani di destra (sono quelli il tuo "altro da te"). Sarà una interessante esperienza emotiva.

Yoshi

OT
faccio una prova con safari per vedere se riesco a commentare.
con firefox non ci riesco più

ls

Ehi, hanno ragione i precedenti commentatori: quest'idea della vita interiore esternalizzata è geniale.
Quando leggo queste cose o vedo per esempio documentari su come si riducono le donne che si vedono con l'occhio macho (ovvero: attraverso quello mi tocca "gustarmi" perle della televisione italiana), mi incazzo. E poi mi ricordo di Swift:
"I do not hate mankind, it is vous autres who hate them because you would have them reasonable animals and are angry for being disappointed."
Vero, proprio quel tipo di incazzatura.

Onan

L'uomo di gusto che ha soldi da spendere in arte contemporanea, può benissimo comprare due o tre bustine di plastica piene di rifiuti. È un contrappasso, è il "rifiuto del rifiuto": ricompri a caro prezzo gli scarti di ciò che qualcuno ha pagato e consumato, e tu lo paghi prima di spendere altro denaro per il suo smaltimento. Così si allunga la filiera, e ci guadagna l'Arte.

stefano

Va bene, ho bruciato un'idea... Che peccato...

Stefano

Il buon Justin non ha fatto altro che portare alle estreme conseguenze quello che è il tratto tipico della più sana economia capitalista:vendere cose inutili; e se si possono vendere cose inutili, perchè non vendere anche lo scarto dello scarto, il residuo fisso del benessere contemporaneo?
Pochi giorni fa ho comprato una poltrona che non userò mai, e che non è neppure comoda da usare, solo per soddisfare una momentanea smania di sentirmi integrato nell'unico sistema di relazione rimasto, quello commerciale. Se avessi comprato un intero servizio di piatti rotti, non avrei, forse, fatto un affare meno buono.
Buona, comunque, l'idea di documentare la tua vita interiore in modo prettamente materislista. Ciao

Pigi Mazzoli

La tua idea è buona se funziona, se comprano le foto. Se ad esempio annunci che la mostra resterà aperta 15 giorni e che ogni giorno all'ora x tu defecherai in pubblico per completare l'opera, forse i giornali ne parleranno, e questo lo farà diventare importante. Le foto sono riproducibili, e un po' banali. Manzoni che ebbe l'idea di mettere le proprie feci in scatola soddisfò due requisiti importanti: non riproducibilità e conservabilità dell'opera. Se un critico che fa tendenza scriverà bene di te, ma soprattutto se un gallerista importante ti rappresenterà, sarai a cavallo. Dopo il primo pezzo venduto, per emulazione, tutto sarà venduto.
Se dopo il successo ti suiciderai o sarai ucciso in modo atroce da un contestatore, i tuoi eredi vedranno decuplicare il valore delle opere rimaste in studio, anche delle più piccole caccole, sempre che siano firmate.

Io non amo il mondo dell'arte contemporanea, io credo sia un grande bluff, una speculazione economica.

stefano

Potrei addirittura suicidiarmi durante l'ultima defecazione, no?

Caterina

Mi spiace contraddirti, ma stavolta la tua idea non brilla per originalità (un solo nome, Piero Manzoni, e una sola opera, "Merda d'artista") nè, tantomeno, la tua opinione è saldamente documentata.
Parlo sulla base della mia esperienza personale, di anni di studio sull'arte contemporanea. L'opera di questo "artista" ha radici che affondano nel primo Novecento e nella poetica dell'oggetto trovato: che la sua sia una trovata furbetta è probabile, ma in qualche modo va a segno nel momento in cui tocca un discorso vitale tra quelli condotti dalla società per auto-rappresentarti.
Su Dan Flavin, a proposito del quale sto preparando la tesi, si potrebbe ad esempio esprimere un giudizio più complesso...
Non sto qui ad annoiarti con il riassunto della sterminata bigliografia che ho esaminato, per cui concludo in questi termini: dal momento che ho profondo rispetto per questo blog, mi sorprende leggere un giudizio così affrettato, basato su luoghi comuni e soprattutto analogie tanto forzate quanto poco difendibili...

stefano

Relax, take it easy.

Caterina

In effetti, fossi riuscita a rilassarmi sull'argomento (Flavin in particolare), mi sarei laureata molto più in fretta! "Lo studio matto e disperatissimo", puoi ben comprendere, non ti alleggerisce lo spirito... ;-)

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