Agire d'istinto, si dice, qualche volta è meglio e permette di fare la cosa giusta. Non è così per me, perché quando ho agito d'istinto o mi è andata male o non ho combinato nulla. Non mi riferisco certamente all'istinto di chi, inciampando, mette avanti le mani per non spaccarsi la faccia, ma a quell'istinto - che forse sarebbe più corretto chiamare intuito - grazie al quale tra diversi comportamenti possibili ci fa scegliere quello "vincente". Se però i risultati non sono quelli sperati è inevitabile cominciare a rimuginarci sopra. E più ci si riflette, più si escogitano soluzioni alternative: all'istinto si sostituisce spesso un eccesso di ponderatezza. Le cose si mettono male se anche in questo modo non si arriva a nulla: si è fallito usando l'istinto (o l'intuito) e si è fallito usando la riflessione. Come comportarsi dunque? In questo caso io resto sospeso a metà, immobile, e non so più esattamente che cosa fare, non so qual è il "trucco" che mi farebbe fare la cosa giusta. Purtroppo, però, l'istinto è perso, una volta che ci si incammina lungo la strada dell'elucubrazione. Voler recuperare l'innocenza dopo un eccesso di esperienza è peggio che inutile: è il modo più certo per ingarbugliarsi ancor di più tra i fili delle rimuginazioni.
Ed è inutile provare a farlo capire agli amici che ti dicono, vai, buttati, segui il tuo istinto! Già come se avessi la macchina del tempo per tornare a quella prima volta in cui rimasi fregato dal mio istinto. Che poi nemmeno me la ricordo. Forse una seduta di terapia ipnotica potrebbe servire. Comunque ora mi stampo il tuo post e mi ci faccio una maglietta!
Posted by: demopazzia | 26/06/2009 at 11:01
Once again your belly button feels like home!
Posted by: yurigu | 26/06/2009 at 15:22
Quelli che tra ragione e istinto scelgono il secondo è perché il secondo c'è sempre, la prima in qualcuno scarseggia assai.
Quando mi dicono: "devi fare ciò che ti dice il cuore", rispondo sempre: "quindi se odio devo uccidere?"
Posted by: neurobi | 26/06/2009 at 16:35