Berlino non è l'Italia e l'Italia, purtroppo, non è Berlino. L'associazione Pro-Reli aveva voluto un referendum perché l'ora di religione fosse di nuovo introdotta nelle scuole della capitale tedesca. Attualmente esiste un'ora obbligatoria di Etica, senza riferimento specifico ad alcuna religione. Ebbene, i berlinesi hanno scelto di mantenere lo status quo: in gran parte non sono andati a votare, ma quei pochi che ci sono andati - il ventinove per cento degli aventi diritto, sufficienti comunque a non invalidare il referendum - hanno scelto in maggioranza di non reintrodurre le lezioni di religione. Perché ciò avvenisse occorreva il consenso di almeno il 25% degli aventi diritto, mentre i favorevoli sono stati solo il 14,1%. Naturalmente questo non significa che venga impedito agli studenti di frequentare lezioni di religione, se vorranno. Lo potranno fare, però, in aggiunta al curriculum comune a tutti, che comprenderà ancora il minimo comune denominatore laico dei corsi di Etica.
I prelati e i clericali hanno ovviamente protestato sostenendo che in questo modo è stata violata la "libertà" di scelta dei berlinesi. E' evidente che per costoro la libertà di scelta significa sostanzialmente libertà di imporre anche agli altri la propria religione. Saggiamente Klaus Wowereit, il sindaco socialdemocratrico di Berlino, ha commentato che è "scandaloso parlare di libertà per difendere l'ora di religione". Sul Corriere della Sera di oggi c'è poi un'intervista al cardinale Walter Kasper ("presidente del pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani") che commenta sconsolato, mettendo le mani avanti: "Berlino rappresenta un caso straordinario, non è la Germania. E certo non è la Germania del Sud, la mia Svevia, la Baviera...". E per fortuna, mi viene da dire: io ho sempre preferito la Prussia e la Germania settentrionale a quella meridionale, del resto. Ma per questa gente qui lo stato ideale è quello che si lascia più docilmente ingravidare dai dogmi della religione dominante di turno. Il cardinale aggiunge poi, parlando di Berlino: "Ma Berlino, in particolare, è una città profana e secolarizzata. [...] E' la capitale dell'ateismo!". Quello che lui dice con tono indignato e scandalizzato è invece, secondo me, una coccarda di distinzione che me la rende ancora più cara. (La lettura dell'intervista - che non riesco a trovare sul sito - è comunque istruttiva per l'atteggiamento genuflesso del vaticanista del Corriere: sembra più dispiaciuto lui del cardinale e ogni domanda, dal tono adeguatamente accorato, è un'imbeccata, un suggerimento affinché il porporato dica quello che poi effettivamente dice).
Una precisazione: il regierender Bürgermeister di Berlino si chiama Klaus Wowereit.
Posted by: Augusto | 27/04/2009 at 14:44
Ops, non so nemmeno perché mi era uscito Karl.
Posted by: stefano | 27/04/2009 at 14:50
Magari stavi pensando a Marx, Popper, Kraus, Malden...
Saluti da Berlino. BTW, grazie per l'informazione - mi ero dimenticato di vedere come era andata a finire. Devo ammettere che il mio anticlericalismo non e' stato abbastanza forte da spingermi nella cabina elettorale in una giornata stupenda come ieri...
Posted by: Augusto | 27/04/2009 at 15:13
Segnalo a questo proposito il post del caro Delio da Ulm: http://www.montag.it/pubblicodimerda/archives/2009/04/27/democrazie-dirette/
Come gli dicevo un minuto fa per mail, questa mattina a Deutschlandfunk dicevano che adesso i promotori del referendum (fallito pure quello) anti chiusura dell'aeroporto di Tempelhof (che, secondo me, sono più o meno gli stessi di questo Pro-Reli) vogliono raccogliere le firme per un altro referendum. La richiesta in questo caso sarebbe: elezioni comunali anticipate! Perché il senat berlinese rot-rot è sordo alle richieste dei berlinesi. Brividi!
Posted by: Ale | 28/04/2009 at 17:12