Qualcuno si aspettava, ingenuamente, qualcosa di diverso dalla cosiddetta conferenza sul razzismo che si sta tenendo in Svizzera, la "Durban II"? Con il senno di poi - ma, per quanto mi riguarda, anche con il senno di prima - credo che l'Italia, insieme con un manipolo di altri paesi (tra i quali il tradizionale capro espiatorio Israele), abbia fatto bene a disertare questa farsa il cui unico scopo era una celebrazione del tradizionale antisemitismo musulmano. Leggo sul Corriere della Sera dell'intervento infame di Ahmadinejad: che cos'altro si prevedeva sarebbe uscito da quella bocca? E non sono neppure troppo sorpreso nel leggere gran parte dei commenti dei lettori. Qui si è perso il senso delle parole in relazione alla realtà. Razzismo: chi accusa Israele di essere uno "stato razzista" - sottoscrivendo così le parole del pericoloso pagliaccio di Teheran - non sa che cosa sta dicendo. C'è un commentatore che tira fuori la solita puttanata della "pulizia etnica attuata in Palestina", trascurando il fatto che, in seguito a un genocidio, un popolo viene sterminato e non aumenta le sue unità come nel caso dei palestinesi. Curioso caso di "razzismo" quello dello stato israeliano, i cui cittadini sono per un buon venti per cento - oltre un milione di persone - di etnia araba e di altre religioni (islamica, drusa o cristiana). E, per l'appunto, sono cittadini, in possesso di un passaporto israeliano e con diritto di voto a tutti gli effetti; cittadini che eleggono i loro rappresentanti alla Knesset. Cittadini che, quando ritengono che un loro diritto è stato calpestato, possono rivolgersi alla Corte Suprema. Questi sono, in gran parte, i discendenti di quegli arabi - che oggi chiamano palestinesi - i quali dopo il 1948 decisero di non fuggire da Israele, ma di restarci. Chi può sostenere la stessa cosa degli stati arabi e musulmani - e della teocrazia iraniana - che circondano Israele? Quanti sono, tanto per fare un esempio, gli ebrei che ci risiedono e hanno piena cittadinanza? Lo sanno quelli che accusano a vanvera Israele di essere uno stato nazista che quegli stati lì attorno sono sostanzialmente judenrein, per usare l'appropriato termine nazista, ovvero "mondi di ebrei"? Che se c'è razzismo è proprio lì che va cercato, nelle loro ideologie della purezza del sangue e della terra, identica a quella dei nazisti? E parlando di "palestinesi" lo sanno che, eccezion fatta per la Giordania (la quale, detto per inciso e se solo lo si volesse ammettere, sarebbe lo stato palestinese, visto che si fonda su oltre il settanta per cento di quella che era la Palestina mandataria), gli stati arabi non concedono la loro cittadinanza nemmeno ai fratelli palestinesi? Ecco, se dovete parlare di razzismo e di discriminazione e di bestialità nei confronti delle minoranze di ogni tipo, girate di lì la testa: tra i promotori di quella sedicente "conferenza sul razzismo", l'equivalente di una mignotta di lungo corso che organizza un seminario sulla castità, vantandosi della propria.
Eppure, assodato tutto questo, c'è chi in Occidente - e per di più tra chi qui si dichiara laico, illuminato, progressista e di sinistra - si accoda ai deliri e alle menzogne di questi soggetti. Perché, quando si tratta di scegliere, sceglie l'oscurantismo? Perché, se è pronto (e a ragione) a puntare il dito contro le forze reazionarie nel suo paese, chiude così amabilmente gli occhi quando queste forze, moltiplicate all'ennesima potenza, si manifestano in gran pompa in quei posti che davvero sono profondamente razzisti, profondamente clericali, profondamente reazionari e nemici di ogni diritto umano? Non hanno nulla da dire sulla dichiarazione uscita dalla "conferenza sul razzismo", e approvata a larga maggioranza proprio da quegli stati islamici illiberali, che invita a non diffamare le religioni, attribuendogli di fatto uno status di incriticabilità che finisce per conculcare uno dei nostri diritti fondamentali, quel diritto alla libertà di parola così inviso a certe religioni? Dell'uso pretestuoso del termine islamofobia ho già scritto tempo fa e non intendo ripetermi: non ho cambiato idea. E se, giustamente, non si accetta che dalle nostre parti venga negata una realtà storica come la shoah - un tasto su cui invece continua a battere l'hitler tascabile di Teheran -, non capisco come si possa accettare e chiudere più di un occhio sul diffuso antisemitismo dei paesi islamici, dove per esempio una menzogna storica come Il protocollo dei saggi di Sion viene ancora considerata verità e spacciata come tale, per fomentare l'odio contro gli ebrei. Un falso che, tra l'altro, è il prodotto dell'antisemitismo europeo e da cui generazioni di antisemiti europei hanno tratto "nutrimento". Su questa infamia - su questo che davvero è razzismo - gli antirazzisti "antisionisti" di casa nostra pudicamente tacciono per non irritare la sensibilità degli islamici, evidentemente. Mi auguro che quest'ultima uscita di Ahmadinejad alla cosiddetta "conferenza sul razzismo" di Ginevra possa aprire gli occhi a chi si ostina a tenerli chiusi: i propositi di sterminio nei confronti dello stato di Israele sono la versione contemporanea, resa appetibile anche per i terzomondisti filopalestinesi nostrani, del vecchio antisemitismo genocida: in fin dei conti, distruggere Israele è un modo molto pratico per mettere in atto un'altra Endloesung, visto che oggi buona parte degli ebrei si concentrano lì. E quanto questo odio sia moneta corrente laggiù lo dimostra l'accoglienza ricevuta da Ahmadinejad al ritorno a Teheran.