È di due giorni fa la notizia che, in Gran Bretagna, il ministro per la scuola e l'infanzia intende "vietare" l'uso dei termini "mamma" e "papà" nelle scuole, sostituendoli con il termine più neutro di "genitori", perché quest'ultimo non discriminerebbe i figli di coppie omosessuali. Questa misura, si legge nell'articolo del Corriere online, servirebbe a impedire lo sviluppo di "pregiudizi anti-gay". Confesso che sono rimasto perplesso, per vari motivi. In primo luogo non capisco in che misura chiamare i genitori "papà" e "mamma" - nel caso in cui i genitori siano eterosessuali - possa offendere i figli di coppie omosessuali. A questo punto, come argomenta Gramellini sulla Stampa di ieri, parlare di "genitori" potrebbe costituire un'offesa per i figli degli orfani. Questo tipo di argomentazione mi infastidisce un po' perché è troppo simile - specularmente - a quello di chi sostiene di sentirsi "offeso" dall'approvazione di una legge sulle unioni tra persone dello stesso sesso. Il fatto che un bambino parli di "mamma" e "papà" quando ha, effettivamente, una mamma e un papà non rappresenta in alcun modo una diminuzione del diritto del figlio di una coppia gay di parlare dei suoi genitori chiamandoli "genitori" oppure "mamma e mamma" o "papà e papà". Intendiamoci: sono ovviamente favorevole a tutte le misure inclusive, volte a estendere da un lato i diritti di cittadinanza e dall'altro a contrastare e, se è il caso, reprimere le discriminazioni. Così come sono favorevole al fatto che anche ai bambini venga insegnato il rispetto per chi non fa parte della maggioranza, facendo loro sapere che esistono anche altre forme di amore e, quindi, di genitorialità. Diffido però di un tentativo così marcato di piegare l'uso del linguaggio, a meno che non si tratti di insulti espliciti, pronunciati magari da figure istituzionali in contesti pubblici - e al riguardo non occorre che porti esempi tratti dalla cronaca italiana. Come se non bastasse, una misura di questo tipo è una sorta di inutile boomerang. Gli omofobi - quelli veri, quelli che non si fanno scrupolo di usare qualsiasi cosa per disprezzare e discriminare gli omosessuali - colgono la palla al balzo e finiscono per guardare il proverbiale dito ma non la luna che questo indica. Scambiando la parte - il "divieto" di usare i termini mamma e papà - per il tutto - la lotta contro l'omofobia - e, condannando la stupidità del primo, ne approfittano per disprezzare e negare l'utilità della seconda, che invece è e resta sacrosanta.
Detto questo, però, rileggo l'articolo del Corriere online e poi vado a leggere anche l'articolo del Daily Mail da cui la notizia è tratta. E allora capisco che il problema è anche un altro - e non riguarda più soltanto l'omosessualità o l'omofobia, ma anche il modo in cui si fa giornalismo in Italia. Le notizie, specie di questo tipo, devono essere il più possibile tarate sul sensazionalismo. Si suppone che la capacità di attenzione e di elaborare le informazioni di chi legge sia ormai definita dal livello di superficialità dei dibattiti televisivi. Bisogna irretire il lettore, scandalizzarlo, stupirlo. Guai a dargli una notizia e basta o a farlo riflettere. Per farla breve, ecco come esordisce il pezzo del Corriere: "Nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l'espressione 'mamma e papà' e diventerà obbligatorio utilizzare l'espressione neutra «genitori», in modo particolare nelle comunicazioni a casa." Come si nota - i corsivi sono miei -, il tono è perentorio, ineludibile. Che cosa scrive, invece, il Daily Mail? "Teachers should not assume that their pupils have a 'mum and dad' [...] It says primary pupils as young as four should be familiarised with the idea of same-sex couples to help combat homophobic attitudes. Teachers should attempt to avoid assumptions that pupils will have a conventional family background, it urges. [...] It goes on to suggest the word 'parents' may be more appropriate than 'mum and dad', particularly in letters and emails to the child's home." Come si nota, il giornale inglese usa solo verbi al modo condizionale (gli insegnanti "non dovrebbero supporre", "dovrebbero tentare di evitare") o indicanti possibilità (il termine genitori "può essere più appropriato"). Forse è perché gli inglesi sono più educati? O non è, banalmente, un modo per dare una notizia con una certa cautela e indicare, soprattutto, che si tratta di suggerimenti - di linee guida - e non di "divieti", "proibizioni" e "imposizioni"? Probabilmente - non so dirlo, perché non ho letto il documento originale che dà il via a tutto questo - abbiamo a che fare con una serie di proposte che non hanno carattere vincolante di legge, ma sono semplicemente una sorta di "codice deontologico" (e infatti l'articolo inglese usa sempre, al riguardo, il termine guidance). Non credo proprio che nessun insegnante inglese finirà in galera per aver usato "mamma" e "papà" invece di "genitori". Proposte molto articolate, si deduce leggendo tutto l'articolo del Daily Mail, che non si limitano al "divieto" di usare i termini "mamma" e "papà", come vorrebbe il cialtronismo giornalistico italiano.
E ancora una volta i "giornalisti" italiani riescono a far peggio del "Daily Mail" - di per sé non certo il più colto (o progressista: è soprannominato "Daily Heil") giornale britannico.
Posted by: restodelmondo | 01/02/2008 at 15:32
Grazie per la nota, perché io non ricordavo più quale fosse l'orientamento politico del Daily Mail!
Posted by: stefano | 01/02/2008 at 15:38
Con i bambini piccoli, o con quelli più grandi ma deficienti, non si possono usare condizionali o formule che indicano incertezza: non vengono semplicemente colti. Per questo bisogna dire "no!" e quindi "vietato" e "proibito", altrimenti non rispondono allo stimolo.
Posted by: Dan | 01/02/2008 at 18:19
Gli italiani appartengono evidentemente a questa categoria :)
Posted by: stefano | 01/02/2008 at 18:22
Diciamo che l'uso di tempi verbali diversi dall'indicativo presente di solito comporta grandi sforzi da parte dei giornalisti. Inoltre direi che c'è pure una omofobia latente in chi presenta le notizie in questo modo, di fatto esaltando quello che tu chiami effetto boomerang.
Le fonti, le fonti, dicevano i miei insegnati...
Posted by: Hari Seldon | 01/02/2008 at 19:01
Certamente c'è molto il desiderio di "épater les bourgeois". Infatti ieri "Il Giornale" titolava: "Vietato dire mamma e papà: è anti-gay". Hanno capito tutto. Si potrebbe studiare il progressivo decadimento della notizia a partire dalla fonte fino al titolo del giornale italiano che la riporta. Altro che decadimento radioattivo. In questo passaggio c'è tutta la parabola del giornalismo italiano e della sua insipienza. (Specifico: ovviamente giornalisti onesti e coscienziosi ce ne sono. Ma evidentemente non possono occuparsi di ogni cosa. Amen)
Posted by: stefano | 01/02/2008 at 19:08
anche perchè in inghilterra si sta bene attenti a riportare in modo impreciso una notizia, essere costretti a una smentita o a una precisazione non fa piacere.
quanto allo stato della stampa italiana, sorvoliamo per carità e l'implicito riferimento alla prostituzione mi pare quanto mai adeguato.
Posted by: tato | 01/02/2008 at 19:31
anche a me la notizia aveva colpito, e sentivo aria di cazzata magistrale.
a proposito di Inghilterra, ricordate le canzoni di Morrissey caustiche contro il Daily Mail? bene, la scimmia che scrive al Corriere è riuscita a scendere più in basso di un giornale che fa scoop con le foto di Lady D 5 minuti prima di morire.
dovesse essere notato o punito (dubito) per la sua stronza incompetenza può accomodarsi nella ola del Giornale (come ha fatto Luca Fazzo di Repubblica).
siamo nel gorgo del cesso, ed è quasi snob far notare che quel che ti colpisce non è certo un'esclusiva.
Posted by: paolo | 02/02/2008 at 01:21
ecco, pienamente d'accordo, e la cosa peggiore è stato il corri corri a ingigantire la cosa coem se bande armate di attivisti gay marciassero verso il vaticano, senza nemmeno verificare la notizia.
a questo punto un corso di inglese sarebbe auspicabile per il tesserino dell'ordine.
comunque il peggio del peggio del peggio l'ha fatto il Giornale, gentile siòr stefano legga qua e rabbrividisca:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=237828
Posted by: mauoshi | 02/02/2008 at 21:28
ops non avevo notato che il riferimento al Giornale era già presente, chiedo venia per la disattenzione, non vorrei passare per giornalista.
Posted by: mauoshi | 02/02/2008 at 22:19
GUarda caso l'articolo non ha firma. QUesto rafforza il sospetto che sia stato scritto con finalità propagandistiche.
C'è qualcuno al corriere che è ossessionato dai gay.
Per quanto mi riguarda, non lo comprerò più per i prossimi due mesi. Perché questo articolo ha aumentato l'allarme "pericolo gay" tra l'altro sulla base di fatti inseustenti, quindi o l'hanno fatto apposta o sono degli incompetenti. IN ogni caso, un pericolo per la nazione.
Quindi, non lo leggo per un bel pezzo.
Posted by: GIan Mario - FamigliaFantasma | 03/02/2008 at 19:35
E ci credo che si chiama "Daily Heil".
I ben 92 commenti che ci sono sotto l'articolo mi fanno pensare che il lettore del Daily Heil e quello del Giornale hanno molto in comune...
Posted by: Divas | 13/02/2008 at 00:52
E' una direttura etica molto corretta che se diventasse legge sarebbe più discriminatoria degli attaggiamenti correnti!
Non bisogna dare regole perchè riusciamo ad arrivare a considerarci uguali...lo siamo!
Troppe restrizioni potrebbero rendere insofferenti anche le persone meglio predisposte!
Posted by: Ethel | 08/10/2008 at 13:40