In questi giorni ho seguito distrattamente sui giornali le vicende intorno alla (s)vendita di Alitalia, una telenovela infinita di cui dubito vedremo presto l'ultima puntata. Ora che anche il governo ha dato il via libera perché venga accolta l'offerta di Air France-Klm, invece di quella dell'italianissima AirOne sostenuta da una cordata di banche, sembra che siano partite una serie di macumbe e maledizioni provenienti da tutto lo spettro politico italiano. Io sono perplesso: in fin dei conti Air France e Klm sono compagnie europee e mi pare che comunque rispettino certi standard, mica svendiamo i gioielli di famiglia a un satrapo dell'Asia centrale! In ogni caso si sono levate stridule voci scandalizzate non solo da destra - toh, e dove sono finiti ora i mercatisti a oltranza? -, preoccupati per il destino di Malpensa che verrebbe ridimensionata da un taglio dei voli Alitalia, ma anche dai sindacalisti. Ho letto un'intervista con Bonanni, segretario cislino, che osa suggerire che, se l'offerta AirOne era debole, poteva sempre intervenire il governo tramite i capitali di Eni o Finmeccanica. Ma per carità! Ancora denaro pubblico buttato in quella fornace? Sarebbe un'ulteriore catastrofe: meglio impiegare il denaro pubblico per cause più degne, tipo la costruzione di un welfare decente. In ogni caso, Alitalia sta già tagliando rotte a Malpensa. Un articolo del Corriere di oggi spiega che certi voli sono già stati inghiottiti dal nulla, se li si va a cercare sul sito della compagnia (per esempio, se non sbaglio, il Milano-Boston). Naturalmente c'è chi ci marcia sopra, come le società di catering che operano all'aeroporto. Non dev'essere sembrato loro vero di avere finalmente un'occasione per minacciare tagli al personale, dando quindi un giro di vite all'anello più debole, e poter a loro volta ricattare qualcuno. Come se gli spazi liberi lasciati da Alitalia non venissero poi riempiti da altre compagnie, le quali prima o poi dovrebbero ricorrere comunque a quelle società di catering. Questa cosa mi puzza non poco. Intanto Alitalia potrebbe fare anche a Malpensa quello che ha fatto un paio di giorni fa a Heathrow, dove ha venduto i suoi pregiati slot per 92.000.000 di euro. Li vendesse anche a Malpensa, il vuoto lasciato da Alitalia sarebbe colmabilissimo. E a qualcuno fregherebbe poi tanto di fare Milano-Boston con Air Singapore, per dire, piuttosto che con Alitalia? Ma quello che più mi fa ridere è chi si straccia le vesti dicendo che Alitalia viene "svenduta" - e minaccia sfaceli: Bossi, Calderoli, Maroni, Formigoni - ad Air France (che, oltretutto, paga al tesoro, per ogni singola azione, molto più di quanto pagherebbe AirOne). Svenduta? Una compagnia che ha non so quanti milioni di euro di passivo e che, addirittura, più vola e più perde, tanto che ci guadagnerebbe di più a tenere fermi gli aerei negli hangar? C'è poco di cui essere orgogliosi: tanta grazia se qualcuno se la vuole (ancora) comprare, nonostante tutto. Tutti quelli che urlano e strepitano "lesa maestà" hanno l'aria di vecchie bagasce che protestano perché qualcuno potrebbe attentare alla loro verginità. Purtroppo, però, non è detta l'ultima parola: quando c'è di mezzo Alitalia - e il governo italiano, di qualsiasi colore e schieramento - io ho imparato a diffidare.
a me va bene se la vendono, e diventiamo più europei ipso facto.
Posted by: paolo | 30/12/2007 at 20:18