Più che un vero e proprio sogno, completo e concluso in se stesso, è l'escrescenza di un altro sogno - il secondo di questi due - e non so in che modo vi si sia innestato sopra. Fatto sta che mi ritrovo seduto su una carrozzella, impossibilitato a usare le mie gambe. E vago per una galleria cittadina, simile alla galleria Vittorio Emanuele II di Milano, ma più lunga. Come se fosse un marciapiede molto largo e coperto. Ci sono io che cerco di farmi strada in mezzo alla folla. I miei movimenti sono goffi, la carrozzella m'impedisce di spostarmi come vorrei, e continuo a incocciare nella gente. Soffro di claustrofobia. Come se non bastasse, questa galleria è anche una libreria all'aperto. I muri sono rivestiti di alti scaffali stipati di libri. Altri libri si ammucchiano su banconi in mezzo alla galleria e così sono costretto a fare una gimcana, tra persone e volumi, stando attento a non urtare le prime e a non fare cadere i secondi. Tutto lo spazio è occupato dai libri: sembra quasi un incubo alla Kien, il protagonista dell'Auto da fé di Elias Canetti. Per la prima volta il mio inconscio mi comunica, per via onirica, che un approccio troppo intellettuale alla vita - che si traduce, fisicamente, nell'oggetto libro - più che aprirmi la strada, me la chiude, bloccandomi nei miei movimenti. Quello che volevo conoscere non mi libera, ma mi paralizza. Bene, ma allora? Ho un inconscio che mi mostra solo i problemi, senza mai darmi le soluzioni. Mi sento frustrato.
Posso suggerirti il dubbio che il tuo conscio non ti stia dicendo che il tuo approccio alla vita sia troppo intellettuale, ma - piuttosto - troppo libresco? Non era questa adorazione del libro-dio a compromettere di toccare la realtá a Kien-Canetti?
Posted by: MrLemon | 28/12/2007 at 23:09
Sì, ma io mi domando: ma perché il mio inconscio deve dirmi cose che il mio conscio già sa benissimo? Boh
Posted by: stefano | 28/12/2007 at 23:20
perchè a forza di dirtelo, probabilmente, cercherai i modi per venirne fuori
Posted by: tato | 29/12/2007 at 13:13
Vedremo, solo che incomincia a rompermi un po' le palle :-)
(A proposito, tato: non so per quale motivo, ma typepad aveva infilato il tuo commento nello spam, per questo l'approvo solo ora, dopo aver aperto per caso la cartella dello spam)
Posted by: stefano | 30/12/2007 at 14:51
Anche se con qualche giorno di ritardo, posso avanzare un'ipotesi (o quel che è...)?
I sogni li guidiamo. Non è più così netta la distinzione tra inconscio e subconscio ora che sappiamo, approssimativamente, cosa sono e come agiscono. Abbiamo psicologizzato il sogno e ora non fa altro che comunicare cose che già sappiamo in modalità che ci sono note. Permane, però, in taluni casi, la capacità dei sogni di mescolare in maniera imprevedibile particolari e simboli, in questo modo continuano a mostrarci vie e associazioni che non avevamo notato.
Qualche tempo fa feci un sogno particolarmente angosciante il giorno prima di una seduta di psicoterapia: prima di sedermi nello studio del terapeuta avevo già un'idea di cosa m'avrebbe detto. Ero giunto ad un momento cruciale, me n'ero già accorto, ma il sogno aveva combianto alcuni elementi che non avevo associato.
Ovviamente, da profano quale sono, potrei aver detto anche un cumulo di sciocchezze...
d-K
Posted by: d-K | 04/01/2008 at 03:27