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18/10/2007

Comments

antonella

Quanto è vero!
Cercare di inculcare un *produttivo* ottimismo è il passo successivo a quella che Adorno definiva la valorizzazione commerciale dei tratti personali di un individuo.
Quando gli smaglianti, volitivi ottimisti scarseggiano, al mercato occorre crearne qualcuno su misura.

Monsieur Poltron

E' uno degli interventi più acuti e profondi che mi sia capitato di leggere in questo blog.

Le dinamiche descritte da questo Seligman mi suonano molto familiari. Poiché credo di essere fortemente depresso in questo periodo, mi forniscono anche spunti importanti per tentare di "lavorare" su di me.

Credo che, come spesso succede, sia necessario discernere. Con il passare del tempo mi sono convinto che la realtà esiste, certo, ma che essa non è necessariamente come la vediamo noi. Quindi è vero che, agendo sul modo in cui noi "interpretiamo" la realtà, possiamo aiutare noi stessi a vivere meglio, nel senso di "più pienamente", la nostra vita, le nostre aspirazioni: in altre parole, a vivere in maniera più conforme ai nostri desideri profondi, che sono generalmente qualcosa di diverso dal desiderio di vendere più polizze assicurative, o di avere più soldi, o più potere, o di fare più sesso, in altre parole di avere più successo, di "avere di più".

Da qui a dire che basta vedere le cose diversamente affinché le cose cambino, o che la malattia sia "colpa" di chi se la prende perché ha un atteggiamento mentale negativo, ce ne corre. Come giustamente sostieni nella seconda parte del tuo intervento, quella che tu chiami "sovrapposizione di volontà e potenza" è un'illusione, un "idolo" (o, biblicamente parlando, un "falso dio"). Se non si è coscienti di questo non si fa altro che sostituire un idolo ad un altro, mentre il nostro essere più autentico resta soppresso, soffocato.

Stupidboy

Rivendichiamo la nostra colite come strumento e vessillo di rivoluzione! :-)

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