Sul Corriere della Sera di giovedì leggo che, finalmente, in Israele qualcuno ha cominciato a rifiutarsi di fare circoncidere i propri figli. Si tratta ancora di un'infima minoranza, poiché - come scrive Davide Frattini - il 97% degli israeliani "è ancora convinto che la tradizione vada rispettata", ma intanto qualcosa si muove. Dichiara uno di questi genitori che fanno sentire la loro protesta: "Non ho voluto insegnare a mio figlio che per essere connesso a questa società deve mutilarsi" e ancora: "Preferisco lasciare a lui la possibilità di scegliere, quando sarà più grande". Di questo argomento avevo già scritto moltissimo tempo fa, stabilendo un parallelo con l'infibulazione femminile, e da allora non ho cambiato idea. E' evidente che la circoncisione maschile non ha affatto la medesima gravità della mutilazione imposta alle donne, soprattutto in molti paesi islamici, ma si tratta comunque di un intervento inutile e praticato senza il consenso dell'interessato (che, infatti, è ancora un neonato) all'unico fine di reclutarlo all'interno di una "comunità" (religiosa, in questo caso). E questa cooptazione avviene attraverso un atto che non è più soltanto simbolico e, tutto sommato, innocuo come il battesimo, ma passa attraverso una modifica del corpo, più o meno grave. Ma ogni individuo non ha diritto all'integrità del proprio corpo? O ne ha diritto in tutti i casi tranne che in questo?
Il punto centrale è, insomma, che bisognerebbe lasciare libertà di scelta ai singoli individui. Non tanto ai genitori a cui, tutto sommato, non costa niente decidere di far circoncidere qualcun altro, quando la pressione sociale è così forte. Oltretutto, la pratica è religiosa e quindi non c'è nessun motivo perché la adottino tutti gli israeliani, anche quelli che ormai hanno abbandonato la fede ebraica e sono laici e secolarizzati, quando non addirittura atei. Se già riteniamo che un atto come il battesimo - cioè un po' d'acqua sulla testa di un neonato - corrisponde a un'indebita imposizione di un sistema di credenze a chi ancora non è in grado di giudicare da solo ed è quindi una violenza ai danni del bambino - un po' come se si pretendesse di iscrivere un neonato a Rifondazione comunista o a Forza Italia appena dopo la nascita! -, a maggior ragione lo saranno quegli atti che, come la circoncisione, non si limitano a qualcosa di meramente simbolico. E se poi, una volta cresciuto, costui rimpiangesse il suo prepuzio? Non è una questione affatto ridicola. Nel pezzo di Frattini si cita il caso di Udi, che "vorrebbe far causa ai genitori per quello che gli hanno tolto". Negli Stati Uniti, infatti, esistono già gruppi organizzati che si oppongono alla circoncisione (madri contro la circoncisione, uomini adulti contro la circoncisione, ebrei contro la circoncisione).
Come spesso accade, però, quello che esce dalla porta rientra poi dalla finestra. Se in Israele la circoncisione ha un'origine religioso-comunitaria e viene praticata, per pura inerzia, anche da chi non è più religioso, negli Stati Uniti la maggior parte dei neonati maschi vengono circoncisi. Il motivo addotto è sanitario: la circoncisione servirebbe a prevenire varie malattie e da alcuni studi sarebbe persino risultato che rende più difficile la trasmissione di alcuni virus, come l'hiv, a causa dell'ispessimento delle mucose non più protette dal prepuzio. A parte il fatto che queste affermazioni sono ancora tutte da dimostrare, va anche detto che la cosa avrebbe senso solo se ci mancasse la possibilità di provvedere in modo decente all'igiene intima, circoncisione o non circoncisione. Poi - mi domando - che razza di messaggio si trasmette in questo modo? Qualcuno potrebbe erroneamente convincersi che basterebbe essere circoncisi per evitare il sesso sicuro e l'uso del preservativo, come se già molti non aspettassero la scusa buona per farlo.
(Una nota di colore, infine, sul modo in cui il Corriere della Sera riporta la notizia, a cui dedica l'intera pagina ventitré dell'altroieri. A sinistra - corredati di fotografie - fa gli esempi di Paul Newman e di Roger Moore. Il primo "pur non ebreo, sarebbe anche lui circonciso", così come il secondo, che è inglese. Sono perplesso: nel primo caso, Paul Newman - se è circonciso - non è un'eccezione, poiché è americano e come la maggioranza degli americani non costituirebbe un caso esemplare. Tanto valeva mettere la foto, che ne so, di Brad Pitt o di Robert Redford. Del scondo caso, Roger Moore, non capisco proprio il senso: non è americano, non è ebreo... Perché proprio Roger Moore e non qualsiasi altro attore europeo? Misteri dell'informazione all'italiana!)
Ragioni condivisibilissime. E io al mio prepuzio ci sono affezionato (come a quello di chiunque altro).
Posted by: endimione | 27/10/2007 at 15:10
Condivido rigo per rigo (mi capita molto spesso quando prendi le posizioni più illuministiche) e sono rimasto anch'io perplesso l'altroieri quando ho letto sul Corriere quelle didascalie sotto la faccia di Newman e il faccione di Moore.
Posted by: aitan | 27/10/2007 at 19:57
Paul Newman è ebreo (da parte di padre o di madre, non ricordo).
Posted by: rosalux | 28/10/2007 at 00:21
Ok, ma è irrilevante: che sia americano o che sia ebreo, sarebbe comunque circonciso. Magari avrebbe avuto più senso dare notizia di americani (ebrei o non ebrei) o, meglio ancora, israeliani celebri NON circoncisi, visto che la notizia riguardava questo - l'eccezione, per così dire, e non la regola. O no?
Posted by: stefano | 28/10/2007 at 00:28
La circoncisione maschile è un ottimo strumento di medicina preventiva, nel senso che è stato dimostrato che nelle popolazioni in cui viene praticata l'incidenza di tumore maschile e femminile è molto bassa. Altra cosa l'infibulazione femminile che è una inutile crudeltà.
Posted by: Emmy | 28/10/2007 at 19:43
Forse è il caso di dare qualche dato più preciso, non credi? Qui siamo molto nel vago. "Tumore maschile e femminile"? Prego? Tumore a che cosa? Un maschio non circonciso potrebbe essere un agente tumorale in una donna? Per cortesia, se diciamo sciocchezze, almeno giustifichiamole con qualche straccio di pezza d'appoggio...
La circoncisione maschile è innanzitutto una mutilazione inutile, benché molto meno grave dell'infibulazione. E' praticata per motivi rituali, per attenuare i quali si usa - DOPO - una giustificazine medica.
E' vero che un pene circonciso è più "pulito" perché all'interno del prepuzio non si raccolgono batteri e non c'è smegma. Ma a questo punto bastano davvero delle norme elementari d'igiene. Insomma, basta lavarsi e lavarselo. Forse è questo che i maschi dovrebbero imparare.
Posted by: stefano | 28/10/2007 at 19:52
Sono d'accordo che i maschi dovrebbero lavarsi meglio. Si è visto che la circoncisione praticata nei primi anni di vita impedisce il ristagno di smegma e previene l'insorgenza del carcinoma del pene nel maschio e del carcinoma della cervice dell'utero nella femmina. Ci sono valanghe di articoli pubblicati sulle riviste scientifiche più accreditate.
Posted by: Emmy | 28/10/2007 at 20:33
Per quanto riguarda gli aspetti medici, ti ha già risposto Emmy.
Non serve anche la mia parola di medico ufficiale per confermarti certi dati.
Tuttavia, come ben dici tu, l'igiene compensa.
Insomma, non è poi così difficile prendersi cura del proprio compagno di scorribande.
Per quanto riguarda il resto del discorso è estramente difficile da affrontare perchè riguardare precetti che secondo le regole di un certo culto DEVONO essere imposti all'infante.
Nella Bibbia c'è scritto chiaro che chi non viene circonciso entro i primi tre mesi non fa parte del popolo di Israele.
La circoncisione oggetto di diatribe feroci pure all'interno della chiesa di Gerusalemme per via delle posizioni di Paolo di Tarso che doveva spiegare ai "gentili" come conciliare antico testamento, vangeli e le promesse chiaramente indirizzate solo al popolo di Israele.
Fondalmente è ormai chiaro che a Gesu' di tutti gli altri importava poco, ebreo che predicava per gli ebrei.
Paolo (e mi scorre un po' brivido a citarlo proprio io) scrisse:
"La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non circonciso. Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verrà forse contata come circoncisione? E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della legge e la circoncisione, sei un trasgressore della legge. Infatti, Giudeo non è chi appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini ma da Dio."
Paradossalmente il discorso non fa una piega, ha un vago sapore laico, ma purtroppo va contestualizzata ed assume ben altri significati politici tra le righe.
La cito per far capire che la circoncisione oltre ad essere un rito che per La legge va compiuto entro i certi mesi, è da secoli un segno di distinzione di appartenenza.
Quindi ha pure una doppia valenza.
Se l'infibulazione non trova fondamento in nulla (è per lo piu' praticata non solo da islamici, ma anche dai cristiani copti!), e va combattuta già solo in quanto atto atroce, per quanto riguarda la circoncisione il problema si fa arduo.
Come far capire a dei genitori fedeli alle regole del loro Dio che non è corretto imporre la propria religione e in questo caso pure modificazioni del corpo?
Potremmo farlo in modo coercitivo, punendolo e saremmo accusati di essere laicisti (da quando Pera ha coniato quel termine, mi definisco tale e non piu' laico!).
Mi dirai: chissenefrega!
Esatto.
L'unico modo per risolvere il problema è iniziare a imporsi con la forza della legislazione su questo sfondamento della religione nella vita privata altrui.
Che questo altro sia il proprio figlio, non importa.
Altre soluzioni non ne vedo: come fai a mettere sullo stesso piano Dio e un ragionamento come il tuo che è etico e laico?
Non riusciamo a togliere i crocifissi dalle aule pubbliche, non riusciamo a impedire che ci battezzino a pochi mesi di vita (non se lo ricordano che Gesu' fu battezzato quando già ben piu' che maturo?) o ci inseriscano nel lungo vialone preferenziale dell'ateismo di rigetto che è il percorso catechismo-comunione-cresima.
Non si puo' combattere le regole di Dio sperando che un religioso ragioni in termini "laici".
Il mio sogno è che qualcuno, come in Francia, si alzi al mattino e dica "basta!": togliamo i simboli religiosi dai luoghi pubblici.
Sarebbe già un inizio.
Ma entrare nell'ambito dei processi educativi cui viene sottoposto un bambino è impossibile perchè in mano non hai nulla che possa contrastare pochi versetti che sono parola ispirata addirittura dall'Altissimo.
L'unico modo è impedirlo, e al ragionamento alla base della legge sarebbe ovviamente che un adulto deve decidere liberamente quale percorso religioso seguire ed eventuali a quali pratiche iniziatorie sottoporsi.
Il risultato potrebbero essere circoncisioni illegali (con tanto di ragazzi adulti che poi denunceranno i genitori se in disaccordo) o persone che emigrano in paesi che consentono l'applicazione delle loro regole divine.
Il problema non verrebbe comunque risolto.
Solo ridotto.
La circoncisione non puo' essere paragonata all'infibulazione (su cui c'è poco da discutere) perchè trae origine da un testo sacro.
E tu faglielo capire che Dio o chi per esso qualche volta ha preso gli psicofarmaci sbagliati al mattino!
Faglielo capire che certe regole sono di natura igienica, abbellita da regole divine, ma derivate da ragionamenti (a volte anche corretti) di natura puramente umana.
Se ci riesci ti nomino mio Messia.
Posted by: Lenny Nero | 29/10/2007 at 01:54