Come si fa a essere felici? A volte mi chiedo se per essere felici non basti fingere di essere felici. A forza di fingere, quindi, ci si convince che felici lo si è davvero. Anche perché è veramente difficile definire che cosa sia la felicità (quando non ci siano grandi catastrofi incombenti o in corso, ovviamente). Dal punto di vista interiore, infatti, basta poco per spezzare quell'equilibrio in cui, a posteriori - cioè quando l'abbiamo perduto -, riconosciamo un'incarnazione della felicità. "Ma perché, perché non sono felice?" - questa domanda (da formulare a mani giunte e strette, con le nocche che tendono la pelle bianca, e con voce implorante e piagnucolante) è sufficiente a generare infelicità proprio perché turba la splendida indifferenza della serenità. Come un bambino molesto che, a tutti i costi, butta sassi in uno stagno la cui superficie fino a quel momento era uno specchio immobile. Inutile che poi si lamenti se l'acqua è agitata o piena di onde. Si finga dunque di essere felici, se proprio non lo si può essere davvero, e si vedrà che poi lo si diventa sul serio. Che valga per la felicità quel procedimento che Pascal suggeriva per diventare veri credenti? Inginocchiarsi e pregare senza farsi troppe domande: la forza dell'abitudine avrebbe fatto il resto? In questo caso avremmo un metodo behavioristico per produrre felicità. Sarebbe da brevettare.
Io ho sempre odiato il fatto che lo sfigato per eccellenza definisse per felicità il periodo in cui vi era assenza di dolori. Non è molto, ma per chi è infelice cronicamente è sempre una buona definizione.
Posted by: Nicola aka Odiomuso | 23/08/2007 at 16:32
io sono cattivo ma da una vita fingo di essere buono e alla fine, a tutti gli effetti, è come se lo fossi.
quindi, sostituendo cattivo e buono con infelice e felice........
Posted by: tato | 23/08/2007 at 23:50
Con questo tuo modo di pensare alla felicità non è il modo che consente di essere felici. Quando ti leggo, mi viene sempre da chiedermi quanto ancora, prima che il tuo registro ruoti su quello positivo.
Posted by: gp | 24/08/2007 at 04:23
...non riesco a distingure Felicità da Serenità e siccome è impossibile per me essere sereno (forse perché ho un cervello e rifletto su tutto ciò che mi circonda), la felicità non la raggiungerò mai. Forse sono felice quando, in qualche modo, permetto agli altri di esserlo... Ma questo, come l'amore, è un sentimento per cui non puoi fingere. Magari si potrebbe parlare di micro e macro felicità, da collegare alle micro e macro soddisfazioni della vita... ma tutto ciò non mi consola!
Posted by: Luca | 24/08/2007 at 08:28
...mi sono trovata per caso in questo blog.. in un giorno di tristezza...
credo che la felicità la si possa solo sfiorare a momenti... il problema principale che blocca il nostro equilibrio emtivo è il nostro essere sempre critici... il nostro essere razionali... ci facciamo soffocare dalla nostra mente, rendendoci conto solo in seguito di aver assaporato per un attimo quella che forse può considerarsi felicità...probabilmente, dovremmo smettere di porci troppe domande, e prendere tutto ciò che di buono la vita ci possa dare... anche un momento di tristezza può avere la sua valenza positiva...
Posted by: Antonia | 31/08/2007 at 16:45