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23/08/2007

Comments

Nicola aka Odiomuso

Io ho sempre odiato il fatto che lo sfigato per eccellenza definisse per felicità il periodo in cui vi era assenza di dolori. Non è molto, ma per chi è infelice cronicamente è sempre una buona definizione.

tato

io sono cattivo ma da una vita fingo di essere buono e alla fine, a tutti gli effetti, è come se lo fossi.
quindi, sostituendo cattivo e buono con infelice e felice........

gp

Con questo tuo modo di pensare alla felicità non è il modo che consente di essere felici. Quando ti leggo, mi viene sempre da chiedermi quanto ancora, prima che il tuo registro ruoti su quello positivo.

Luca

...non riesco a distingure Felicità da Serenità e siccome è impossibile per me essere sereno (forse perché ho un cervello e rifletto su tutto ciò che mi circonda), la felicità non la raggiungerò mai. Forse sono felice quando, in qualche modo, permetto agli altri di esserlo... Ma questo, come l'amore, è un sentimento per cui non puoi fingere. Magari si potrebbe parlare di micro e macro felicità, da collegare alle micro e macro soddisfazioni della vita... ma tutto ciò non mi consola!

Antonia

...mi sono trovata per caso in questo blog.. in un giorno di tristezza...
credo che la felicità la si possa solo sfiorare a momenti... il problema principale che blocca il nostro equilibrio emtivo è il nostro essere sempre critici... il nostro essere razionali... ci facciamo soffocare dalla nostra mente, rendendoci conto solo in seguito di aver assaporato per un attimo quella che forse può considerarsi felicità...probabilmente, dovremmo smettere di porci troppe domande, e prendere tutto ciò che di buono la vita ci possa dare... anche un momento di tristezza può avere la sua valenza positiva...

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