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21/08/2007

Comments

Monsieur Poltron

Non mi convince molto la distinzione tra "odio verso l'islamismo" (inteso come religione) e "odio verso gli islamici" (intesi come coloro che professano quella religione).

Concordo invece sul fatto che si tenti, da parte della gran parte delle autorità politiche e religiose dei paesi musulmani, di far passare per "islamofobiche", e quindi pregiudiziali, le critiche di merito alla religione islamica ed ai suoi aspetti, o a taluni suoi aspetti, culturali e politici; e che questo tentativo sia strumentale soprattutto a perpetuare il potere dei sostenitori delle interpretazioni più retrive dell'islamismo e tacitare soprattutto i loro correligionari "riformati".

barbara

Anche "A conservative mind" ha fatto un bell'articolo su questo rapporto. Da un altro punto di vista ma ugualmente interessante - e che in parte dovrebbe interessarti anche personalmente, per cui se non l'hai visto ti suggerisco di dargli un'occhiata.

stefano

@ barbara: c'è un link a cui recuperarlo? Grazie :)

@ poltron: be', da parte degli "islamofobi" è chiaro che l'odio è per le persone - se poi venga anche razionalizzato come "odio per quella religione" non saprei dirlo. Certo da parte di chi condanna l'islamofobia (all'interno dell'islam) c'è una certa ambiguità.

stefano

Come non detto, Barbara, credo di averlo trovato da solo...

Steno

Come dissertazione probabilmente fine a se stessa, si potrebbe a questo punto introdurre il termine islamicòfobo (che avversa gli islamici) in contrasto con islamòfobo (che avversa la loro religione)

kannafutre

Più di questioni di semantica dovremmo parlare dei meccanismi che stanno alla basa della discriminazione da un lato e quantificare con precisione il fenomeno dell'islamofobia.
Omosessuali e Islamici, quando minoranze, subiscono i medesimi meccanismi molto ben spiegati ed empiricamente provati da autori come Tajfel, Turner e molti altri della "psicologia cognitivista": categorizzazione, relazioni ingroup/autgroup e molto altro.
Nello specifico dell' Islam bisogna guardare bene ai numeri. 2/3 della popolazione Islamica vive al di fuori della dar-alIslam (paesi di base Islamica). Buona parte di questi 2/3 vive in paesi occidentali, vivendo un Islam del tutto compatibile con la vita civile dei paesi in cui vivono. Questo, anche tralasciando le realtà dei paesi Islamici, porta con sicurezza a dire che la stragrande maggioranza dei musulmani sul pianeta, vive la propria religione in modo costruttivo (che sbagliando spesso si definisce "moderato").
L'islamofobia è appunto una paura. Paura del vicino di casa musulmano ecc.. In nessun caso è razionalmente giustificabile, i numeri lo dimostrano ampiamente. La paura di per sè non è poi un buon punto di inizio a qualsivoglia percorso raizionale.
E' giusto criticare il concetto di religione ma non bisogna confondere i piani cosa che in questo momento è drammaticamente facile.
Ad oggi, ogni critica all'Islam inquanto religione, finisce per svilire lo sforzo dei "moderati" ed è quasi sempre spinta dal rifiuto dell'altro più che da un razionale e sano evoluzionismo alla Dawkins.
L'islamofobia va quindi combattuta: 1. in quanto paura 2. perchè al momento è maggiormente spinta e percepita da e come "razzismo".

kannafutre

Facciamo attenzione a non confondere i piani, e diamo all' Islam qualche dato quantitativo.
2/3 dei musulmani vive al di fuori della dar al Islam, e buona parte di essi vive in occidente. Con buona tolleranza all'errore possiamo quindi sostenere che la maggioranza dei musulmani vive la propria religione in modo del tutto compatibile alla vita civile dei paesi in cui vivono.
Non si tratta di coloro che erroneamente vengono chiamati "moderati", sono musulmani, e il loro Islam è quello maggioritario sul pianeta.
L'islamofobia è per la maggioranza spinta e percepita da e come razzismo e più in generale da ignoranza, più che da una sana critica all'Islam in quanto religione, sotto la lente del sano approccio evoluzionista alla Dawkins.
L'islamofobia e poi, appunto, paura ed essa va quindi combattuta per due buone ragioni: 1. in quanto paura (del diverso, dell'altro..ecc.) e non atto razionale come dimostrano i numeri 2. perchè, come dicevo, percepita e spinta in modo distruttivo, svilendo il lavoro dei tanti (maggioritari) musulmani del tutto compatibili con la vita occidentale e valori comuni ai nostri.

P.s. è la prima volta che vengo qui. bel blog ti ho linkato al mio. passa a trovare se vuoi. ciao e grazie

kannafutre

Scusa, sono nuovo di qua, e non capisco bene il meccanismo: il post by steno l'avevo mandato io ma pensavo fosse andato perso, così l'ho riscritto (+succinto)

kannafutre

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