La sola idea che io possa innamorarmi m'atterrisce, mi deprime e mi getta in uno sconforto prossimo alle lacrime. Sono l'equilibrista che cammina su un filo sottile e vado avanti solo perché non soffia nemmeno un refolo di vento che potrebbe farmi perdere questo precario equilibrio. La sola idea che io possa innamorarmi rinverdisce la mia speranza rinsecchita - ma mi dico anche: dov'è la materia di cui dovrei essere fatto se volessi innamorarmi? Faccio ancora un passo, guardo in basso. Non c'è un telone su cui cadere, su cui rimbalzare, e scrollo il capo. Intuisco - a volte e, in alcuni momenti, con sempre maggior frequenza - il baratro emotivo in cui precipita la mia mente quando qualcuno le tende un'imboscata. Accarezzo con dita tremanti, con polpastrelli elettrici, le superfici di tutte queste voragini. Ma sono io questo o è un altro? Non ce la farò mai, penso, e già pensarlo significa non farcela. Vorrei avere nel petto un cuore di titanio.
L'amore è maledetto e lo sostituirei alla bellezza nella poesia di Charles... ci fa fare un sacco di cose, e ci riduce come gli pare. Facciamo così, io cerco di costruire un cuore in titanio, mi dai dei fondi per le ricerche? :)
Posted by: Nicola | 12/03/2007 at 22:48
*Imitando Venditti* Questa insostenibile leggerezza dell'eeeessereeeeeeeee...
Posted by: Giulia | 13/03/2007 at 16:11