Io di questo ho paura: che un'assenza troppo prolungata sfumi sempre più i contorni della persona reale fino a quasi cancellarla, mentre io - che la vorrei presente, soprattutto ora - finirei sempre più per sostituirla, senza nemmeno accorgermene, con l'involucro vuoto prodotto dalla mia fantasia o ricalcato sulle poche immagini depositate nella memoria, continuamente plasmate fino a trasformarsi in tutt'altro. Quel poco che ho (avuto) è fragile e delicato come cristallo. E intanto fremo al pensiero di quanto potrebbe questo tutt'altro allontanarsi dalla realtà. Ma è a questa che io vorrei ancorarmi, a questa, prima che fugga. Eppure non ho scelta: convivere con questo timore - e con le inevitabili fantasie che si trascina dietro - è il contrappasso per la pazienza che non ho.