Oggi si parte, ma solo per qualche giorno. Si va a festeggiare il ponte dei “morti” in una location – come direbbe chi è fashionable – adeguata: a Bucarest. Dopo qualche mese di “autodidattica” del romeno è giunta l’ora di sciacquare i primi panni nella Dâmboviţa. E’ vero che avrei potuto anche millantare qualche credito rivelando che, in realtà, sono in missione segreta per conto della Commissione Europea per stilare un giudizio definitivo sulla Romania prima che entri nell’Unione Europea l’anno prossimo. E, soprattutto, no: non vado a Bucarest né per le marchette, né per le battone, né – honni soit qui mal y pense – per trovare moglie (o badante). Siccome ci restiamo poco, non credo che scriverò un diario online in presa diretta. Al massimo butterò giù qualche impressione di viaggio al ritorno. Da Londra, R.S. – che ci è stato, per lavoro – mi ha scritto che Bucarest mi piacerà, con i suoi cani morti ai bordi delle strade, le buche enormi nell’asfalto e i casinò finanziati dalla mafia russa. Per sicurezza, quindi, abbiamo prenotato un albergo in calea Victoriei. Fatemi gli auguri, ché tanto ci si risente tra qualche giorno. Pe curând şi la revedere!
(* "Andiamo a Bucarest!", ovviamente)
Ti invidio, e aspetto con ansia il racconto. E'una città che mi incuriosisce e me la immagino come in Nostalgia di Cartarescu (perdona gli accenti).
Posted by: ada | 02/11/2006 at 18:37
calea come calle?
Posted by: melpunk | 04/11/2006 at 18:33
Sì. Tra un po' arriva il reportage (per così dire)
Posted by: stefano | 04/11/2006 at 18:44