Quando, alle elezioni politiche di marzo, ho votato Rosa Nel Pugno pensavo che il risultato sarebbe stato più consistente e che molti italiani, stanchi delle ingerenze della chiesa cattolica nella vita pubblica, avrebbero saputo cogliere il messaggio di laicità che proveniva da questo partito. La Rosa Nel Pugno ha avuto invece un misero 2,5 % e io ho capito che quel messaggio non era "arrivato" a destinazione o che, nell'ipotesi peggiore, gli italiani - anche a sinistra - si disinteressano, in grande maggioranza, della separazione tra stato e chiese. Con grande stupore, mi sono persino accorto che sono più sensibili ai messaggi spesso populistici dell'ultrasinistra, che predica bene ma razzola male (facendosi sostenere dagli estremisti islamici dell'Ucoii, per esempio, o mandando al Parlamento Europeo deputati che a quel raggruppamento si ispirano). Forse, noi che abbiamo sostenuto la Rosa Nel Pugno, abbiamo avuto una percezione distorta o velata della realtà, sovrastimando la presenza di "qualcosa" - un'esigenza di laicità - che invece non è così forte come pensavamo.
In entrambi gli schieramenti si registra un'involuzione clericale: non m'interessa sapere se questo avvenga per puro calcolo o per sincera convinzione. Chi sostiene che dobbiamo schierarci comunque con la chiesa cattolica anche se personalmente non crediamo perché lì sarebbero le nostre "radici" si presta a diventare il cavallo di Troia per introdurre un'altra forma di fondamentalismo religioso nell'ambito civile. Naturalmente non sono così bacato da non rendermi conto che - come sostengono correttamente a destra - l'islam radicale è ancora più pericoloso, perché lì mai è avvenuta la scissione tra religione e stato che è avvenuta in occidente, ma non credo che contrapporre irrazionalità a irrazionalità sia un buon rimedio. E' disonesto chi rivendica la "libertà di parola" per la chiesa cattolica senza però, allo stesso tempo, ricordare che essa gode dei privilegi (anche finanziari) che le garantisce il Concordato. Si abolisca il Concordato e la chiesa avrà tutta la libertà di parola che desidera, pagandosela di tasca propria. E' inutile richiamarsi al sistema statunitense senza sottolineare che laggiù nessuna religione gode di una posizione preminente garantita dalla Costituzione.
La novità è che questo disagio si sta diffondendo anche a destra. Settimana scorsa è apparso questo annuncio su alcuni quotidiani dell'area di centrodestra, con il titolo "Diamo un'anima libertaria al centrodestra", in cui i Riformatori Liberali si ripropongono di aggregare intorno a sé tutti coloro che, a destra, credono alla necessità di un'opzione liberale e che non s'identificano in una "coalizione compattamente schierata su politiche d'ispirazione confessionale per i temi etici". In questo modo il movimento di Della Vedova spera di intercettare, in futuro, i voti dei laici di centrodestra, convinto che altrimenti molti, che non apprezzano la battente propaganda neoclericale, si sentirebbero esclusi fino a rifiutare qualsiasi coinvolgimento con la loro coalizione. Sul loro sito stanno raccogliendo firme di sostegno a questo progetto. Io ho firmato e poi spiegherò perché. Tuttavia ho la sensazione di ritrovare nel loro proclama e nelle loro analisi, specularmente, quello stesso ottimismo che aveva "colpito" i sostenitori della Rosa Nel Pugno prima delle elezioni di marzo, con la conseguente sovrastima del potenziale laico e libertario all'interno del corpo elettorale italiano.
Perché ho firmato questo manifesto, dunque? Per due motivi. Il primo è che non possiamo lamentarci che in Italia non esiste una destra liberale e poi non sostenerne i timidi tentativi di uscire allo scoperto. A meno che, naturalmente, non si sostenga in malafede che l'unica destra liberale possibile è quella che c'è all'estero e che in Italia non potrà esserci mai. Il secondo lo ha spiegato bene Malvino qui e io non intendo ripetermi. A questo punto mi piacerebbe che, prima o poi, si ricostituisse, nella sua integrità, il "partito radicale" e che i radicali della Rosa Nel Pugno e quelli dei Riformatori Liberali vi portassero i loro diversi punti di vista e le loro diverse esperienze, costituendo così il nucleo fondatore di un vero movimento liberale e libertario in Italia.
ecco, appunto. nei miei commenti ad un post analogo mi hanno appema detto che mi son fottuto il cervello, mo linko il tuo post:)
Posted by: Yoshi | 20/10/2006 at 18:15
Ti prego, non voglio avere orde di commenti beceri anche da me :)
Posted by: stefano | 20/10/2006 at 18:17
too late, un po' anche a te! :)
Posted by: Yoshi | 20/10/2006 at 18:21
*pssst..."Riformatori", non "Riformisti"...*
Posted by: Matthäi | 20/10/2006 at 21:49
Occazz... ho corretto.
Posted by: stefano | 20/10/2006 at 22:13
Grazie di cuore.
Posted by: Jinzo | 22/10/2006 at 11:34
Prego... a buon rendere, ah ah ah :)
Posted by: stefano | 22/10/2006 at 16:07