In una libreria di Potsdam ho comprato una guida turistica della DDR, stampata nella stessa DDR nel 1984, dove alla voce "Berlino" Berlino Ovest non viene affatto menzionata. Anche la cartina si ferma alla porta di Brandeburgo: per la Germania Orientale sembra che l'altra metà di Berlino non esistesse nemmeno, quasi che a non nominarla la metà capitalistica della città scomparisse anche dalla faccia della terra. Ho avuto un po' questa sensazione ieri leggendo, per caso, il Corriere del Ticino, il quotidiano principale della Svizzera Italiana. Non è l'Italia a venire cancellata dalle pagine del quotidiano ticinese - al contrario, il nostro paese è molto presente -, ma ho capito che è la Svizzera che, malgrado sia a due passi da noi, viene completamente ignorata dai nostri quotidiani (e dai mass media in genere), un po' come Berlino Ovest in quella guida.
Non è che il Corriere della Sera o La Repubblica debbano parlare a ogni pie' sospinto di faccende svizzere, però ci sono avvenimenti che sarebbe il caso di riferire, soprattutto perché rivelano qualcosa di importante anche su di noi. Per esempio, ho scoperto leggendo il quotidiano svizzero-italiano che domenica scorsa nella confederazione elvetica si è votato su "una delle norme sull'asilo più severe in Europa". Ora io non so nulla di questa legge sugli stranieri e non è di questo che voglio parlare, né delle polemiche che ha suscitato in Svizzera, ma faccio notare che il Corriere del Ticino dedica un ampio articolo alle reazioni della stampa estera, citando i commenti di El Mundo, Le Figaro, Libération, la Frankfurter Allgemeine, il Times e così via. A un certo punto, però, arriva una frase che, con quella sobrietà a cui noi italiani siamo così poco abituati - e tutti i titoli del quotidiano ticinese si distinguono per la loro mancanza d'isteria -, mi cala addosso come una mannaia: "In Italia i maggiori giornali non si sono occupati delle consultazioni elvetiche". Nessun quotidiano, zero di zero: come se la Svizzera non esistesse e come se il problema dell'immigrazione noi l'avessimo risolto tanto bene da poter ignorare in toto quello che fanno i nostri vicini di casa. L'unico commento italiano citato è - in mancanza di altro - quello del quotidiano online VareseNews, che non è esattamente una voce autorevole nel panorama mediatico nazionale. (Tra parentesi commenta il quotidiano telematico varesino: "qualcosa potrebbe complicarsi per l'immigrazione nel nostro paese. Molti, infatti, sono gli stranieri che varcano i nostri (italiani) confini per poi raggiungere la Svizzera, e ora rischiano di rimanere "bloccati" qui (in Italia)").
L'altra notizia, che trovo sulla prima pagina del dorso dedicato a "Ticino & Regioni" e che in Italia è passata sotto silenzio - o liquidata come "propaganda" - è questa: "A meno di quattro mesi dal cambio dell'Esecutivo di Roma, il traffico di valuta verso le banche ticinesi è tornato ad avere la consistenza degli anni '90, quando il debito pubblico della Penisola e la stretta sui conti per aderire alla moneta unica europea aveva suggerito a molti di affidarsi ai forzieri elvetici". Gli indicatori, scrive il quotidiano ticinese, non sono certi, perché l'esportazione di capitali è illegale, tuttavia vi sono indizi che lasciano supporre un consistente aumento di questo fenomeno: "Abbiamo assunto nuovo personale per la contabilizzazione dei depositi in contante - dicono i dipendenti di un'agenzia di mediazione finanziaria operante sul confine - stiamo assistendo a un incremento dell'attività dopo anni di stasi, una ripresa coincisa con l'inizio dell'estate". Il Corriere del Ticino spiega poi che gli "spalloni" che esportano capitali in Svizzera comprendono anche figure insospettabili reclutate appositamente per questo compito: mogli, figli, studenti universitari. "La fuga dei capitali italiani era notevolmente rallentata dai tempi del cosiddetto scudo fiscale, la manovra apporovata nel 2002 dal ministro Tremonti". Ora, a meno che non si voglia dire che il Corriere del Ticino è un quotidiano al soldo di Berlusconi, io credo che questa sia una notizia preoccupante che dovrebbe fare suonare qualche campanello d'allarme qui in Italia. O no?
dal mio micro-osservatorio nordest posso confermare che c'è un bel po' di gente che ha una paura spesso irrazionale dei "comunisti al governo".
giuro, li vedo con il terrore in faccia. e di conseguenza alcuni si arrangiano per, come dire, far sparire un po' di schei.
o almeno dicono di averne l'intenzione, o forse l'han già fatto :)
Posted by: Yoshi | 27/09/2006 at 16:16
La Svizzera?? No ma dico, e San Marino dove lo mettiamo?
Nella mia cartina la svizzera non è contemplata perché non esiste in realtà, è una nazione-fantoccio governata da lobby giudo-masso-plutocratiche; la usano come salvadanaro.
Posted by: dj | 28/09/2006 at 02:10
stefano, non è questione di essere al soldo di Berlusconi. probabilmente tutt'altro
questa gente nei cinque anni della destra sapeva che avrebbe prosperato e accumulato ricchezze senza pagare il proprio contributo alla comunità. adesso, che partono i controlli e c'è un pochino più di severità, scappano all'estero. spero che con costoro si sia spietati.
Ah: neanche ai tempi delle unioni domestiche registrate la Svizzera fece tanta notizia. probabilmente non reggiamo il paragone
Posted by: aelred | 01/10/2006 at 12:17