Non sono un esperto di pornografia scritta e in fatto di pornografia ho sempre preferito i prodotti visuali. Non saprei dire, quindi, se nell'ambito delle regole del genere un romanzo è innovativo o no, tuttavia ho la sensazione che il nuovo lavoro del "misterioso" James Lear, The Back Passage, cerchi di uscire un po' dalla gabbia del codice prescritto - o almeno di allargarne le sbarre. Non spiegherò per quali motivi personali ho letto tutti e tre i romanzi di questo autore (The Low Road, The Palace of Varieties e, ora, The Back Passage), ma mi limito a specificare che è anche l'unico autore di "pornografia gay" che conosco - poiché naturalmente non annovero nel genere quei romanzi in cui le scene di sesso sono funzionali al resto della narrazione.
The Back Passage segna un'ulteriore tappa nell'evoluzione di James Lear. Se nel primo romanzo (The Low Road) la trama serviva ancora soprattutto a legare tra loro le scene di sesso, in quest'ultimo il sesso sembra fluire più spontaneamente - quasi per una sorta di necessità interna - dalla trama. In realtà si potrebbe definire un "giallo pornografico" che potrebbe essere tranquillamente letto come un giallo tradizionale, con le aspettative che questo genere crea nei lettori. Il modello di James Lear è infatti il classico "whodunnit" alla Agatha Christie, di cui emula anche l'ambientazione, poiché tutta la storia si svolge a Drekeham Hall, la residenza della famiglia del parlamentare Sir James Eagle, non lontano dalle scogliere del Norfolk - una magione che ricorda molto da vicino il "Gosford Park" del film di Altman. E' qui che avviene l'omicidio su cui dovrà indagare il protagonista "Mitch" Mitchell, ventiduenne americano e studente a Cambridge, ospite del fidanzato della figlia di Sir James, "Boy" Morgan, e suo compagno di università, di cui da tempo cerca d'insidiare le grazie.
Abbiamo quindi a che fare con una parodia pornografica del genere giallo: nel corso delle indagini si scopa molto. Il mondo in cui si muove Mitch è un mondo totalmente omosessualizzato - o quasi -, come è tradizione nella pornografia gay. Ma ciò che più diverte è l'uso del sesso in circostanze e per fini che normalmente richiederebbero altri mezzi. Per esempio, quando il presunto colpevole - che poi si rivelerà innocente e vittima delle perverse macchinazioni della famiglia Eagle - viene interrogato e torturato a colpi di cazzo alla stazione di polizia, o quando lo stesso Mitch riesce a cavarsi d'impiccio distraendo con un'accurata sodomia il poliziotto corrotto che lo tiene prigioniero. Altrettanto memorabile è la scena in cui Mitch, per estorcere informazioni al vecchio maggiordomo guardone Burroughs, si esibisce in una fellatio con "Boy" Morgan, promettendogli di fargli vedere sempre di più se lui gli fornisce ulteriori dettagli.
La parodia non è soltanto nel genere in sé, bensì anche nell'uso del linguaggio - una caratteristica, questa, che accomuna The Back Passage ai precedenti due romanzi di James Lear. L'autore, infatti, predilige un inglese colto, forbito, a volte ampolloso e ricco di metafore, che crea volutamente un contrasto con la materia "banale" e terra terra del sesso. Con questa prosa scanzonata si ha la sensazione che Lear stia facendo l'occhiolino ai suoi lettori e li coinvolga in una sorta di gioco. Sarei addirittura tentato di aggiungere che Lear ha appreso la lezione dell'olandese Gerard Reve, che pure scrive di sesso usando arcaismi e un olandese alto. Tanto per darne alcuni esempi: del fratello di Sir James, Leonard, si dice che "had the feline contentment of a man well fucked" (aveva la soddisfazione felina di un uomo ben scopato); o ancora considerazioni come "Premature baldness combined with heavy beard growth always seems to me to indicate a prodigius, unfussy sexual appetite" (La calvizie prematura, combinata con una forte crescita della barba, mi è sempre parsa indice di un appetito sessuale prodigioso e privo di fronzoli). C'è inoltre un ricorso frequente all'ironia che offre un'immagine scherzosa e lieve del sesso, lontana dai tormenti e dalla seriosità di molta pornografia (e infatti, se dovessi scrivere io un romanzo pornografico, temo che sarei molto più "sadiano"). Si notino, infatti, scambi di battute come questo: " 'I've got a hole in my back tire, sir' 'Not as nice as the hole in your backside, Bill' " ('Ho un buco nella ruota posteriore, signore' 'Ma non è bello come il buco che hai nel tuo, di posteriore, Bill'), o riflessioni come questa: "I have often found before exams, the best way to come afresh to a problem is to take one's mind off it completely for a few hours. And I have never found anything that takes my mind off things as effectively as the pursuit of sex with other men" (Prima degli esami mi sono accorto spesso che il modo migliore di affrontare di nuovo un problema è allontanarsene con la mente per qualche ora. E non ho mai trovato nulla che allontani la mia mente dalle cose con tanta efficacia quanto la ricerca di sesso con altri uomini).
Parte del fascino di questo romanzo deriva anche dallo "scontro di civiltà" che mette in scena. Il protagonista, infatti, è un americano che, con la sua tipica mentalità, il suo atteggiamento più estroverso e i suoi costumi, si trova ad affrontare le rigidità dell'alta società britannica e i suoi strani riti e personaggi, con maggiordomi, autisti, cameriere. Diversamente dai primi due, The Back Passage è stato pubblicato - pur essendo James Lear inglese - da un editore americano, di San Francisco: può darsi che la scelta del protagonista sia un omaggio ai suoi nuovi lettori, ma io penso anche al divertimento che questi devono aver provato nel leggere un romanzo che è così tipicamente e intrinsecamente britannico. Non mi stupisce nemmeno che qualcuno abbia voluto vedere, nella descrizione del declino della famiglia Eagle - declino che non consiste, ovviamente, nel fatto che vi impera l'omosessualità e tutti s'ingroppano tra di loro, ma nella corruzione e nell'omicidio usato per risolvere i problemi economici -, una sorta di "critica marxista" alla società di classe e alle ingiustizie che essa produce e alimenta.
In The Back Passage,- che pure non mira a essere letteratura "alta" (ma non si sa mai, perché anche Boccaccio, tutto sommato, non pensava di passare alla storia con il "Decameron"), James Lear non rinuncia a un intento "pedagogico": non ci sono infatti solo sesso e scopate, ma anche l' "amore" - come in ogni romanzo che si rispetti e che voglia avere uno happy end - e, in un certo senso, la difesa dei matrimoni gay ante litteram. Infatti Rex, uno dei figli che Sir James voleva costringere a sposare per convenienza una donna, alla fine riesce a coronare il suo sogno d'amore con colui che era ingiustamente stato accusato dell'omicidio. Anche il protagonista, "Mitch" - che dovrà comunque rinunciare al suo "Boy" Morgan - troverà forse l'amore con Vince, l'ex segretario di Sir James, e lo porterà con sé quando rientrerà a Boston.