Quello che Alessandra Mussolini ha detto a Vladimir Luxuria ieri sera a "Porta a Porta" - e di cui tanti hanno parlato, anche in rete - è assolutamente inqualificabile. Lo è nel contenuto e lo è nel tono. Come nessuno si permetterebbe d'insultare, in un dibattito televisivo, un rappresentante delle comunità ebraiche o una persona di colore usando appellativi grevi senza suscitare la riprovazione della maggior parte degli spettatori e, in generale, dell'opinione pubblica, allo stesso modo non dovrebbe essere possibile che si chiami qualcuno "frocio" e la si faccia franca. Ma si badi bene: non invoco, ovviamente, l'intervento dell'autorità della legge o di una censura, ma sto auspicando semplicemente un'evoluzione della società e della cultura di questo paese che porti a coprire d'ignominia chi insulta in questo modo gli omosessuali. E' una questione, insomma, di terreno più o meno fertile. Oggi, in Italia, il terreno è ancora troppo fertile per l'omofobia e chi la coltiva la fa franca. Occorre dunque un lungo processo di educazione di questo paese, un lungo percorso di bonifica dalle tendenze diffamatorie che ancora sono troppo radicate. Ma a chi spetta questo compito?
La sinistra ha imparato, se non altro, il rispetto delle forme. Non è cosa da poco, perché qui la forma prelude già al rispetto della sostanza - anche se non la esaurisce, come ha evidenziato l'elusività di quasi tutte le forze di centrosinistra quando si è cercato di inserire, senza successo, l'approvazione dei Pacs nel suo programma, preferendo invece raffazzonare sette ambigue righe che parlano di generici diritti individuali. A destra, però, persino questo rispetto delle forme è ancora di là da venire.
Una domanda che ogni tanto viene a galla è: "Può un gay essere di destra?". C'è chi risponde che è assurdo che la sinistra - in tutte le sue varianti - si sia "appaltata" la pretesa di essere l'unica rappresentante degna di chi è gay. Io non credo che un gay non possa essere di destra. Il punto è che un gay, oggi, in Italia non può sentirsi rappresentato da questa destra. Se Forza Italia nasceva con l'idea di essere un partito liberale di massa, dobbiamo constatare che ha fallito nell'impresa di incorporare nelle sue (non si sa quanto sincere) intenzioni liberiste anche la difesa delle libertà civili. E, soprattutto in vista di queste elezioni, si è tirata dietro gruppi reazionari e fascisti, che non soltanto coltivano, ma anzi concimano, quel terreno propenso all'omofobia. Prima di scrivere queste poche righe ho sfogliato tre quotidiani che appoggiano - in modo diverso - il centrodestra: Il Giornale, Libero e Il Foglio. Tranne l'ultimo, i primi due danno la notizia dell'insulto di Mussolini a Luxuria, ma nessuno lo condanna. Il Giornale si limita a una didascalia accanto alla foto tratta dalla trasmissione televisa, mentre Libero vi dedica un articolo il cui senso, grazie a un argomentare capzioso, si riduce a: in fin dei conti Luxuria se l'è meritato, perché ha dato della fascista ad Alessandra Mussolini.
A questo punto mi domando, senza voler essere inutilmente polemico: esiste una destra - reale, e non immaginaria - in cui anche i gay avrebbero il diritto di stare senza dover prima pagare il pedaggio del disprezzo e del dileggio? Se c'è, è stata tristemente muta, perdendo così un'occasione di mostrare di essere diversa, smarcandosi rispetto all'andazzo generale nel centrodestra. Sono andato a dare un'occhiata al sito dei "Riformatori Liberali", ho controllato sul blog di Benedetto Della Vedova: sono così impegnati a leccarsi le ferite dopo essere stati gabbati da Berlusconi che non spendono una parola per commentare il fatto. Certamente non sono tenuti a farlo, ma secondo me è un silenzio che pesa. Ed è il silenzio di chi si è perso a tal punto nelle astrazioni dell'economia da avere messo in secondo piano le libertà civili.
In questi giorni sto buttando un occhio in A viso aperto, il libro in cui Alessandro Cecchi Paone ha raccolto le email che ha ricevuto nel periodo successivo al suo coming out, un paio di anni fa. Un capitolo contiene quelle ricevute dai sostenitori del centrodestra, per lo più gay, che gli hanno scritto. Molti erano sollevati per il fatto di poter votare un uomo che si dichiarava gay, laico e di centrodestra. Ma non sono tanto le lettere di questi generici elettori che mi hanno colpito, ma piuttosto quelle di alcuni che non sono puri e semplici elettori, ma anche funzionari di partito (Alleanza Nazionale o Forza Italia) o, addirittura, eletti in amministrazioni pubbliche per quegli stessi partiti di destra. Naturalmente sono tutti "in the closet" e, pur offrendo al destinatario un generico aiuto di tipo organizzativo, gli raccomandano la "massima discrezione" (e a me verrebbe da aggiungere che manca solo che specifichino "serietà, no barba e baffi, no effeminati"), perché altrimenti avrebbero dei "problemi". Io credo invece che chi fa politica, a destra, ed è gay (e, a maggior ragione, se decide di fare politica perché è gay, dando quindi anche una connotazione politica alle rivendicazioni dei gay) non dovrebbe nascondere la propria omosessualità come se fosse materia infetta, perché altrimenti avalla proprio quell'omofobia che è endemica nella sua compagine. Avrà senso quindi dire che "un gay può anche votare a destra" quando proprio quei gay che - attivamente - si fanno eleggere a destra faranno pressione perché si prosciughi la palude dell'omofobia.
Ecco allora la risposta alla domanda che formulavo all'inizio. Spetta ai gay che si definiscono di centrodestra alzare la voce, insistere, protestare, puntare il dito tutte le volte che i loro rappresentanti politici li insultano, li diffamano, li trascinano nel fango. E' nel loro interesse. Se non lo fanno loro, non lo farà nessuno al posto loro. Soltanto quando lo avranno fatto - o quando avranno almeno cominciato a farlo - potranno anche, in coscienza, dire che si può essere omosessuali ed essere di destra. Altrimenti essere omosessuali ed essere di destra sarà possibile solo a una condizione, cioè accettando implicitamente il giudizio che, per ora, gran parte della destra dà di loro e che si riassume in una parola: disprezzo. Il prezzo da pagare è alto: la negazione di sé, di una parte importante di sé. Il rispetto per la diversità, invece, non dovrebbe essere né di destra né di sinistra, ma dovrebbe essere un valore condiviso e fondante di una società che si vuole veramente civile.
Ho visto il confronto televisivo, era surrealista: Di Pietro, Luxuria, Castelli ed una "ambigua" Mussolini (ex-attrice porno che fa la fascista libertaria e pasionaria per dare un minimo di presentabilità al gruppetto di smandrappati neofascisti che non riescono proprio in tv a fare gli ipocriti e quindi insultano con allegria). Alla fine la nipote si è tradita con quella bella frasetta (sul fatto che riesca ad entrare in parlamento si accettano scommesse.... Invece il mio candidato molisano ha fatto una bella figura: indicando il trans ha detto "ma ti pare che questa possa fare del danno a qualcuno??" (votAntonioooooo)
Posted by: anodino Tsbaqui | 10/03/2006 at 23:53
Sulla compatibilità teorica fra omosessualità e idee destrorse niente da dire, tutto è possibile. Ma nella destra perbenista/fascista di Berlusconi, Tremaglia e Storace, dichiararsi omosessuale dev'essere una specie di perversione, tipo quella di chi ama essere frustato da un omone obeso e peloso (con la differenza che chi si limita a questo esercita la propria libertà privata, mentre l'omosessuale destrorso fa una scelta politica disastrosa per la cultura sociale in cui vive).
Si parva licet componere magnis, scelte del genere mi ricordano quelle associazioni ebraiche che, intorno alla metà degli anni trenta, aderirono con entusiasmo al nazismo, sostenendo che non c'era nessuna incompatibilità teorica fra ebraismo e almeno parte delle idee naziste. Va da sé che furono i primi ad essere avviati ai forni.
Posted by: Mauro | 11/03/2006 at 08:46
Applausi a stefano per il post lucidissimo.
il problema, per i gay di destra, è vivere in Italia. dove chiamiamo destra presnetabile ciò che all'estero sarebbe fuori dall'arco costituzionale e "sinistra" uno schieramento che potrebbe stare a buon diritto fra le destre liberali europee...
Posted by: aelred | 12/03/2006 at 00:07
Per quanto riguarda l'opinione pubblica generale in Italia, la verità è che l'omofobia esplicita e violenta NON suscita sdegno se non in una minoranza di persone. La massa (anche progressista) assiste per lo più passiva. Per avere un'idea, basta paragonare il clamoroso (ma solo per noi evidentemente...) caso Mussolini-Luxuria (di cui abbiamo parlato entrambi), passato sotto silenzio mediatico e politico, con una sentenza di ieri -mi sembra- in cui la Cassazione, in un caso di lite sul lavoro con offese reciproche, sottostimava la gravità dell'insulto "negro di m###a", mettendolo alla pari di altre minacce e offese. Sebbene si tratti di una delle frequenti sentenze curiose della Cassazione, che fanno notizia ma spesso poi vengono rovesciate dalla stessa corte, la notiziola ha fatto (giustamente, non nego) scalpore, tanto da meritare un servizio non dico nel tg3, ma nel Tg5, telegionale ormai scopertamente di destra. Il razzismo pubblico ed esplicito contro i neri o gli ebrei suscita sempre la meritata condanna e solidarietà generalizzata. L'omofobia no.
E per i gay di destra, ha ragione Aelred. I gay possono votare, vivere tranquillamente e dichiararsi in una destra conservatrice ma rispettosa, civile e legalista. Quella degli altri paesi europei.
PS.scusa se appesantisco il commento già lunghissimo, ma volevo aggiungere che era stato un piacere anche leggere il tuo bignamino+riflessioni sul libro di Luca Ricolfi :)
Posted by: Disorder | 12/03/2006 at 04:13
post che non fa una grinza. Torniamo sempre al famoso problema della malintesa libertà di espressione.Personalmente mi imbarazza che una che difende i diritti delle donne mostri questi atteggiamenti vergognosi e contraddittori, ma che senso ha, se il rispetto per la differenza non è rispetto per tutte le differenze? a questo punto mi chiedo se la discriminazione positiva all'americana non imponga almeno un po' di rispetto spesso ipocrita ma se non altro garantito. ma questo mi sa richiede maggiore visibilità e potere. che ben venga quindi il voto ai Luxuria, e a tutti quelli che possono contribuire a cambiare lo status quo, di destra o sinistra.
Posted by: bc468 | 12/03/2006 at 16:33
La legge elettorale con cui andremo a votare, purtroppo, ci presenta liste "blindate", in cui non è possibile scegliere i singoli candidati. Possiamo solo votare partiti della cui non omofobia siamo certi.
A destra - purtroppo (purtroppo per i gay di destra) - c'è magari qualche candidato dichiaratamente gay (e a me viene in mente solo Cecchi Paone), ma non lo si può votare direttamente. Votando la lista intera, si mandano in parlamento anche omofobi dichiarati. I libertari come Della Vedova o i gay come Cecchi Paone mi sembrano davvero la foglia di fico con cui coprire le proprie vergogne.
Posted by: stefano | 12/03/2006 at 17:31
ha pure un fan club!
http://www.alessandrocecchipaonefansclub.com/
Posted by: alice | 07/06/2008 at 14:43