Mi sono svegliato alle sette e mezzo, dopo sei ore di sonno (nulla, per me), e sono andato in ospedale per un'ecografia. Con largo anticipo, perché io sono fatto così. Mentre aspetto - sala d'attesa confortevole, devo dire, sembrava la saletta imbarchi di un aeroporto, con meno passeggeri però - vedo passare un giovane infermiere fichetto (nel senso di carino, perché col camice bianco non so quanto se la tiri, anche se le scarpe da ginnastica argentate catarifrangenti non lasciano presagire nulla di buono). Si chiama Tomas (o Thomas, o Tomasz, a seconda): lo so non perché gliel'ho chiesto, ma perché ho sentito una collega più anziana che lo chiamava ("Tomas [o Thomas, o Tomasz, a seconda], vieni ché andiamo a fare una biopsia". Non a lui, suppongo). E mentre me lo vedo passare davanti due o tre volte mi torna in mente una cosa - l'ultima - che ho pensato ieri notte prima di addormentarmi. Volevo segnarmela ("ci faccio su un post", mi sono detto), ma poi ho lasciato perdere ("se domani me la ricordo, bene, se no pace"). Ripensavo a un tizio che nel 1990 aveva diciannove anni e si era messo insieme a un caio, che ne aveva trentatré. Frequentavano, come me allora, il Centro d'Iniziativa Gay di via Torricelli. A me, che ne avevo venti, quel trentatreenne sembrava un vecchione e la differenza d'età tra i due un abisso insormontabile. Chissà, ho pensato ieri notte al buio, che cosa direbbe il mio io di allora se vedesse se stesso ora, trentacinquenne - ormai quasi trentaseienne - e chissà se lo considererebbe papabile per una storia d'amore o per una banale trombata. Certamente no: lo definirebbe una vecchia gallina, nemmeno più buona per fare il brodo. Eppure ora, da dentro, mi sembra di essere a volte un giovincello di primo pelo e dalle ancora possenti erezioni che guarda quelli che hanno quindici anni meno di lui, speranzoso di trovare quello o quelli che amano gli "uomini maturi". Curioso che questa storia, che avevo dimenticato, mi sia tornata in mente vedendo questo Tomas (o Tomasz, o Thomas, a seconda).
Entro nello stanzino delle ecografie - scortato dalla giovane infermiera (purtroppo di sesso femminile biologico), che oltretutto mi cazzia perché sbaglio porta -, la luce è soffusa, quasi mi addormento. Arriva il medico e, per affabilità e loquacità, mi dà l'impressione di essere una cassiera dell'Esselunga che passa la penna ottica su una confezione di petto di pollo. Si giri di qua, si volti di là, inspiri, trattenga, espiri, arrivederci.
Quando in via San Vittore vedo, affissi a un portone, due annunci di agenzie immobiliari, mi torna in mente quello che mi ha raccontato ieri sera M. S., che ha telefonato per chiedere quanto veniva un appartamento in affitto in via Melchiorre Gioia. Cinquanta metri quadrati, mi ha detto, settecentocinquanta euro, più cinquanta euro di spese mensili, più il riscaldamento, che è autonomo ed è fuori dal conteggio. Lascio perdere il loft di centoventi metri quadrati in vendita in via San Vittore, ma ignoro anche il monolocale in affitto, con terrazzo, di trentacinque metri quadri. Se per via Melchiorre Gioia si arriva a chiedere intorno agli ottocento, ottocentocinquanta euro al mese, chissà in zona Sant'Ambrogio.
Vado alla Libreria Babele, la libreria frocia di Milano. Una volta ci andavo spesso. Era in via Sammartini, io abitavo in via Tonale, mi bastava girare l'angolo. Adesso che è dalle parti di Cadorna ci andrò una volta all'anno e ogni volta la trovo peggiorata. Mi avvicino allo scaffale dei libri vecchi, usati o fuori catalogo. C'è ancora il manuale di educazione sessuale per giovani che lessi quando avevo tredici o quattordici anni ("Cambia il corpo, cambia la vita", edizioni Feltrinelli). A sedici euro. C'è, in edizione tascabile, "L'eunuco femmina", edizioni Bompiani, di Germaine Greer. A otto euro. Ci vuole una bella faccia tosta. Sono spariti i libri fotografici della Bruno Gmuender e quelli che sono rimasti fanno pietà. Non trovo comunque quello che volevo consultare e, eventualmente, comprare. Anche nello stanzino in fondo - quello delle pornerie - è rimasta poca roba. Gli scaffali di metallo sono mezzo vuoti: sembra, in versione porno, un supermercatino dell'Europa dell'Est di prima del crollo del comunismo.
In metropolitana mi si siede accanto una signora con in grembo un barboncino dal pelo bianco, tutto cotonato - quasi più di lei. Mi chiede: "Le dà fastidio?". E io faccio no no con la testa e sorrido come un ebete al cagnolino. Davanti a me due signore corpulente parlottano tra loro. Io tendo le orecchie e cerco di capire, come faccio sempre, che lingua parlino. Mi sembra di individuare elementi neolatini e formulo, tra me e me, la mia ipotesi: "E' rumeno, sì, dev'essere rumeno". Dopo un po' che le ascolto, mentre sto per scendere, mi accorgo che invece è un dialetto dell'Italia meridionale, forse campano.
Rientro a casa e spalanco le finestre: c'è odore di chiuso e stamattina sono uscito di corsa.
sei intrisecamente leghista dentro e non lo vuoi ammettere :)
figurati che io scambio il bergamasco per turco :)
Posted by: Yoshi | 22/11/2005 at 13:03
Che bel blog, complimenti... Il caso mi ha fatto un bel regalo oggi... Avevo aperto una ricerca su yahoo odigitanto "dialoghi intorno al mio ombelico" (per vedere se c'ero io ndr) e così mi sono immersa a leggerti. Bello, bravo.
E anche a me piace un sacco Aldo Busi (anche se sono una di sesso femminile biologico...) ;)
Posted by: marieagnees | 22/11/2005 at 14:20
Mentre leggo - postazione informatica confortevole, devo dire, sembra un internet point del nord Europa poco frequentato - mi chiedo (chissà perché) cosa penseresti se vedessi passare me, più vicino ai 40 che ai 35 mentre parlo con un'amica con accento che pare rumeno, o ladino, ma è un dialetto dell'Italia meridionale, forse campano.
Posted by: aitan | 22/11/2005 at 18:54
ehi, vi siete persi una vecchia puntata! avevo detto che a diciassette anni volevo studiare rumeno (e avevo iniziato). e ora mi sono pure comprato un corso assimil!
Be'... be'... più vicino ai quaranta: dovresti essere contento, no? Scampato pericolo (per te!)
Posted by: stefano | 22/11/2005 at 18:59
Scrivi benissimo, complimenti.Mi sto bruciando il pomeriggio leggendoti, ma non riesco a smettere ;-)
Posted by: Fabio | 20/02/2006 at 15:40