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07/11/2005

Comments

Matthaei

"Sto parlando di me, di me e poi ancora di me. E non di te, e nemmeno di te, né di te, né di te."

E tu che ne sai?

stefano

Ne so, ne so. Mettevo le mani avanti, una sorta d'intermezzo, prima che qualcuno mi dicesse: "Ma allora tu, tu vuoi dire che io... eh?" e s'incazzasse. Pardon: s'adirasse.

gp

boah impressive!!

myskin

Non ho capito: il tuo ideale è l'ebetudine, l'assenza di coscienza? In tal caso, tutti credo sappiamo qual è la strada più breve che ci (ri)conduce alla res.

stupidboy

(stupidboy dall'ultimo banco alza la mano)
"scusi, non ho capito la IX, me la spiega?"

tato

massì, massì.....
e ciononostante scrivi
e continuerai a farlcosì come pensi
leggi
caghi
respiri....

endimione

Ahi ahi ahi, contrapporre scrittura e vita, come se una escludesse l'altra! se ti sente Arbasino ti bacchetta sulle dita.

Yoshi

"Provate voi a non cacare per giorni di fila e poi vi renderete conto di quanto sia importante un "alvo regolare". Il mio cervello ha gli stessi meandri del mio intestino. Penso e mi libero, almeno per un momento. Il problema è che non si defeca una volta per tutte"

questo è indubbiamente il discorso dell'anno.

Mauoshi

il fascino del consapevole per gli inconsapevoli è cosa nota, come da secoli l'inverso.

però non ci credo alla rinuncia alla parola scritta e letta, è una sorta di progresso indotto il fatto che si debba sacrificare il sè per l'altro.

si sta male facendolo ma anche non facendolo.

forse.

farolit

ça depend...

La vita è anche quella cosa che aspetta mentre noi siamo intenti a vivere...
La vita è quello di cui ci accorgiamo,
prima o poi,
il tetto che ci ripara,
la tegola in testa,
i sogni e i bisogni di tegola e tetto...
la vita la vita... ahi la vita!
ci vorrebbe una musica, altro che parole!

BubbleHouse

sul punto V Lina Sotis ti direbbe che non è bon ton, che bisogna far parlare anche gli altri.

Ivan Roquentin

Ste, vano il tentativo di risponderti via trackback (o non è abilitato o non funziona).

In ogni caso: piuttosto strano, ti posso dire che sembri incazzato, ma il tuo ragionamento (che assume la forma di una giustificazione di pubblica verbosità, che tu lo voglia o meno), non sta neppure in piedi...)

Credo che l'unica coerenza possibile tra pensiero e azione, in questo caso, sarebbe stata di non scrivere (mai capito perchè lamentare il nonsenso di ciò che si fa facendolo ancora una volta)

Sono perplesso

emilio/millepiani

"Forza sarebbe continuare a provare e sopportare il fallimento. Quella è la vera forza."

Matthaei

Vedo che quest'argomento ha suscitato molti commenti.

A me sembra che le considerazioni svolte abbiano un solo, vero, punto debole, che è anche il punto debole dei blog in generale e di questo in particolare, e cioè l'idea che la comunicazione consista nell'essere un emittente di segnali e che il senso di questa comunicazione stia nel riuscire a "cambiare" il corso delle cose, che esista un io precisamente delimitato, una realtà esterna a quest'io fatta di persone anche loro delimitate e che la comunicazione sia un bombardare queste altre persone, la realtà circostante, con i propri segnali.

E' un discorso autoreferenziale, quindi, per definizione, sterile; una somma di monologhi che si sovrappongono non è ancora un dialogo, anzi, ne è la sua negazione.

A me sembra che la tragedia nel nostro tempo stia proprio in quest'accavallarsi di autoreferenzialità che ci avviluppa TUTTI, nessuno escluso.

Come scriveva la Dickinson:
"How dreary - to be - Somebody!
How public - like a Frog -
To tell your name - the livelong June -
To an admiring Bog"

Noi siamo il "pantano" e Stefano è la "rana".

Così stanno le cose.

Però io leggo perché voglio farlo, perché a volte mi piace e mi stimola.

ivan roquentin

Emilio, non c'è dubbio. Ma se neghi il valore di una atto neghi anche la possibilità di una "forza" che consista nel fallire (o nel "fallire meglio"). Non c'è valore in ciò a cui non si assegna valore e non c'è fallimento negli atti insignificanti. Il punto in questione è decidere se assegnare o meno un valore: e, secondo me, riconoscere o meno di averlo assegnato in passato.

emilio/millepiani

Un passaggio di PierPaolopasolini, tanto 'gridato' in questi giorni. Dove alla parola 'morte/morire' deve essere letta quella di 'scrittura/scrivere'.

«E' dunque assolutamente necessario morire, perché finché siamo vivi manchiamo di senso, e il linguaggio della nostra vita (con cui ci esprimiamo, e a cui dunque attribuiamo la massima importanza) è intraducibile: un caos di possibilità, una ricerca di relazioni e di significati senza soluzione di continuità. La morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita: ossia sceglie i suoi momenti veramente significativi (e non più ormai modificabili da altri possibili momenti contrari o incoerenti), e li mette in successione, facendo del nostro presente, infinito, instabile e incerto, e dunque linguisticamente non descrivibile, un passato chiaro, stabile, certo, e dunque linguisticamente ben descrivibile (nell'ambito appunto di una "Semiologia generale"). Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci»

cascade

Credo che l'unica coerenza possibile tra pensiero e azione, in questo caso, sarebbe stata di non scrivere (mai capito perchè lamentare il nonsenso di ciò che si fa facendolo ancora una volta)

mi sembra una cosa del tutto insensata. mi spiace non essere capace, al momento, di argomentare. so solo che mi sembra di capire perfettamente il discorso e di trovare assurda l'obiezione. è un po' poco, lo so.

cascade

PS peraltro, io l'ho scritto della musica sui volantini coi testi del mio gruppo che distribuivamo ai concerti "la musica è totalmente inutile e così le parole nei testi non servono che a sé stesse".

PPS anche io vorrei che l'intera opera di battiato sparisse. non in cambio della mia felicità, ma bensì come un inizio di gradino per la mia felicità.

p.s.v.

l'hai detto tu all'inizio. scrivere è vomitare. o meglio, cagare. prova a rimanere senza e poi fammi sapere com'è. certo che poi scivere è mediare il pensiero con i tasti del pc o le regole della scrittura. falsando, forse il pensiero stesso. o il concetto. la mancanza di regole potrebbe essere una via da percorrere

Yoshi

quando ricominci a cagare?

cascade

...una novità assoluta, diciamo, all'alba del 1900:D

stefano

Ho bisogno di un po' di pausa...

Ivan Roquentin

Cioè non scrivi più? Passo in privato...

Matthaei

Stitico? :)

billigioia

magari non avrai più lo stimolo di cagare in una latrina pubblica. il che è anche comprensibile. ma credo che nel tuo bagno tu la faccia ancora. non si può vivere senza cagare.

zed

Mi piacerebbe fare qualche considerazione ma quello che ho letto regala tanti spunti quanto nessuno. Mi ritrovo in tante parole e in tanti pensieri anche se non erano per me. Ma cosa importa poi?

Matthaei

C'è un'altra cosa che non mi è chiara.

Ma cadavrexquis PERCHE' scrive?

Questo non l'ha spiegato.

valentina

perché è un esibizionista :)

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