Gratta gratta e da sotto la patina di superficie che ricopre alcuni laici fa capolino il cattolico. Quando poi il laico è anche comunista, non occorre nemmeno grattare tanto: ci sono comunisti che hanno sostituito un dogma all'altro, mantenendo intatta la loro sostanza. Non intendo generalizzare, ma mi piacerebbe che chi si dichiara laico e sostiene la netta separazione di stato e chiesa lo facesse con una certa radicalità, che in questo caso sarebbe solo un sintomo di consequenzialità e di retto pensiero. I fatti sono noti: un famoso porporato - famoso per essersi lanciato nell'agone politico italiano senza essersi candidato a nessuna elezione - è stato sonoramente fischiato a una festicciola organizzata da un voltagabbana forzitaliota. Nulla di strano, fino a qui: chi assume certe posizioni politiche risulterà sgradito a chi queste posizioni politiche le combatte. Il fischio e lo sbeffeggio pubblico fanno parte del gioco e i politici dovrebbero saperlo. Il porporato in questione ha agito - come agisce da parecchio tempo a questa parte - in quanto uomo politico e non in quanto uomo di chiesa. Quale sarebbe il rispetto che gli è dovuto? O si concede che non si può fischiare mai nessuno, o una volta che si ammette il fischio pubblico, chiunque assuma una posizione pubblica si aspetti prima o poi di essere fischiato. Parlare di rispetto o di grave offesa è assolutamente fuori luogo. Eppure è quello che è successo: uomini politici, anche "insospettabili", si sono messi in coda per esprimere il loro disappunto, il loro scandalo, la loro condanna. E non mi stupisce se a farlo sono i soliti baciapile, con parole di gran lunga spropositate rispetto all'episodio reale. Mi "stupisce" - si notino le virgolette, prego - che anche altri lo facciano. Altri come, per esempio, Pietro Ingrao che ha dichiarato: "Non ho simpatia per il cardinale, ma quel che è accaduto non mi è piaciuto. Nella relazione con gli uomini di chiesa occorre mantenere la misura. L'esperienza religiosa tocca corde profonde, non si deve dimenticarlo mai, nemmeno quando uomini come Ruini danno giudizi troppo perentori. Credo che anche la Chiesa dovrebbe misurare sempre le parole quando si pronuncia sui rapporti personali". Questa dichiarazione - che riporto integralmente per come viene riferita dal Corriere della Sera di oggi - è un capolavoro di equilibrismo. E' qui che viene fuori il cattolico sotto il comunista. Innanzitutto si parla di "uomini di chiesa", dimenticando che il cardinale in questione è stato fischiato per le sue dichiarazioni politiche e per l'insistente ingerenza in una materia in cui la chiesa non ha alcuna competenza a legiferare. Il fatto che sia un "uomo di chiesa" viene usato come uno schermo per scansare i colpi ed evitare le reazioni, un modo per lanciare la pietra nascondendo la mano. Fare appello allo status clericale, che meriterebbe una certa "misura" (quale? e chi la stabilisce?) per sottrarre al fischio pubblico - e dunque alla critica pubblica - quello che da qualche tempo si pone e propone come uomo politico, significa mescolare due piani e usare "l'esperienza religiosa" come una sorta d'immunità diplomatica. Se è prevedibile il ricorso a questi trucchi subdoli da parte delle gerarchie vaticane (e infatti non mi stupisce affatto che L'Osservatore Romano parli di "protesta ignobile"), mi secca che li usi un vecchio comunista (o un nuovo diessino). Io mi aspetto da loro un no che sia un no e un sì che sia un sì. Un atteggiamento fermo: in questo senso parlo di radicalità, ma oggi tutto va di moda tranne che essere fermi e radicali. Si dirà che qualche politico ha difeso il diritto di fischiare chiunque faccia dichiarazioni che investono la polis. Naturalmente ne sono lieto, ma l'esperienza mi ha insegnato a essere diffidente: non vorrei che qualcuno di loro - cedendo alle sirene dei "voti cattolici", ormai più mitologici che reali - subisse una "perificazione" e da laico diventasse teocon. Io li aspetto tutti al varco della prossima legislazione: se saranno disposti a perdere anche qualche voto e qualche appoggio pur di affermare sul serio il principio della laicità dello stato, allora e solo allora mi sentirò più tranquillo. (Ma posso anticipare che Prodi e Fassino non promettono nulla di buono).
Non ho niente da aggiungere a quanto hai scritto, che mi trova perfettamente d'accordo.
Credo che non ci sia da meravigliarsi. Il disprezzo mentale dei comunisti per i diritti individuali è cosa notoria, fa parte della loro forma mentis. In Italia le battaglie per i diritti civili non le hanno mai fatte i comunisti, ma i socialisti, i repubblicani, i liberali e, quando comparvero, i radicali. Esattamente le tradizioni politiche che sono uscite maciullate dalla fine della cosiddetta "Prima Repubblica".
Non a caso in questa circostanza il primo che ha dichiarato la legittimità della contestazione è stato Boselli (SDI).
"Io li aspetto tutti al varco della prossima legislazione: se saranno disposti a perdere anche qualche voto e qualche appoggio pur di affermare sul serio il principio della laicità dello stato, allora e solo allora mi sentirò più tranquillo."
No, aspettali al varco della legislazione che hanno approvato. Quali partiti sono stati a favore dell'inserimento in ruolo degli insegnanti di religione? Quali partiti sono andati, nella persona di loro autorevoli esponenti, alla cerimonia di beatificazione di Escrivà de Balaguer? Gli esponenti di quali partiti si precipitano in Piazza San Pietro quando fa loro comodo, o vezzeggiano i cattolici con le loro dichiarazioni concilianti?
Posted by: Matthaei | 25/09/2005 at 21:06
Eccheppalle 'sta storia: due fischi non hanno mai ammazzato nessuno. CHe se li prenda e se li porti via come tutti gli umani.
Talmente banale la vicenda che non vale quasi la pena di sprecarci fiato :-)
Buona giornata. Trespolo.
Posted by: Trespolo | 27/09/2005 at 15:36
I fischi faranno pure parte delle regole del gioco ma li trovo di cattivo gusto, indipendentemente da chi li fa. Manifestare il dissenso invadendo un convegno non è certo un bel modo di dialogare: è imporre la propria presenza e la propria opinione usando gli schiamazzi al posto delle argomentazioni. Se si ha qualcosa da obiettare, lo si faccia con garbo; l'incisività sta nelle ragioni, mica nella forza dell'urlo. Ottenere visibilità con la caciara è un mezzuccio squallido da pseudo-rivoluzionari.
Ingrao sbaglia se, come sostiene Stefano, parla di una sorta di immunità diplomatica per il clero, ma ha terribilmente ragione riguardo alla "misura" da mantenere nella discussione. Ci si indigni, ma si scriva un "J'accuse" invece di patetici cartelloni e fischi da stadio; se non se ne è capaci, si taccia. Se fosse per me, vieterei i fischi per legge, ma non potendolo fare mi appello alla sobrietà e all'autocensura dei modi sgarbati. È da mo' che non si fanno più le leggi e i governanti per acclamazione di piazza, grazie al cielo.
Posted by: Enrico | 28/09/2005 at 12:01
E ti pareva. Il "buon gusto". Ma va' là. Una volta si tiravano pomodori e uova marce. Di fischi non è mai morto nessuno.
Posted by: stefano | 28/09/2005 at 12:21
Si è sempre liberi di tirare pomodori e uova marce, ma questo non la rende una strategia matura (sin troppo) e responsabile, né tanto meno persuasiva. Il rispetto reciproco così spesso invocato consiste nell'evitare la violenza tanto fisica quanto verbale. Ridurre la politica al baubau della piazza significa trasformarla in una polemica tra sordi. La magnifica indifferenza di Ruini che ha sorriso e aspettato pazientemente che la piantassero, per poi proseguire per la sua strada, è una lezione di signorilità e di stile; peccato che quei Che in erba (come on, Pannella!) non l'abbiano capita.
Posted by: Enrico | 28/09/2005 at 12:50
Dunque, vediamo.
La televisione è tutta papa e madonna. Quando la chiesa cattolica parla i telegiornali (soprattutto il TG1) ne presentano le posizioni come giuste per definizione, senza contraddittorio. La chiesa cattolica si esprime su tutto e chi non la pensa così è costretto a subire.
Certo, io contesterei in maniera diversa, ma i fischi capitano a tutti i personaggi pubblici, e finché non impediscono di parlare non vedo di cosa ci si debba scandalizzare. Del fatto che siano stati indirizzati ad un esponente religioso? Ma è anche una personalità politica.
Posted by: Matthaei | 28/09/2005 at 13:52
i fischi sono figli delle mancate repliche a Ruini. che tutti noi aspettavamo dalla sinistra e - inutilmente - da chi rappresenta le istituzioni
Posted by: aelred | 28/09/2005 at 15:08
I fischi impediscono di parlare per definizione, altrimenti si alzerebbe la mano durante il momento del dibattito. Di qui non tanto lo scandalo, ma l'irritazione per modi villani e invadenti. Manifestare il dissenso in maniera cafona è una libertà riconosciuta dalla Costituzione ma non mi pare un motivo per abusarne.
Riguardo al "subire le opinioni altrui", non sono del tutto d'accordo con te. Che ogni tg decida in autonomia a chi dar voce è diritto sacrosanto e imprescindibilmente soggettivo. Il problema non è nemmeno il contraddittorio all'interno del tg, ma la mancanza di pluralità nel sistema. A prescindere da come viene presentata la notizia - fatto alquanto opinabile - si deve garantire a chi dissente di manifestare il proprio punto di vista, se ha i mezzi e la voglia per farlo. In Italia coll'attuale regime di monopolio informativo ciò è arduo o pressoché impossibile. Sbaglia chi pretende giornali più obiettivi, mentre ha ragione chi chiede più giornali.
Infine non sono d'accordo col giudizio di merito sullo schieramento cattolico dell'informazione. È indubbio che la Chiesa abbia ampio spazio, ma del resto rispecchia la sua rilevanza sociale nel nostro Paese. I suoi detrattori non sono ridotti al silenzio e non sono certo una maggioranza silenziosa oppressa dalla minoranza catto-integralista. Se ti senti tale, forse sei eccessivamente sensibile alla diversità d'opinione altrui. È un po' la sindrome di Pannella, ossia di chi si sente costantemente messo all'angolo da perfidi complotti mass-mediatici.
Non vedo perché la Chiesa (o qualsiasi altra istituzione religiosa) non dovrebbe potersi esprimere su tutto come fanno i partiti, gli enti e tutti i liberi cittadini. Distinguere tra potere temporale e potere spirituale non significa che i legislatori italiani non si possano ispirare a princìpi religiosi invece che filosofici. È impossibile non avere dei princìpi guida; ciascuno ha i propri e li sceglie in relativa libertà. Le campagne di Ruini non ti vincolano in alcun modo, e se ti vincoleranno in futuro perché leggi, ciò sarà il frutto del libero gioco democratico. Lo stesso dicasi in caso di trionfo radicale alle prossime elezioni - ma allora emigro.
Posted by: Enrico | 28/09/2005 at 15:11