5
La pornografia omosessuale assolve una funzione diversa rispetto alla pornografia eterosessuale. Gli eterosessuali, cresciuti in un mondo che li ha educati e spinti a essere eterosessuali, fanno, da adulti, quello che ci si è sempre aspettato da loro. Gli omosessuali, cresciuti in un modo che li ha educati e spinti a essere eterosessuali, fanno invece, da adulti, il contrario di quello che ci si aspettava da loro. Devono sforzarsi perché sia fatta la loro volontà e non quella altrui. La pornografia omosessuale, in cui ci sono solo uomini che fanno sesso tra di loro, gli mostra che quel sesso che loro hanno sempre desiderato è realmente possibile e non è solo un fantasma delle loro menti turbate. Quando il ragazzo gay vede per la prima volta due corpi maschili che, su uno schermo, si scopano, riconosce immediatamente l'oggettivazione del suo desiderio. Quel sesso che vede non se l'era solo sognato, ma è reale. Vede quello che nessuno gli ha insegnato a fare. La pornografia omosessuale può avere una valenza pedagogica e, allo stesso tempo, essere una forma di riconoscimento del sé sessuale, a lungo rimasto in silenzio. La pornografia eterosessuale non è così determinante nel rafforzare l'identità sessuale di chi la guarda, che già conosce, per educazione e socializzazione, i gesti della sua sessualità: sono nell'aria che ha respirato sin dalla nascita.
6
"Ma tu ti ecciti a guardare dei porno eterosessuali?" mi ha chiesto un amico - ovviamente eterosessuale - un giorno. E la domanda implicita, nascosta dall'interrogativo esplicito, era se, in genere, i gay si eccitano anche con la pornografia eterosessuale. E se la risposta era positiva, perché? Sì, gli ho detto, mi eccita anche la pornografia eterosessuale, ma so che c'è chi, invece, ne rifugge. Che cosa, dunque, mi attrae nella pornografia eterosessuale? M'identifico, come si potrebbe pensare, con la donna? Penso, come qualcuno pensa, che gli uomini che agiscono nella pornografia eterosessuale siano più "maschi" - o maschi tout court - solo perché si scopano delle donne? In realtà la pornografia eterosessuale mi consente una doppia proiezione allucinatoria di me stesso. Allucinatoria perché, ovviamente, compensa un impulso che è parzialmente presente in me ma non è realizzato. La prima proiezione è anche nella "donna dello schermo", che per lo più è ridotta a puro oggetto di piacere e a strumento con cui il maschio di turno soddisfa la sua voglia. In questo senso, immaginarsi di essere al posto di quella donna significa sublimare il proprio desiderio di sottomissione alla potenza virile, soddisfacendo quindi un impulso masochistico. La seconda proiezione è invece anche nell'uomo ed è speculare alla prima, cioè una sublimazione del proprio desiderio di potenza. Ciò che è presente in nuce in me - un impulso sadico - e che è censurato nella vita reale viene risolto a livello fantastico attraverso la pornografia eterosessuale. (Dinamiche simili di servo/padrone sono, è vero, alla base anche di molta pornografia omosessuale specialistica, ma sono inscenate in modo troppo diretto o meccanico per consentirmi questa doppia proiezione). In breve, nella pornografia eterosessuale scorgo questa rappresentazione della potenza in cui io, come spettatore, posso situarmi agli estremi dei due poli. Non mi urta invece - come urta alcuni gay "dogmatici" - la visione di una donna e dei suoi organi genitali esposti. Trovo anzi questo spettacolo anche abbastanza eccitante nella sua crudezza anatomica quasi clinica. Non mi eccita in sé la visione del sesso femminile, ma piuttosto la sua esposizione ed esibizione, associate a una disponibilità totale, che più che appartenere alla realtà femminile è - suppongo - il correlato oggettivo della libido maschile. Nel close-up di una vulva su uno schermo non vedo più, insomma, la vulva, ma la raffigurazione iconica del desiderio maschile. E così mi sembra di assumere lo sguardo del maschio medio, appropriandomene. Anche questo mi eccita.
7
La pornografia omosessuale media tende all'estetizzazione più della pornografia eterosessuale media. Mi pare che per lo spettatore omosessuale sia molto più decisiva la bellezza dei protagonisti che non per lo spettatore eterosessuale. Molte case di produzione di video gay puntano su questo aspetto. Mi riferisco alla pornografia media, che ovviamente esclude quella più specialistica, dedicata ai singoli feticci, in cui l'attenzione è concentrata, come una macro fotografica, su singoli atti o parti del corpo. Ed è questa la ragione per cui non amo la pornografia specialistica - quella, per esempio, dedicata ai feticisti dei piedi, al pissing, al fist fucking, allo spanking e via discorrendo. La consumerei anche - sempre per il discorso della proiezione allucinatoria di un mio desiderio erotico che non pratico nella vita reale -, ma mi infastidisce il fatto che l'aspetto esteriore dei protagonisti sia totalmente subordinato agli atti in sé, il che significa evidentemente che non sono un vero feticista. Nella pornografia eterosessuale invece l'estetizzazione è minore, tranne forse in certe produzioni americane che sembrano quadri iperrealisti. C'è tuttavia un elemento che mi pare centrale in molti film eterosessuali, che io chiamerei l' "umiliazione della bellezza". Se nei film gay i protagonisti sono tutti belli e in qualche modo escludono lo spettatore che assume la funzione di voyeur oppure vi si identifica ma solo in modo totalmente allucinatorio (cioè immaginandosi di essere completamente diverso da quello che è), in quelli eterosessuali vediamo donne anche molto belle che scopano con uomini francamente molto brutti. Perché? Credo che ciò avvenga per permettere agli spettatori maschi eterosessuali un'identificazione più immediata - pur sempre allucinatoria, certo - in cui la bellezza della donna viene abbassata al rango del maschio non attraente. Costui si "vendica", sotto forma di proiezione fantastica, della bellezza che gli si sottrae nella vita reale. Ripaga così, provvisoriamente, con la moneta di un'umiliazione allucinatoria l'umiliazione reale che egli subisce nella sua sessualità di tutti i giorni. Inutile aggiungere che tali scene di donne molto belle che si accoppiano con uomini molto brutti sono quanto di meno eccitante vi sia per lo spettatore omosessuale - a meno che il suo fantasma non siano proprio gli uomini brutti, ma allora entriamo nell'ambito dello specialistico. Per fortuna esiste il tasto di fast forward.
8
Se dovessi girare io un film pornografico - e se ne fossi tecnicamente capace - lo farei in modo da fare esplodere il linguaggio pornografico nelle sue contraddizioni interne. Innanzitutto lo farei privandolo del suo obiettivo principale, cioè quello di eccitare lo spettatore. Eliminerei tutti i segnali dell'eccitazione recitata dai protagonisti. Vorrei sessi lisci, sessi eretti, puramente funzionali. Gli atti rimarrebbero gli stessi - penetrazione, fellatio, sodomia - non celati o rappresentati simbolicamenti, bensì eseguiti realmente anche se tutti con ritmicità meccanica e nel silenzio più assoluto. (Qualcuno sostiene che già ora il sesso della pornografia è meccanico e ritmico. Ma per me sarebbe ritmico nel senso vero della parola: i rapporti sessuali sarebbero scanditi dal metronomo). I volti dei protagonisti sarebbero impassibili. Nessuno parlerebbe o se qualcuno dicesse qualcosa lo farebbe come se stesse leggendo un articolo della Gazzetta Ufficiale o stesse declamando le voci dell'Elenco Telefonico. Non si sentirebbe un gemito. Lo sfondo delle scene dovrebbe essere completamente bianco per non distratte l'attenzione dello spettatore che si concentrerebbe sui corpi nudi degli attori. Vorrei che chi li guardasse avesse l'impressione di vedere delle macchine e non si eccitasse come non si eccita nel vedere il pistone di un motore a scoppio. Per raggiungere questo scopo sarei disposto anche a ricorrere a un pesante editing elettronico delle immagini. Forse l'ideale sarebbe fare scopare dei robot. Il film dovrebbe mettere in risalto l'artificialità dell'intera situazione, simbolo dell'artificialità della pornografia stessa. Nulla dovrebbe essere concesso alla spontaneità dei gesti, ma tutto dovrebbe obbedire a una simmetria disumana. Ogni singola scena e ogni singolo atto sessuale dovrebbero avere la stessa durata, affinché tutti questi elementi siano in equilibrio e nessuno di essi prevalga su un altro. Sarebbe una pornografia che respinge lo spettatore, lo priva della consolazione dell'identificazione allucinatoria e lo costringe nel ruolo che gli compete: quello dello spettatore atarassico. Porterebbe all'estremo l'esclusione implicita in ogni pornografia, radicalizzerebbe l'essenza dello sguardo dello spettatore, che vede e non può partecipare. Raffredderebbe quello che, per statuto, sembra dover essere incandescente. Un sesso algido, un sesso geometrico, un sesso metafisico.
[... segue?...]
un "non" sesso insomma!
Castrazione: ti dice niente questa parola?
Posted by: tato | 28/08/2005 at 15:59
A parte l'ultimo punto il mio approccio nei confronti del materiale pornografico è esattamente lo stesso che descrivi.
Posted by: Matthaei | 28/08/2005 at 18:31
Per quanto riguarda il punto 5, io aggiungerei che la pornografia omosessuale non ha una funzione pedagogica solo per gli omosessuali, ma farebbe forse bene anche a tanti eterosessuali i quali potrebbero così confrontarsi, almeno virtualmente, a situazioni delle quali spesso parlano a sproposito, perché le conoscono poco e male (Mieli diceva addirittura che, di omosessualità, gli eterosessuali non sanno proprio nulla). Potrebbe forse essere, per loro, pedagogicamente destabilizzante (non necessariamente, ma potenzialmente).
Ciò che descrivi nel punto 6 lo condivido solo in parte, nel senso che non abbiamo, evidentemente, la stessa esperienza. Non c'è per me proiezione allucinatoria ma vera immedesimazione nella donna "puro oggetto
di piacere". Nonostante io non sia una donna, non mi dispiace assumere effettivamente un ruolo simile a quello mostrato in quei film e il desiderio si realizza anche nella realtà (non c'è, insomma, solo compensazione). Più raramente c'è da parte mia immedesimazione nel ruolo assegnato, in quei film, all'uomo (l'hai definito "impulso sadico"), posto che anch'esso è comunque presente e si manifesta nella realtà della mia sessualità (puoi spiegare perché invece tu parli, per quanto ti riguarda, di censura? Non pensi che in qualsiasi rapporto sessuale, in modo più o meno esplicito o fantasioso, sotto le sembianze di una cruda e squallida realtà o di un gioco condiviso e volontariamente accettato, si esprima una dinamica di potere/dominazione?).
Il punto 7 mi pare il più debole, essendo la bellezza un concetto molto relativo. Per quanto mi riguarda direi che, almeno da qualche anno in qua, gli attori dei porno eterosessuali sono mediamente molto belli (certo: secondo me) e penso di poterli confrontare tranquillamente con gli attori dei film gay. Non vedo allora in base a quali dati oggettivi tu possa sostenere il contrario. Questa mi sembra un po' una forzatura per poter meglio dimostrare la tua idea di "umiliazione della bellezza" (la quale suppone, tra l'altro, che gli spettatori maschi eterosessuali siano tutti orridi esseri in cerca di immedesimazione e vendetta; e degli spettatori eterosessuali belli e consapevoli di esserlo, che ne facciamo?).
Infine, non vorrei mai vedere il tuo film, quello descritto nel punto 8, proprio perché non riesco a immaginare niente di meno eccitante per me; più che un porno, un incubo!
Posted by: Enrique | 28/08/2005 at 19:37
Sul punto 6 confesso una forzatura, o un'estremizzazione. So che ci sono - oggi - attori *etero* molto belli, ma ho spesso l'impressione che questa bellezza passi in secondo piano rispetto alla potenza. Per gli attori brutti, ti assicuro che ne ho visti molti (non saprei dirti i nomi, ma ce n'è uno molto famoso, americano, che io trovo addirittura repellente).
Posted by: stefano | 28/08/2005 at 20:53
Interessante l'idea di un tale film porno-non-eccitante, il valore degli attori, pari ad un oggetto o una serie di oggetti, verrebbe ad enfatizzare l'aspetto narcisistico del prodotto ma per conto mio farei un film pornografico dove gli attori, perfetti nella loro bellezza, non riescano mai ad arrivare al climax dove questi parlino di loro stessi piu che dell'atto che stanno facendo, con un totale scollamento tra ciò che il loro ego (quello degli attori porno è spropositato per antonomasia) e ciò che realmente NON fanno, non portano a termine. il rimando continuo dell'eiaculazione degli attori (quindi dello spettatore) farebbe aumentare a dismisura l'eccitazione o la distruggerebbe irrimediabilmente, nauseandolo. in realtà la cinematografia pornografica sia la vera interattività tra schermo e spettatore, altro che "digitale terrestre" e l'analisi di transfert e nevrosi tra attori e spettatori dovrebbe ricevere uno studio ed un approccio serio da parte di psicologi e sessuologi. Dimmi come vieni e ti dirò chi sei.
Posted by: Gabry | 14/12/2005 at 10:54