Mi ha vinto la curiosità, ieri sera, di vedere come sarebbe stata la notte bianca di Milano: negozi e bar aperti, gente per le strade, manifestazioni e spettacoli sparsi un po' ovunque fino all'alba di oggi. La prima tappa - dopo essermi liberato alle dieci da impegni improrogabili - è stato il "Poetry Slam" ai giardini di Porta Venezia, di cui ho visto soltanto la parte conclusiva: giovani poeti che, in maniera insolita, recitano e inscenano le loro composizioni sul palco, davanti a una giuria e a un pubblico divertito. Non avendo visto tutto, non esprimo giudizi sull'operazione nel suo complesso, ma secondo me meritano un plauso il duo Sparajurij Lab e Sara Ventroni, con la sua proposta di una raffinata composizione che si è contraddistinta per l'abile uso di fonie e allitterazioni. L'atmosfera della "gara" era, tutto sommato, piuttosto giocosa e scanzonata, inframmezzata dalla lettura di tre poesie sui generis di Raul Montanari. Usciti dai giardini, siamo andati - io, lei e lei - verso corso Buenos Aires, per una volta chiuso al traffico automobilistico e occupato dai tavolini dei bar, da palchetti improvvisati su cui qualcuno suona musica da ballo: mi aspetto di vedere, da un momento all'altro, porzioni di selciato trasformarsi in piste su cui volteggiano coppie di mezz'età al ritmo di mazurka e quella zona abitualmente così trafficata di Milano trasformarsi in una delle balere che da bambino vedevo sulla riviera adriatica. Una sosta in un bar a commentare quello che abbiamo visto, a parlare di letteratura e altro, a spettegolare e poi ci salutiamo, poco dopo l'una. Monto sulla mia bicicletta e, dopo aver telefonato a lui, ci mettiamo d'accordo per incontrarci davanti all'Università Statale. Percorro, facendo lo slalom tra la gente che cammina e cercando di non travolgere nessuno, tutto corso Buenos Aires e corso Venezia. Gruppi e folle ovunque: sembra giorno, ma è notte - una notte che trasfigura le persone. Mentre sono fermo a un semaforo verso piazza San Babila mi passano accanto alcuni ragazzi che scherzano con accento bergamasco. La notte bianca di Milano ha calamitato anche i non milanesi, dunque. Ci sono pochissime macchine in giro e, con mia sorpresa, molte biciclette. Confesso che la situazione mi mette addosso una certa euforia. Aggiro piazza San Babila, dove la maggior parte dei pedoni si sta dirigendo, vado in via Larga e arrivato in via Festa del Perdono mi guardo attorno e lo cerco. Ovviamente non lo vedo, così al telefono ci accordiamo per trovarci a metà strada verso piazza Santo Stefano, dove dovrebbe esserci un concerto con cover di canzoni di De Andrè. Troppo tardi: scopriamo infatti che è già finito. La piazza è invasa dai rifiuti. La maggior parte dei nottambuli bianchi si è ammassata nel centro della città. Allora ci spostiamo nuovamente, noi due e altre due sue amiche, verso largo Richini dove, in un punto più tranquillo, restiamo a chiacchierare un'oretta. Mi concedo la serenità a piccole dosi - penso -, senza preoccuparmi di quello che è stato ieri o di quello che sarà domani. Sono dentro di me, nel mio corpo, non cerco fughe, perfettamente concentrato: poter essere sempre così, mi dico. Solo per qualche attimo mi volto verso la lunga facciata dell'Università e gli dico: "Mi sembra incredibile di aver trascorso così tanto tempo lì dentro". E, sottintendo, ormai non ci passo più nemmeno davanti. Verso le tre ci salutiamo in via Larga, salgo di nuovo in bicicletta e mi dirigo verso via Manzoni per rientrare a casa, senza però aver fatto i conti con piazza Duomo dove la confusione è massima. Qui il palco allestito è più grande di tutti gli altri, la folla ancora molto consistente, la spazzatura - bottiglie e lattine vuote - disseminata a cumuli un po' ovunque. Sul lato verso la Galleria alcuni gruppi di giovani accennano passi di danza. Mi lascio la musica alle spalle - in quel momento qualcuno sta cantando "We will, we will rock you" - e pedalo veloce, passando ancora davanti all'ingresso dei giardini di porta Venezia in piazza Cavour. All'incrocio con viale della Liberazione vedo in lontananza piazza Duca D'Aosta, davanti alla stazione centrale, dove - stando al programma - dovrebbe esserci uno spettacolo di musica dance, da mezzanotte alle quattro, ma ormai sono troppo stanco per essere indulgente anche con questa curiosità. Davanti alla "Nuova Idea", il solito assembramento di automobili parcheggiate ovunque, anche sui marciapiedi, ma qui non c'è nulla di strano o di diverso rispetto agli altri sabato notte. Mi scosto sul bordo del marciapiedi per lasciare passare un travestito statuario che mi saluta con un "Buona sera": io le rispondo: "Ciao" e poi entro in casa. La mia notte bianca finisce così, accompagnata però dall'eco della musica di un altro spettacolo ai giardini di via Confalonieri. Mi butto a letto alle tre e mezzo e dormo fino alle undici di stamattina.
Torno adesso da una cena all'aperto con un'amica rovinata dal solito fantozziano temporale. Vabbé, poco male, c'è di peggio. Mi è piaciuta la descrizione dell'insolita notte milanese. Una buona pensata per consentire alla gente di riappropriarsi della città, peccato siano eccezioni; dovrebbe essere la regola, credo :-) Buona serata. Trespolo.
Posted by: Trespolo | 19/06/2005 at 21:26
io e lei non abitiamo troppo lontani evidentemente...
Posted by: stupidboy | 20/06/2005 at 00:46
Magari ci vediamo anche al supermercato a pesare le banane - senza ironia, eh...
Posted by: stefano | 20/06/2005 at 01:00
Avrei alcune cosine da aggiungere: oltre a spettegolare, s'è dibattuto di merda (in forma letteraria, ca va sans dire); la lucidità era andata da un pezzo a farsi benedire; in Piazza Duca D'Aosta (più avanti nella nottata) l'atmosfera più che *gioviale* era stile Saigon (come da mio post). Ultimamente lei è distratto, Signor Cadavrexquis ;)
Posted by: Babsi | 20/06/2005 at 01:17
E' soltanto il gran caldo che mi distrae, null'altro, ms Jones!
(Della merda, in forma di letteratura, mi riservo di scrivere in futuro)
Posted by: stefano | 20/06/2005 at 01:21
...sono sempre di fretta al supermercato, cosi' di solito di banane compro quelle gia' pesate in confezione da 3 o quattro... magari la prossima volta mi soffermo :-)
Posted by: stupidboy | 20/06/2005 at 12:24
Noi ci abbiamo finito la serata al "nuova idea".
Sono rimasto... "sorpreso" dalla moltitudine di personaggi che frequenta quel locale :)
ps
Il travestito che ti ha salutato, ero io :)
Posted by: Larvotto | 20/06/2005 at 12:37
Hai guadagnato bene, larvotto?
Posted by: stefano | 20/06/2005 at 14:04
grazie.
ciao
Posted by: sparajurij | 26/06/2005 at 23:37