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14/02/2005

Comments

cristina

Anche Pascal aveva detto la sua in proposito... Bel post comunque, mi riconosco moltissimo

aelred

non per niente comunque, il tempo "futuro" si è sviluppato in quasi tutte le lingue da un "presente desiderativo" tanto che spesso le due accezioni coincidono e sono (quasi) intercambiabili

stefano

Grazie a tutt'e due... Almeno vedo che non sono il solo a coltivare certe ossessioni!

FF

Io che di professione faccio la procrastinatrice senior e la executive lambiccatrice, trovo molto interessante questa riflessione a partire da un tempo grammaticale.

A margine, ricordo come durante i lettorati di inglese, quando qualcuna di noi faceva l'eroina e si immolava sull'altare dell'esercizio da svolgere, diceva in italiano "Faccio io" e John correggeva: "I'll do it".
Ricordo male? L'inglese ha un futuro più volitivo? (certo, non è l'unica forma di futuro - qui mi caccio da sola nel ginepraio, lo sento diggià)

Law

O forse tutto è meno cerebrale (e ancor meno verbale) ed il futuro è un semplice futuro...

Marta

Sì bellissimo questo post. Anche io condivido questa ferita della distrazione dal presente ...

Yoshi

una comparazione dei diversi modi che hanno le lingue per esprimere il futuro sarebbe molto interessante

stefano

Non provocare, Yoshi, perché potrei farlo (in futuro, per l'appunto)

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