Non è solo l'esaltazione del dolore purificatore
a caratterizzare la forma mentale di certi cattolici, ma anche
l'eccessiva importanza assegnata all'umiltà in quanto valore in sé e
per sé. L'umiltà è un valore equivoco ed è spesso usato come una clava
per zittire gli individui che dissentono e ricondurli alla "ragione",
ovvero alla sottomissione alla divinità di turno, oltre che a un
destino da pecora. Ammettere di non conoscere certe cose o di non
saperle fare non è umiltà, ma è semplicemente oggettività. Nonostante i
miei sforzi, non sono riuscito a imparare il russo: non so leggerlo,
non so tenere una conversazione decente (al massimo so domandare dov'è
il ristorante, o la posta, o so chiedere di mostrarmi il cazzo,
all'occorrenza). Dirlo non è "essere umile", ma è soltanto riconoscere
un dato di fatto. La vanteria comincia invece quando si fa sfoggio di
qualità o di capacità che non si posseggono, e certamente questo è un
atteggiamento che la contemporaneità promuove: l'individuo che non
voglia apparire fuori dal mondo è tenuto ad avere un'opinione su tutto
e se rivendica il diritto di non pensare nulla di certi fatti - perché
qualunque opinione esprimesse non si fonderebbe su una benché minima
conoscenza della realtà, ma sarebbe soltanto vano sproloquio, campato
in aria - viene considerato superficiale o indifferente. Riconoscere,
viceversa, di avere certe capacità o di sapere fare certe cose non è
fare sfoggio di nulla, ma è, a sua volta, dichiarare che le cose sono
come sono. Negare o diminuire certe proprie capacità è, questo sì,
indice di ipocrisia o desiderio di essere lodato al quadrato, e non
umiltà, come qualcuno pretenderebbe. Non è, insomma, una qualità
cristiana. Diverso è se un individuo usa le proprie capacità o
conoscenze per schiacciare il suo prossimo, esercitare un illecito
comando su di lui e muoverlo, a forza o subdolamente, a compiere certe
azioni o a tenere certi comportamenti. Ma nemmeno in questo caso
parlerei di vanteria, ma di pura sopraffazione che può sconfinare nel
vero e proprio illecito. L'assurdo sublime dei giorni nostri, tuttavia,
è che spesso individui senza specifiche capacità si vantano al
contrario di possederle e usano le capacità e le conoscenze che non
hanno per esercitare un potere immeritato nei confronti del loro
prossimo, meno smaliziato e più ingenuo di loro. Questi, talvolta,
finiscono diritti al governo di un paese.
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